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Politica addio?

"Pd" - Un partito democratico? Un partito nuovo? Ma di quale Italia e di quale Europa? "Note da lontano 13": un commento di Rossana Rossanda, prima della investitura di Walter Veltroni - a cura di pfls .

Il convitato di pietra di tutta la storia, quello che è stato ucciso e si spera sepolto, è la radice socialista della sinistra.
giovedì 28 giugno 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il socialismo è stato declinato in molte maniere, ma un’idea forte aveva alla base, l’ insopportabilità politica, alla luce della modernità, di un modo di vivere e di produrre inuguagliante e strumentale come quello capitalistico, non regolato se non dal mercato. Sul come rimediarvi, se per riforme o per rivoluzione, è stato l’oggetto del contendere fra socialisti e comunisti, ma che quel «sistema» fosse intollerabile, per l’illibertà sostanziale che esso comporta per la grandissima (...)

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> "Pd" - Un partito democratico? Un partito nuovo? Ma di quale Italia e di quale Europa? ... "Pd" e "Pd-l". Berlusconi: "Con il partito della Brambilla abbiamo il 4% in più".

sabato 1 settembre 2007


-  Il Guardian "incorona" la Brambilla:
-  "Sembra uscita da una pubblicità"

Il quotidiano inglese intervista il volto nuovo dell’anti-politica italiana *

TORINO. Prima regina di bellezza, poi giornalista televisiva, quindi una magnate dell’acciaio, fino a diventare l’ultimo alleato di Silvio Berlusconi e il volto nuovo del centrodestra in Italia. Così il quotidiano britannico Guardian presenta Michela Vittoria Brambilla, intervistata sui Circoli della Libertà, riferendo fin da subito i vezzi della «Rossa» con la stampa: niente fotografie se non dopo un adeguato trattamento dal parrucchiere e da un truccatore professionista.

«Quando compare su una terrazza di albergo che guarda il Mediterraneo, con mezz’ora di ritardo e i suoi inconfondibili lunghi capelli rossi, dà l’impressione di essere appena uscita dalla pubblicità di una delle macchine italiane che si acquistano con un mutuo di media entità - scrive il corrispondente John Hooper - indossa un completo e un paio di scarpe argentate con tacchi a spillo che si intonano perfettamente con la sua borsa. Come tutte le ricche dame in vacanza in Costa Azzurra, ha un piccolo cane legato a un collare abbinato alla sua imbracatura. Ma non si tratta di un barboncino o un pechinese, quanto piuttosto di un bastardino trovato per strada».

Il quotidiano ripercorre quindi la storia biografica di Brambilla prima di passare all’intervista sull’attuale situazione politica in Italia e sui Circoli della libertà da lei presieduti.

* La Stampa, 1/9/2007 (9:20)


-  Berlusconi: "Con il partito della
-  Brambilla abbiamo il 4% in più"

Il Cavaliere preoccupato da Bossi: non riesco a capire la sua tattica

di AUGUSTO MINZOLINI (La Stampa, 29/8/2007)

ROMA. L’unico dato chiaro che Silvio Berlusconi ha sulla scrivania sono i sondaggi che gli sono stati recapitati in questi giorni. Quello che ha illustrato a qualche alleato: il centrodestra tra il 55-56% Forza Italia al 27,5%, An all’11, l’Udc al 5, la Lega al 5, la Dc di Rotondi al 2 e la new-entry, cioè il partito della Libertà della Brambilla, al 4%. E un altro che il personaggio ha offerto ieri allo stato maggiore di Forza Italia nella riunione di Porto Rotondo nel quale, furbescamente, il «nuovo partito» era stato eliminato e Forza Italia saliva da sola al 31,7%. Un quadro niente male, al netto delle beghe interne, che però conferma un limite endemico: l’opposizione è forte nel Paese ma non è capace di sfruttare queste potenzialità nel gioco di Palazzo.

Sì, perché dalla riunione sono emerse tutte le difficoltà che presenta la partita di questo autunno, quella con la quale l’ex-premier vuole raggiungere due obiettivi: crisi del governo Prodi e elezioni anticipate in primavera. Nella riunione di ieri Berlusconi ha ripetuto la sua ferma convinzione di riuscire nell’impresa: «Preparatevi - ha spiegato ai suoi più volte - che a primavera si vota». Ma tra i suoi c’è chi ha consigliato prudenza: «Forse c’è questa possibilità - ha spiegato tra gli altri Scajola -. Ma prepariamoci anche ad un’alternativa diversa. Che si voti più in là, magari insieme alle Europee. Per cui, per carità, non parliamo di spallate e tentiamo di riallacciare i rapporti con gli alleati. A cominciare da Casini». Naturalmente Berlusconi non ha spiegato da dove nascano queste sue certezze sul voto in primavera, né ha chiarito se questa ostentata sicurezza sia una sorta di training-autogeno o, se, invece, è il frutto di qualche intesa segreta.

