"Anche mia figlia ostaggio dei mostri"
Un’altra mamma esce allo scoperto
di FLAVIA AMABILE *
ROMA. Sono arrivati ieri mattina a casa degli indagati per la notifica. Il pm ha chiesto l’incidente probatorio: il signor Luciano, il marito della maestra Marisa Pucci, si lascia scappare un «Meglio tardi che mai!». Non sono stati loro - gli indagati - a chiedere l’incidente probatorio ma il signor Luciano da sempre chiede «che sia fatta chiarezza» e quindi è normale che risponda così. «Secondo noi l’incidente probatorio andava fatto subito, a distanza di tempo rischia di essere viziato ma meglio farlo», spiega.
L’altra Rignano, quella dei genitori che hanno sporto denuncia per gli abusi commessi sui loro figli, è cauta. «Questo permetterà una cristallizzazione delle posizioni, nessuno più potrà dire che si tratta di racconti di bambini e basta», commenta Simone Rocchini, presidente dell’Agerif, l’Associazione genitori di Rignano Flaminio. Per loro il vero passo avanti dopo ieri è l’aumento ulteriore del numero di bimbi su cui sarebbero stati commessi abusi.
Ci sono state nuove denunce dopo le prime del luglio 2006 e sono un po’ diverse, come ci raconta una mamma di uno dei nuovi casi all’esame degli inquirenti. La chiameremo Alessandra. «I primi genitori a sporgere denuncia erano disperati. Non è parso ben fatto il video? Avevano bisogno di fermare in qualche modo il racconto incredibile che avevano ascoltato, la loro ansia è dettata da paura, disperazione e tanta ignoranza perchè mai nessuno di loro aveva avuto a che fare con qualcosa di così orribile. In un certo senso però ci hanno spianato la strada. Quando io ho sporto denuncia tutto era più chiaro: si sapeva come comportarsi, quali errori non commettere. Nelle nuove denunce tutto infatti è più serio, più professionale».
Ma come essere sicuri che i bambini non abbiano inventato? «I bambini non inventano. Ripetono sempre la stessa cosa, a volte modificano il contesto ma la sostanza rimane. Mia figlia ha seguito un percorso di tre mesi all’Ospedale Bambin Gesù di Roma. Al termine rilasciano un certificato che ha valore legale. In quei tre mesi ha sempre ripetuto le cose che ha fatto, anzi con il tempo il suo ricordo diventa sempre più chiaro. Ora aspettiamo con ansia l’incidente probatorio. Non voglio essere fraintesa: nessuno di noi festeggerà se ci sarà, perchè anche se si dovesse arrivare a trovar dei colpevoli nessuno mi restituirà quello che mi è stato tolto. Aspettiamo l’incidente probatorio perchè fino ad allora i nostri figli non potranno essere curati da uno psicologo. Dopo invece potranno finalmente iniziare una terapia e liberarsi». Fino ad allora - continua la mamma - «i nostri figli sono intrappolati in mondi orribili, di sonnambulismi, mostri, si fanno male da soli, la verità è che hanno subito un lavaggio del cervello».
La difesa sostiene che il lavaggio del cervello glielo avete fatto voi. «Ma se nemmeno ci conosciamo, se nemmeno sapevamo quel che stava accadendo, io ho continuato a mandare mia figlia a scuola anche dopo la perquisizione dei carabinieri e ancora non capivo...». La sua bimba non va più a scuola da mesi ormai, e non vuole stare con adulti diversi dalla madre, il padre e una signora che la conosce da quando era piccola. Non accetta più baci, carezze né il minimo contatto con un estraneo. Quando tutto sarà finito andremo via da Rignano».
* La Stampa, 18/5/2007 (8:24)