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Una catastrofe sociale e culturale senza fine ... "Pietà per il mondo, venga il nuovo sapere"(M. Serres, Distacco, 1986).

IL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. I BAMBINI DELLA SCUOLA MATERNA DROGATI DALLE MAESTRE E LA NUOVA PEDOFILIA. Una legge da cambiare e una rete estesa all’intera Italia da smantellare. Un articolo e una riflessione denuncia di Flavia Amabile - a cura di pfls

mercoledì 25 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] ho chiesto un aiuto a Massimiliano Frassi presidente di Prometeo, l’associazione che da anni lotta contro la pedofilia (andate a dare uno sguardo al suo blog). Massimiliano sostiene che la vicenda di Rignano è legata a una rete nazionale di pedofili che da Nord si sta estendendo al sud. Mi ha citato casi molto simili di pedofilia da Brescia a Vallo della Lucania in provincia di Salerno. La rete prende di mira le scuole materne dove c’è abbondanza di bambini troppo piccoli per essere (...)

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> IL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. I BAMBINI DELLA SCUOLA MATERNA DROGATI DALLE MAESTRE E LA NUOVA PEDOFILIA. Una legge da cambiare e una rete estesa all’intera Italia da smantellare. Un articolo e una riflessione denuncia di Flavia Amabile - a cura di pfls

giovedì 26 aprile 2007


-  Le indagini iniziate nel luglio 2006 e sospese in estate. Un blitz degno di una fiction, le accuse e le paure.
-  Il comitato dei genitori è diventato il luogo in cui trovare conforto alla paura, ma anche, forse, contagiarsene

Orrori, veleni e sospetti la strana storia dell’asilo

di CARLO BONINI *

RIGNANO FLAMINIO (Roma) - Ora che non è più un segreto e se ne cominciano a individuare i contorni, questa nera storia dei bimbi della Olga Rovere si mostra per quel che è ed è stata sin da principio. Una storia di adulti che, al momento, non propone nessuna incontrovertibile certezza. Se non quella, sgradevole, di apparire comunque diversa (è impossibile dire oggi se terribilmente peggiore o altrettanto terribilmente difforme) da ciò che le spaventose 59 pagine di un’ordinanza di custodia cautelare dicono sia accaduto.

Gli adulti, dunque. Un pubblico ministero di Tivoli, Marco Mansi. La sua consulente psichiatra, dottoressa Marcella Battisti Fraschetti, classe 1934, studio in Santa Maria di Galeria (frazione di Roma). Gli ufficiali e i sottufficiali della compagnia carabinieri di Bracciano. I 100 padri e madri dell’Agerif, Associazione genitori Rignano Flaminio. Il sindaco di una lista civica che tiene insieme destra e sinistra, Ottavio Poletta, al suo secondo mandato. Una preside, Loredana Cascelli, madre di tre figli, con i suoi 21 docenti e i 5 collaboratori scolastici del "plesso scuola dell’infanzia".

Gli arrestati di martedì: Silvana Magalotti, coordinatrice scolastica, le maestre Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio con il marito regista televisivo Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti, il giovane immigrato cingalese, Kelum De Silva, uomo di fatica della pompa di benzina all’ingresso del paese. Per nove mesi, in un borgo di 8 mila anime, questi adulti hanno maneggiato una peste che è dilagata fino a mangiarsi tutto.

Amicizie, rapporti di vicinato, la gioia di mettere a letto un figlio o di mandarlo a dormire a casa di un amichetto. Di accompagnarlo a scuola e godere delle sue recite natalizie. Le prime denunce - 6 casi di dichiarato, ripetuto e orribile abuso - sono del luglio 2006. I genitori che le sporgono non ne parlano. Le custodiscono come un terribile segreto di cui vergognarsi. La Olga Rovere è una scuola dell’infanzia di eccellenza (nel ’99, viene indicata come la migliore materna della regione Lazio). La sua coordinatrice scolastica, Silvana Magalotti, una maestra sui banchi da 30 anni, ormai nonna. Per ogni genitore, un’amica a cui rivolgersi. Per il paese, "la maestra con la casa piena di libri, più di quanti se ne possano trovare in tutta Rignano".

