L’annuncio del ministro: "Anch’io sento la responsabilità di un impegno in prima persona"
"Una vittoria più forte e limpida se gli elettori non si limiteranno alla ratifica di un solo nome"
Pd, Bindi rompe gli indugi
"E’ giusto che io mi candidi"*
ROMA - Rosy Bindi rompe gli indugi e annuncia la sua candidatura alla segreteria del Partito democratico alle primarie del 14 ottobre. "L’appuntamento ha risvegliato, nel popolo dell’Ulivo, nuove attese e una grande speranza nel Pd - afferma il ministro della Famiglia - che non possono andare deluse. Anch’io, come tanti, sento la responsabilità di un impegno in prima persona". Bindi sottolinea di aver "riflettuto a lungo" sul contributo che avrebbe potuto dare "a questa straordinaria opportunità per la politica e il Paese", si dice convinta che "la scelta più giusta e più utile sia quella di presentare la mia autonoma candidatura alla segreteria del nuovo partito". E annuncia: "Se sarò eletta rinuncerò a qualunque altro incarico e mi dedicherò esclusivamente a questo compito entusiasmante". In una lunga nota, le ragioni della sua decisione.
Per una vera competizione. Un partito che nel suo atto fondativo segna "una radicale discontinuità" rispetto al passato e sceglie la nuova classe dirigente con una consultazione popolare "ha bisogno di una competizione vera - sostiene Bindi - che favorisca il confronto delle idee e porti alla luce differenze e ricchezze culturali". Il Pd sarà "quel soggetto politico aperto e plurale che abbiamo sempre voluto, se sapremo superare il recinto dei partiti fondatori e mescolare vecchi iscritti e nuovi nomi". Chiunque vincerà le primarie, aggiunge, "avrà una vittoria più forte e limpida se gli elettori non si limiteranno alla ratifica di un solo nome".
Il momento delle donne. Bindi è dice convinta che "le donne non possano più aspettare" e che i tempi siano maturi "per lasciarci alle spalle schemi e pregiudizi culturali". E spera che la sua candidatura sia un incoraggiamento per le donne "che vogliono mettersi al servizio, in prima persona, della democrazia italiana".
Bipolarismo e laicità. Il Pd, osserva Bindi, deve avere l’ambizione "di restituire autorevolezza alla politica e qualità alla nostra democrazia". Serve "un bipolarismo maturo, senza ambiguità e tatticismi", per questo bisogna "cogliere fino in fondo la sfida di una nuova laicità". Il pluralismo etico, religioso e culturale che caratterizza la società italiana impone "un civile confronto tra credenti e credenti così come tra credenti e non credenti" e "la ricerca di un orizzonte più avanzato di dialogo e collaborazione".
Persone più forti delle regole. Il Comitato dei 45 ha approvato "un regolamento elettorale che favorisce chi può contare su una forte organizzazione", Ds e Margherita "hanno dichiarato di appoggiare la candidatura di Veltroni" ma, nonostante "questi limiti", Bindi è convinta che tantissimi "vogliono essere protagonisti della nuova stagione". E si appella "a coloro che guardano con speranza al partito nuovo" affinché entro una settimana vengano raccolte e presentate 3.000 firme.
* la Repubblica, 16 luglio 2007