Inviare un messaggio

In risposta a:
Una catastrofe sociale e culturale senza fine ... "Pietà per il mondo, venga il nuovo sapere"(M. Serres, Distacco, 1986).

IL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. I BAMBINI DELLA SCUOLA MATERNA DROGATI DALLE MAESTRE E LA NUOVA PEDOFILIA. Una legge da cambiare e una rete estesa all’intera Italia da smantellare. Un articolo e una riflessione denuncia di Flavia Amabile - a cura di pfls

mercoledì 25 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] ho chiesto un aiuto a Massimiliano Frassi presidente di Prometeo, l’associazione che da anni lotta contro la pedofilia (andate a dare uno sguardo al suo blog). Massimiliano sostiene che la vicenda di Rignano è legata a una rete nazionale di pedofili che da Nord si sta estendendo al sud. Mi ha citato casi molto simili di pedofilia da Brescia a Vallo della Lucania in provincia di Salerno. La rete prende di mira le scuole materne dove c’è abbondanza di bambini troppo piccoli per essere (...)

In risposta a:

> IL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. I BAMBINI DELLA SCUOLA MATERNA DROGATI DALLE MAESTRE E LA NUOVA PEDOFILIA. Una legge da cambiare e una rete estesa all’intera Italia da smantellare... una riflessione di SOS INFANZIA di Vicenza.

martedì 12 giugno 2007

Dopo il recente caso di Rignano

Pedofilia e abusi - Sos Infanzia sui danni ai bambini

di SOS infanzia *

Da Il Giornale di Vicenza

lunedì 11 giugno 2007

Dopo i casi di presunti abusi che si sarebbero verificati in provincia di Roma e l’informazione che ne è seguita Sos Infanzia onlus Vicenza propone questa riflessione.

Scrive il presidente dell’associazione, Graziano Guerra: «La verità è dolore, diceva Socrate. Ma la mente, dice Bion, ha bisogno di verità, come il corpo ha bisogno di nutrimento. La consapevolezza è la capacità della mente, di registrare le comunicazioni provenienti dalla realtà, è la capacità di sopportare, di comprendere, di elaborare, di metabolizzare la verità: che è fatta di continue evoluzioni ed oscillazioni tra lucidità e follia. La consapevolezza è la funzione della nostra mente che può contrastare l’illusione. Le continue trasmissioni televisive, le affermazioni nella stampa nazionale, la pubblicazione di verbali, audizioni dei minori (ma non dovrebbero essere "protette"?), questo incessante reality show dell’orrore, che contributo portano alla conoscenza, alla consapevolezza di cos’è la violenza all’infanzia? Si può fare un’opinione il lettore, il telespettatore, da questi servizi oppure è un’informazione che genera l’illusione del sapere? Innocentisti e colpevolisti, ma spetta al furor di popolo tale sentenza? Ma come si può pensare che affermazioni, dichiarazioni, interviste parziali o di parte possano apportare una significativa conoscenza su tale problematica così complessa? Tutti abbiamo saputo che davanti al carcere di Rebibbia si è svolta una marcia a favore dei presunti pedofili, marcia composta da qualche centinaio di adulti, parroco compreso, che esprimevano solidarietà agli adulti incarcerati da un provvedimento dell’Autorità giudiziaria.

La marcia ha dovuto fare subito capolino, coperta dal grido dei detenuti rivolto ai dimostranti "pedofili maledetti"! Non intendo certo associarmi nemmeno a questo giudizio sommario dei carcerati ma non credo nemmeno che sia un esempio di civiltà, rispetto dei diritti e tutela dei minori schierarsi sempre e comunque dalla parte dell’adulto. Certo è più comodo, più facile, costa meno in tutti i termini essere dalla parte dell’adulto mentre risulta molto più impegnativo credere alle parole dei bambini. Ma ora non si crede più a nulla, non solo ai bambini, non si crede agli investigatori, agli psicologi, alla magistratura, alla polizia.