Probabilmente è solo un altro segnale della confusione che regna nel centrodestra come nel centrosinistra dove nessuno sa cosa succederà davvero. Tra le tante cose ieri è tornata in dubbio anche la partecipazione del Cavaliere alla festa annuale dei mastelliani a Telese. Il motivo è semplice. Berlusconi voleva avere un incontro ravvicinato con il Clemente nazionale, un personaggio chiave della battaglia d’autunno. Puntava insomma a porre le basi per un’operazione politica. Invece, il tutto rischia di risolversi in un’intervista pubblica, magari su quello che è diventata il chiodo fisso del dibattito politico, cioè la signora Brambilla, un argomento che gli ha provocato già diversi guai in casa e su cui il personaggio ha una gran voglia di glissare. Insomma, il Cavaliere invece di guadagnarci rischia di rimetterci. Per cui, prima di decidere, si sta facendo quattro conti e solo oggi scioglierà la riserva.

Anche perché la buriana d’agosto ha lasciato qualche strascico. Ieri metà della riunione il leader del centrodestra l’ha dedicata ad un argomento che stava molto a cuore ai presenti: il rilancio del partito. E per dimostrare che Forza Italia continua ad essere il suo partito preferito il Cavaliere ha annunciato che non parteciperà alla riunione dei circoli della Brambilla a Courmayeur. Ha voluto dare, insomma, una prova di fedeltà alla maglia. Ma conoscendo il tipo, a sentire il coordinatore del Lazio, Francesco Giro, non è detto che la prossima settimana, per dimostrare una sorta di equidistanza, non diserti all’ultimo momento anche il seminario di Forza Italia a Gubbio.

Sono i meccanismi della «corte» che regolano la vita interna di Forza Italia: gelosie, solidarietà interne, l’ossessione di essere cooptati nel cerchio stretto attorno al monarca, rischiano di mettere in secondo piano la strategia politica. E per ora la strategia per arrivare alla fine anticipata della legislatura a primavera non è chiara. Anzi. Sulla carta l’obiettivo delle elezioni anticipate dovrebbe unificare l’intero centrodestra a parte Pierferdinando Casini che persegue ancora un altro scenario: crisi del governo Prodi e un governo di larghe intese. Un disegno che, per ora, sta solo logorando i consensi dell’Udc. Gli altri partner, invece, dovrebbero convergere sullo schema del Cavaliere. Solo che i comportamenti non sono conseguenti.

«Per raggiungere questo obiettivo infatti - come spiega il deputato piemontese Osvaldo Napoli - sarebbe necessario una forte compattezza parlamentare, specie al Senato». La vicenda del Partito della Libertà edizione Brambilla non ha aiutato da questo punto di vista: è già difficile convincere dei senatori che hanno davanti ancora tre anni di legislatura a mandare tutto all’aria, se poi non gli vengono date delle rassicurazioni sul futuro l’impresa diventa praticamente impossibile. «L’errore - spiega uno degli strateghi del Cavaliere - è stato madornale». Anche gli alleati non sono conseguenti: le elezioni anticipate potrebbero servire sia a risolvere le contraddizioni di Fini, sia a dare respiro all’iniziativa di Bossi. Ma poi entrambi i partiti, in un modo o nell’altro, hanno dato segnali, sia pure timidi, di disponibilità al governo sulle riforme istituzionali: e fare le riforme significa andare alle elezioni non prima di due anni. Tant’è che ieri chi ha fatto notare questi strani comportamenti al Cavaliere lo ha trovato alquanto perplesso: «Non chiedetemi di chiarire atteggiamenti che non capisco».

In ultimo c’è il referendum: l’unica arma di pressione che può costringere Clemente Mastella ad aprire la crisi di governo è proprio il referendum. Per evitare che si faccia il Guardasigilli - lo ha ripetuto anche ieri - è pronto ad andare ad elezioni anticipate. Solo che Umberto Bossi vuole spuntare quest’arma in mano all’opposizione, vuole una nuova legge elettorale che eviti il referendum. Berlusconi non riesce a convincerlo del contrario e, in cambio, si vede propinare dal senatur una serie di proteste fiscali, come il boicottaggio delle lotterie, che lo lasciano perplesso: «Pensiamoci un po’, è una decisione da prendere con tutti gli alleati».

Per cui le difficoltà per arrivare al voto in primavera sono davanti a tutti: è difficile per Prodi governare con un voto di maggioranza, ma nel contempo è difficile per Berlusconi conquistare quel voto all’opposizione. Ecco perché ieri sono tornati alla carica i «teorici» della gradualità e dell’apertura del dialogo con Casini. Gianni Letta era a Porto Rotondo proprio per questo. In entrambi gli schieramenti nessuno sa leggere il futuro. Se Berlusconi e i suoi si arrovellano, il vice-premier Francesco Rutelli ha passato tutta l’estate ad interrogarsi: un giorno diceva sicuro a qualche collaboratore «dureremo cinque anni»; un altro confidava ad un amico di «corrente» del Pd «ad ottobre salta il governo e bisognerà inventarsi qualcosa».


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