Nel mirino tre maestre dell’asilo, una bidella e un autore tv
Accuse tra l’associazione genitori e il sottosegretario Giovanardi
Abusi a Rignano, la richiesta del pm
"Si faccia il processo per cinque indagati"
di ANNA MARIA LIGUORI e MARIA ELENA VINCENZI
ROMA - Una decisione da tempo annunciata e che ieri è stata resa pubblica a sorpresa: la procura di Tivoli ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque indagati per i presunti abusi sui 21 alunni della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio. La notizia non è arrivata in un giorno qualunque, ma poche ore dopo lo scontro tra i genitori delle presunte piccole vittime, l’associazione Agerif, ed il sottosegretario con delega alla famiglia Carlo Giovanardi: l’Agerif, difesa dall’avvocato Carlo Taormina, presenterà una querela per diffamazione nei confronti dell’esponente del Pdl perché "nelle stanze di Palazzo Chigi ha mostrato un video girato dai genitori dei bambini, al fine di dimostrare l’innocenza degli imputati e per accusare i genitori di aver istigato i figli alla falsa testimonianza". Il sottosegretario ha replicato con una contro-querela e ha ribadito la propria solidarietà alle maestre di Rignano.
Il pm della procura di Tivoli, Marco Mansi, ha così chiesto il rinvio giudizio nei confronti dei cinque indagati: le tre maestre, Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti e Marisa Pucci, l’autore tv Gianfranco Scancarello, marito della Del Meglio, e la bidella Cristina Lunerti. La procura aveva chiesto nei mesi scorsi l’archiviazione, accolta dal gip, sia per un’altra maestra, la diciannovenne Assunta Pisani, che per il benzinaio cingalese Kelum Weramuni Da Silva, definito "l’uomo nero" dei racconti dei bambini, poi uscito dall’indagine perché chiaramente estraneo alle accuse. Il pm Mansi, aveva chiesto l’archiviazione anche per la Lunerti, ma è stata poi accolta l’opposizione di alcune parti civili, e il gip ha disposto l’imputazione coatta. Pesanti i reati contestati ai cinque indagati: atti osceni, maltrattamenti verso minori, sottrazione di persona incapace, sequestro di persona, violenza sessuale aggravata dalla minore età delle vittime, corruzione di minori, atti contrari alla pubblica decenza. E Taormina annuncia anche quando ci sarà l’ultimo atto dell’indagine preliminare con l’esame delle accuse da parte del gip: l’udienza si svolgerà "tra fine settembre e metà ottobre".
L’inchiesta giudiziaria, partita dalle denunce dei genitori di alcuni bambini, prende in esame fatti avvenuti tra il 2005 ed il 2006. I cinque indagati furono arrestati il 24 aprile del 2007. Il Riesame demolì l’inchiesta con un clamoroso dispositivo il 10 maggio del 2007 che scarcerò gli indagati definendo in generale le accuse deboli e quelle fatte dai bambini sentiti dagli inquirenti influenzati dalle "forti pressioni" dei genitori. Poi cominciò nell’estate del 2007 il lungo incidente probatorio nella procura di Tivoli, quando furono sentiti alla presenza di psicologi dal gip Elvira Tamburelli, decine di bambini.
Il penalista Giosuè Bruno Naso, legale della Magalotti dichiara che questo "è un epilogo scontato di una vicenda per certi versi grottesca". Invece gli avvocati delle famiglie di alcuni bimbi, Antonio Cardamone e Franco Merlino, sottolineano di non aver "mai dubitato della validità dell’impostazione del pubblico ministero".
* la Repubblica, 29 luglio 2009