Luglio 2006 è un tempo lontano. Ma le accuse sono già terribili. Eppure, non sembra esserci fretta. In una nota dei carabinieri della compagnia di Bracciano al pubblico ministero di Tivoli dei primi di agosto dello scorso anno, si segnala l’"inevitabile stasi investigativa in vista dell’estate". La scuola è chiusa e qualcuno deve pensare che la pedofilia se ne va in ferie. E’ un fatto che il primo settembre la Olga Rovere ha una nuova preside, Loredana Cascelli, che - come ripete ancora oggi - ignora quale spaventosa nuvola si vada addensando sulla sua scuola. Nessuno la informa.

Forse perché nessuno al Provveditorato sa. Forse perché ai genitori che sanno è stato detto dai carabinieri e dal magistrato di non parlare. Fino a quando, il 12 ottobre, alle 8 del mattino, l’asilo appare agli occhi dei genitori che accompagnano i propri figli come il set di una fiction televisiva. Nastri fosforescenti, carabinieri in tuta bianca (il Ris) che scavalcano cancelli e isolano alcune aule come scena del crimine. Pedofilia.

La parola apre le cronache dell’edizione del 13 ottobre del "Corriere di Viterbo" e una volta esaurito il giornale se ne volantinano le fotocopie. Perché tutta Rignano sappia. Con le fotocopie ci si scambiano i nomi delle maestre indagate (arrestate martedì), che nessuno pronuncia, ma su cui comincia un silenzioso processo. Nei bar e nelle case dei bambini che frequentano le loro classi. Il 14 ottobre, in un consiglio di Istituto straordinario della "Olga Rovere", la preside comunica che "all’ordine del giorno non c’è il blitz dei carabinieri e dunque i genitori che occupano la scuola per avere notizie sono pregati di allontanarsi".

"Quel giorno è cambiata la mia vita", racconta Roberta Lerici, 42 anni, attrice e autrice di testi teatrali, madre di tre bambini. I primi due alla Rovere negli anni in cui era un vanto frequentarla. L’ultima, fino al gennaio scorso, quando è stata ritirata. Parla nel tinello della sua casa nella campagna di Morlupo (pochi chilometri da Rignano), su un divano rosa dove è spesso costretta ad interrompersi perché i figli non sentano ("Mamma, posso fare anche io un’intervista?").

"Ero basita - dice - Nessuno sembrava voler prendere in mano la situazione, finché un giorno, al "bar Gran Sasso", non incontrai il nonno di una bambina che fa il giornalista e venne l’idea di costituirsi in associazione per tutelare i diritti dei bambini ed esigere che le maestre sospettate venissero allontanate". Aderiscono circa 100 genitori, per altrettante famiglie (i bimbi che frequentano la materna sono in tutto 255). "Almeno quaranta di loro sono stati abusati", dice Roberta.

Ma come, non erano sei? "No, sono cresciuti nel tempo. Sappiamo che, dopo il blitz di ottobre, almeno 80 bambini sono stati accompagnati dai loro genitori a farsi refertare a Roma, all’ospedale Bambin Gesù". E con che esito? "Nessuno lo sa con certezza. So che i carabinieri dicono che ci sarebbero sei casi di bimbe deflorate. E sappiamo anche che alcuni di questi bambini sono oggi in terapia con gli psicologi messi a disposizione del comune di Roma".

Come un’onda che monta, una parte di Rignano scopre che un’intera leva dei propri bimbi manifesta sintomi riconducibili a possibili violenze subite. Le denunce dei genitori si impilano sui tavoli dei carabinieri di Bracciano.