La nostra esperienza ci impone l’obbligo di comunicare l’attenzione ad un problema largamente sommerso, la violenza all’infanzia, suffragato da migliaia di testimonianze in nostro possesso e da monitoraggi continui su una realtà, la pedofilia, ignorata e sconosciuta nei suoi drammatici aspetti. Tuttavia siamo anche consapevoli che i processi di piazza o televisivi, la superficialità con la quale si tratta della violenza all’infanzia, la sommaria informazione veicolata sembrano solo accertare che i veri pedofili stanno fuori dal carcere e quelli "presunti", innocenti fino a prova contraria, finiscono in galera. I bambini hanno bisogno e diritto di verità certe non presunte. Prima si tuteli questo "interesse superiore del bambino", tanto sbandierato dalla nostra normativa vigente e poi anche il presunto abusante. I bambini violati o presunti tali non ci chiedono la gogna pubblica per il presunto colpevole, chiedono aiuto, ascolto, assistenza, tutela, giustizia.

Una giustizia che sia in grado di accertare, tutelando la dignità delle persone siano esse vittime o presunti colpevoli, e reprimere, facendo scontare la pena (la certezza della pena) a chi viene condannato in via definitiva. Giustizia, non vendetta. Siamo noi adulti che abbiamo bisogno di mettere a morte le nostre paure, i nostri fantasmi, le nostre impreparazioni ed insicurezze. Purtroppo quando vince la fuga da una verità che fa troppo paura, prevale l’illusione di poter fare da soli, di agire e di sapere magari alimentata da informazioni mediatiche diverse, edulcorate, distorte ed a volte contraddittorie.

E così i massmedia ci propinano ciò che fa ascolto, ciò che noi crediamo possa dare una risposta ad interrogativi inquietanti. Ecco quindi il folle risultato mediatico che ci spinge allo sdegno, alla rabbia, al racconto raccapricciante con particolari che soddisfano la morbosa curiosità di alcuni da una parte e dall’altra al dubbio, all’incredulità. Discutiamo per settimane, per mesi, per un solo caso di violenza (si pensi a Cogne ed ora all’asilo di Rignano), trattato per migliaia di ore come un reality show dell’orrore da tutte le reti televisive, e questa perversa spirale di pseudo approfondimento non ci permette di capire, sentire, condividere, percepire il dolore dei tanti bambini che vivono la tragedia personale di una violenza che li segnerà per tutta la vita. Abbiamo fretta, vogliamo sapere, crediamo che tutto possa essere conosciuto e svelato a tutti e subito. Invece le dinamiche che intervengono in casi così complessi avrebbero bisogno di "silenzio" che non significa "nascondere" ma rispetto per tutti.

A questo dovrebbe seguire un’informazione che promuova e sostenga la verità e protegga la dignità umana come il nostro Papa indica nel suo messaggio per il 20 maggio 2007, "I bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l’educazione". A tale proposito, tutti dovrebbero riflettere sul contrasto tra Cristo che "prendendoli fra le braccia (i bambini) e imponendo loro le mani li benediceva" (Mc 10,16) e quello che chi scandalizza uno di questi piccoli per lui "è meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino" (Lc 17,2). Faccio nuovamente appello ai responsabili dell’industria dei media, affinché formino ed incoraggino i produttori a salvaguardare il bene comune, a sostenere la verità, a proteggere la dignità umana individuale e a promuovere il rispetto per le necessità della famiglia". La "violenza all’ infanzia" ha bisogno di essere affrontata attraverso un nuovo modo di pensare, di ascoltare e di agire da parte di tutta la comunità adulta a partire da un’informazione approfondita, seria e formativa che educhi al rispetto della sacralità e della dignità dei valori umani e cristiani».

Ripreso dal sito: http://www.sosinfanzia.org/1/News.asp?data=11/06/2007

* Il Dialogo, Martedì, 12 giugno 2007


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: