L’ISTANZA DI INCIDENTE PROBATORIO
Rignano, i bambini davanti agli "orchi"
Il pm chiede il faccia a faccia al gip. Nuovi casi di abusi
di FRANCESCO GRIGNETTI *
ROMA. Una contromossa del pubblico ministero era nell’aria. Ieri il sostituto procuratore Marco Mansi ha formalizzato una richiesta di incidente probatorio per diciannove bambini di Rignano Flaminio: in pratica il magistrato chiede di portare i bimbi - che hanno quasi tutti 3 o 4 anni - in un ambiente protetto dove alcuni psicologi possano, con le cautele del caso, far raccontare i fatti che li avrebbero visti vittime di abusi sessuali. Dietro un vetro a specchio, magistrati e avvocati potrebbero seguire l’andamento di questo «interrogatorio». Spetta ora al gip di Tivoli, Elvira Tamburello, decidere il da farsi.
Ma le famiglie non si oppongono. «Anche se nessun genitore è felice che suo figlio debba rivivere quei fatti», sintetizza l’avvocato Antonio Cardamone. Sembrano rassegnati anche gli avvocati che difendono i presunti pedofili, ma non mancheranno di esporre le loro perplessità tecniche. Intanto il clima si arroventa sempre più attorno a questo caso. Sotto lo studio del professor Coppi sono comparse nuovamente scritte offensive e minacciose. La firma è quella di Forza Nuova. Coppi ha presentato una denuncia e i carabinieri controllano discretamente il quartiere. Lettere di minacce sono giunte anche all’avvocato Bruno Giosuè Naso. Il pm Mansi chiede accertamenti tecnici «per verificare se i bambini siano in grado di riferire in ordine ai fatti per cui è procedimento in pubblica udienza». Gli accertamenti richiesti sono tre: un esame preliminare a cura di uno psichiatra infantile che verifichi lo stato psicologico dei bimbi, l’incidente probatorio vero e proprio per «comprendere il senso reale e psicologico di atti e violenze sessuali, il grado di influenza della situazione familiare nel racconto dei fatti e nel loro vissuto e l’esistenza eventuale nel loro vissuto emotivo di elementi che possano indicare l’aver subito o notato violenze e costrizioni a carattere sessuale», infine un riconoscimento delle persone indagate da parte dei bimbi.
Nuovi testimoni, intanto, sono stati sentiti dai carabinieri, proprio ieri. Sono alcuni vicini di casa degli Scancarello. Avrebbero testimoniato a favore degli indagati, sostenendo che si sarebbero certo accorti se la maestra fosse tornata a casa in orari non consoni e con i bambini della scuola. «Qui vivono persone anziane e molte casalinghe. Non sfugge niente», ha detto uno dei nuovi testi. Ma il clima attorno al caso dei pedofili di Rignano, appunto, è sempre più caldo. Altre denunce sono annunciate. Altro personale della scuola - dopo l’ultima, un’insegnante di sostegno - potrebbe essere presto indagato. Il pm Mansi è profondamente convinto che fatti gravissimi sono accaduti in quella scuola e non intende assolutamente mollare.
Il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, intanto, ha terminato l’istruttoria sui maltrattamenti in carcere denunciati dalle maestre il giorno della liberazione. «Fatti di minima entità, prontamente controllati dalla polizia», è scritto nella relazione che è ora sul tavolo del ministro Mastella. E’ vero però che a Rebibbia c’era «notevole ostilità» di tutte le altre detenute verso le maestre di Rignano.
* La Stampa, 18/5/2007 (8:19)