Ancora Roberta: "Della pedofilia non sapevo nulla. Mi sono messa a studiare. Ho scaricato da internet 2.500 file di interesse. E ne ho selezionati 600. Ho cominciato a trovare analogie con altri casi. E dopo che la preside della scuola mi aveva detto che "A Rignano sarebbe finita come a Brescia, con tante assoluzioni", ho preso contatto con l’Associazione Prometeo. Ho studiato i processi di Brescia per i fatti degli asili Abba e Serelli. Ho capito quali errori non dovevamo ripetere. Ho scoperto cos’è "l’abuso rituale" e il ruolo delle donne. Cosa il "satanismo"".

L’Agerif diventa il luogo in cui "parlare", trovare conforto alla paura, ma anche, forse, contagiarsene. Spedisce 120 mail in ogni stanza di governo e sottogoverno. Contatta lo studio legale di Vincenzo Siniscalchi per offrire assistenza legale ai genitori che non possono permettersela. Roberta Lerici prepara un dossier di una cinquantina di pagine. Il sindaco mette a disposizione per la loro prima assemblea il teatro comunale Paladino. I genitori lo riempiono in novembre e ancora il 13 dicembre 2006, quando la preside della "Rovere", per mano ai suoi bambini in lacrime che non si spiegano tanta aggressività verbale verso la madre, affronta una folla inferocita, il sindaco, un assistente sociale e due ispettori del Ministero della pubblica istruzione.

Rignano diventa una prigione. Come la Rovere. Una circolare interna fa divieto assoluto di ingresso ai genitori nei locali della scuola. E agli insegnanti, durante la giornata, di cambiare i pannolini a chi se la fa sotto. Perché nessun bimbo torni da scuola raccontando di essere stato anche soltanto sfiorato nelle sue parti intime. A Natale, la recita viene fatta in giardino. Ma senza i genitori, che si accalcano alle inferriate, come in uno stadio a porte chiuse. Il 19 dicembre 2006, il ministro Fioroni autorizza la sospensione cautelare dei docenti indagati, ma non conoscendone i nomi delega all’ufficio provinciale della scuola e al consiglio di Istituto. Il 27 febbraio, un manifesto firmato da tutte le insegnanti della scuola d’infanzia viene affisso in ogni angolo di Rignano e della Rovere. Si chiede di "mettere fine a un linciaggio infame". Qualche settimana dopo, le maestre arrestate martedì vengono sospese.

A Tivoli, il pm Marco Mansi, lavora sui casi di luglio. Come? Il professor Franco Coppi, avvocato difensore di Gianfranco Scancarello, la racconta così: "Cinque dei sei referti medici sui bambini presunte vittime degli abusi sono negativi. Non è stata riscontrata alcuna traccia di violenze anche pregresse. E allora mi chiedo: se è vero che in queste spaventose sedute di violenza di gruppo venivano usati su bimbi di tre anni oggetti profondamente invadenti, come è possibile che non sia rimasta neppure una cicatrice? Che i loro genitori non abbiano notato subito lesioni che nessun bimbo può nascondere? Il sesto caso, poi, certifica una cicatrice interna che non si esclude possa essere congenita".

Nessun riscontro medico oggettivo, insomma. Ma, anche, nessuna voce diretta dei bambini. Non li ha sentiti il magistrato. Non li hanno sentiti i carabinieri. Li ha sentiti la dottoressa Marcella Battisti Fraschetti, consulente del pm. Ma - a quanto riferisce Coppi - non ha registrato nessuna delle sue sedute. "Abbiamo solo le sue relazioni scritte. E le parole dei genitori. Pensa che bastino, non dico per una condanna, ma per autorizzare un linciaggio pubblico?". "Certo - conviene il professore - qualcosa in quel paese e in quella scuola deve essere accaduto. Ma cosa è accaduto? E chi sono le vittime e chi i carnefici?"

* la Repubblica, 26 aprile 2007


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