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Politica addio?

"Pd" - Un partito democratico? Un partito nuovo? Ma di quale Italia e di quale Europa? "Note da lontano 13": un commento di Rossana Rossanda, prima della investitura di Walter Veltroni - a cura di pfls .

Il convitato di pietra di tutta la storia, quello che è stato ucciso e si spera sepolto, è la radice socialista della sinistra.
giovedì 28 giugno 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il socialismo è stato declinato in molte maniere, ma un’idea forte aveva alla base, l’ insopportabilità politica, alla luce della modernità, di un modo di vivere e di produrre inuguagliante e strumentale come quello capitalistico, non regolato se non dal mercato. Sul come rimediarvi, se per riforme o per rivoluzione, è stato l’oggetto del contendere fra socialisti e comunisti, ma che quel «sistema» fosse intollerabile, per l’illibertà sostanziale che esso comporta per la grandissima (...)

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lunedì 6 agosto 2007


-  Primarie, sale la tensione. Prodi: viva la competizione
-  Dopo Bersani, anche Chiti sul rischio di accordi calati dall’alto

-  Pd, la Bindi sfida Veltroni
-  "Taglia fuori le oligarchie"

di GIANLUCA LUZI *

ROMA - "Veltroni? Ok, ma si deve liberare dalle oligarchie dei partiti". E’ Rosy Bindi a dare il senso dello scontro che anima la campagna elettorale per le primarie del Partito democratico. Sull’onda di Bersani che l’altro ieri sull’Unità metteva in guardia dal rischio di "verticismo" nella costruzione del Pd, tutti i rivali di Veltroni si scagliano contro la "nomenklatura" e contro gli apparati di Ds e Margherita che secondo questa tesi vorrebbero un esito già preconfezionato delle primarie: naturalmente con la vittoria di Veltroni.

Il sindaco di Roma, con la lettera di ieri a la Repubblica, ha tratteggiato il profilo delle riforme di cui si dovrà occupare il Pd. Nel merito nessuno contesta i punti di Veltroni, ma piuttosto i suoi rivali non perdono occasione per dipingerlo come ostaggio o prodotto di un accordo di vertice.

Ma anche tra chi appoggia la candidatura del sindaco di Roma c’è allarme. Vannino Chiti: "Un partito che ha l’ambizione di essere nuovo, di rappresentare la sinistra del XXI secolo, non può essere vittima di meccanismi verticistici fatti a tavolino e calati dall’alto. Il Pd e lo stesso Veltroni, che io sostengo convintamente, ne uscirebbero mortificati".

Enrico Letta chiede che le liste dei votanti alle primarie del 2005 per Prodi siano a disposizione di tutti i candidati o di nessuno e contesta l’obbligo di iscrizione al Pd per chi andrà a votare il 14 ottobre. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio intanto ha cominciato il suo tour elettorale per le primarie sulle spiagge delle vacanze e ammonisce: "Se il Partito democratico fallisce è perché è stato un incontro tra nomenklature di partito". Invece le primarie devono essere "un’operazione che parte dalla base, dagli elettori, e non dal vertice".

Lo stesso tasto lo batte Rosy Bindi, anche lei candidata alla segreteria in alternativa a Veltroni. "Se il partito nuovo è quello che Veltroni descrive a la Repubblica non potremo costruirlo senza liberarlo dalla tenaglia degli accordi verticistici e dal predominio delle oligarchie che cercano di condizionare le scelte dei militanti".

E anche se il silenzio di Prodi dalle vacanze conferma la sua linea secondo cui competition is competition e più candidati ci sono meglio è, sono proprio i colonnelli prodiani a lanciare i siluri più esplosivi contro Veltroni. L’ulivista Franco Monaco stronca la lettera del sindaco di Roma: "Non servono slogan, ma veri atti di rottura". Marina Magistrelli approfitta dell’allarme di Bersani per attaccare Veltroni. "Finalmente parole di verità a fronte di tanta retorica e ipocrisia - dice la senatrice applaudendo Bersani - Parole che il portavoce di Veltroni, Goffredo Bettini, bollerà come velenose solo perché, chiamando le cose con il loro nome, osano smentire la favole che Bettini va raccontando. Favole esse sì sfrontate e peraltro già smentite dalla pubblicazione di organigrammi già fatti a tutti i livelli".

Nervosismo anche nella Margherita tra ex popolari e rutelliani, tutti due sostenitori di Veltroni. A Fioroni che sostiene di avere il grosso dei cattolici schierati nel Pd, risponde lo staff di Rutelli annunciando che il "manifesto dei coraggiosi" per le riforme ha superato le diecimila adesioni con nomi importanti della cultura, delle professioni, dello spettacolo e dello sport.

* la Repubblica, 6 agosto 2007


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