Il pm di Tivoli ricorre contro il provvedimento del Riesame
che aveva revocato gli arresti delle persone sotto indagine
Rignano, la procura impugna
la scarcerazione cinque indagati
Il monito del Garante della privacy: "Rispettate i bambini"
Anche i magistrati si schierano: "Basta con i processi mediatici" *
ROMA - Nel giorno in cui il Garante della privacy chiede rispetto per i bambini di Rignano, il pm di Tivoli ricorre contro il provvedimento del tribunale che aveva revocato gli arresti di cinque degli indagati per pedofilia nella materna del comune vicino a Roma.
Ricorso contro 5 delle 6 scarcerazioni. Finisce davanti alla Corte di Cassazione la vicenda di Rignano Flaminio riguardante i presunti abusi subiti da un gruppo di bambini della scuola materna Olga Rovere. Il pubblico ministero Marco Mansi ha infatti impugnato il provvedimento con il quale il Tribunale del riesame ha disposto la scarcerazione degli indagati. Il ricorso è stato depositato ieri mattina nella cancelleria del Tribunale del Riesame. Dell’iniziativa del pubblico ministero Mansi è già stata data notizia mediante notifica ai difensori degli indagati. Poi, a cura della stessa cancelleria, il provvedimento sarà trasferito in Cassazione che dovrà valutare le argomentazioni in base alle quali il pubblico ministero Marco Mansi confuta le decisioni del Tribunale del riesame. Decisioni che non condivide e che una volta esaminato il contenuto della motivazione l’hanno indotto a ricorrere al giudizio della Suprema corte.
"Rispettate i bambini di Rignano". E’ forte il richiamo del Garante della privacy ai mezzi di informazione. Un monito che arriva mentre sta per cominciare una fase delicatissima dell’inchiesta sui presunti casi di pedofilia a Rignano Flaminio. Quell’incidente probatorio che chiama in causa i minori e che rischia di esporli a un’attenzione troppo forte da sopportare. Per questo il Garante chiede ai media di rispettare l’anonimato dei piccoli e delle loro famiglie. Evitando "spettacolarizzazioni" che rischiano di danneggiare le persone coinvolte.
La presa di posizione arriva dopo l’invito che era arrivato all’ufficio da parte di alcuni legali delle famiglie dei bambini vittime di presunti abusi. Nella lettera si invita il Garante a imporre norme del codice in materia di protezione dei dati personali "affinché non vengano poste in essere violazioni della disciplina rilevante" in materia. Sottolineando il "concreto rischio" del verificarsi "di un pregiudizio rilevante ed irreparabile nei confronti dei minori".
E anche la magistratura fa sentire la sua voce. Come la giunta dell’Anm di Roma, presieduta da Paolo Auriemma, che si dice "preoccupata" per "la tendenza a una degenerazione del sistema che si indirizza sempre più verso un modello di processo mediatico".
* la Repubblica, 5 giugno 2007