L’inchiesta sui presunti casi di pedofilia nella materna "Olga Rovere"
Rignano, indagata un’altra persona
Si tratterebbe di una maestra che lavora nell’istituto comprensivo del paese *
RIGNANO FLAMINIO (Roma) - Ci sarebbe una settima persona, una maestra, iscritta nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Tivoli nell’ambito dell’inchiesta sui presunti casi di pedofilia che sarebbero stati commessi ai danni di sedici alunni della scuola materna ’Olga Rovere’. All’ individuazione della settima persona, la cui casa sarebbe stata perquisita nei giorni scorsi, si sarebbe arrivati dopo i nuovi racconti fatti dai bimbi della Olga Rovere alla psicologa della procura. Ma il lavoro degli investigatori continuerebbe anche per identificare altre persone, che potrebbero allungare, nei prossimi giorni, la lista degli indagati.
Dai racconti dei bimbi infatti emergerebbero altre figure oltre a quelle delle sette persone già coinvolte nell’inchiesta sui presunti abusi. Peraltro le indagini sarebbero state accelerate negli ultimi giorni in vista dell’incidente probatorio, per avere per quella occasione un quadro investigativo completo di tutte le persone che avrebbero compiuto i presunti abusi sui bimbi della materna di Rignano. Si è poi ancora in attesa dei risultati definitivi dei carabinieri del Ris che hanno effettuato sopralluoghi nella scuola e che hanno esaminato l’automobile di una delle maestre.
Ancora in corso anche gli accertamenti tecnici sui computer e sui dischetti sequestrati lo scorso 24 aprile ad alcune delle persone arrestate. Intanto anche martedì i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo in alcune abitazioni di proprietà delle maestre accusate. In particolare, i militari hanno ispezionato dall’esterno una casa di campagna di Silvana Magalotti, a cinque chilometri dal paese, già perquisita in passato, fotografandola da più angolazioni. Successivamente avrebbero compiuto la stessa operazione in altre due abitazioni.
Acquisite poi le delibere di affidamento dei servizi esterni (sorveglianza, scuolabus e forniture per la mensa) della scuola materna. Da registrare infine una netta presa di posizione del procuratore di Tivoli, Claudio D’Angelo, contro alcuni servizi trasmessi dalla televisione. «È una vergogna, uno scandalo - ha detto - che i processi, come sta accadendo in questi giorni, si facciano in televisione invece che nelle aule di giustizia. Si sta vedendo in questi giorni qualcosa di incredibile: accusa e difesa che argomentano davanti alle telecamere. Davvero una cosa inconcepibile».
* Corriere della Sera, 16 maggio 2007