Pubblicate le motivazioni con cui la Cassazione conferma la scarcerazione dei 5 indagati per pedofilia
Vacilla il teorema accusatorio: "Non c’è armonia tra accertamenti e atrocità"
Rignano: "Bimbi suggestionati
Cercare abusi fuori dalla scuola"
ROMA - Le testimonianze dei bambini di Rignano Flaminio potrebbero essere state influenzate dalle parole dei loro genitori: "Se vi sono state violenze sessuali, potrebbero essere state commesse fuori dalla scuola". La Cassazione pubblica le motivazioni con cui il 18 settembre scorso ha confermato l’ordinanza di scarcerazione degli indagati per i presunti abusi sugli alunni dell’asilo Olga Rovere. La sentenza apre una nuova pista nella vicenda: "Allo stato delle investigazioni - scrivono i supremi giudici - se vi sono state violenze, ipotesi non scartata dal Tribunale del riesame, esse sono state perpetrate con modalità differenti da quelle riferite nelle denunce". Per scoprire "quei giochi nel castello cattivissimo, "gli inquirenti devono seguire una pista diversa".
Vacilla il teorema accusatorio della Procura. La Cassazione non nasconde che dietro il malessere accusato dai bambini ci sia realmente stata violenza, ma non crede che gli indizi raccolti siano sufficienti a incriminare le tre maestre Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti, Marisa Pucci, l’autore televisivo Gianfranco Scancarello e il benzinaio Kelum Weramuni De Silva.
La Cassazione smonta l’accusa. Non c’è "armonia tra gli accertamenti medici e le vere e proprie atrocità fisiche patite dai piccoli secondo il racconto dei genitori", scrive il consigliere Claudia Squassoni, giudice esperto di diritti dei minori che partecipò alla stesura della Carta di Noto. Anche il test sui capelli dei bimbi, che avrebbe dimostrato la somministrazione di sedativi, "ha valenza labile perché effettuato a distanza di molti mesi dai fatti". La descrizione dei giocattoli è generica: "Sono oggetti di uso comune, il loro riconoscimento pone margini in incertezza".
"Una grossa botta all’impianto accusatorio". Così commenta Franco Coppi, difensore di due degli indagati. Diceva l’accusa che le maestre accompagnavano i bambini da scuola a casa loro per violentarli. Replica la Cassazione: "Come giustamente dice il Tribunale, non è stato accertato che le maestre potessero uscire dall’asilo senza che la loro assenza fosse notata dal personale scolastico e a chi venivano affidati i piccoli rimasti senza assistenza". Neppure le "intercettazioni telefoniche, le perquisizioni domiciliari e gli accertamenti sui personal computer degli indagati hanno dato esito positivo".
"Suggestioni". Per giustificare le parole dei bambini, la Cassazione ha una spiegazione: sono stati suggestionati. "La possibilità che gli adulti abbiano influito con domande suggestive sulla spontaneità del racconto dei bambini - si legge - ha avuto conferma almeno in due casi, nei quali i giudici del Tribunale del riesame hanno rilevato atteggiamenti prevaricatori, precisamente nelle videoregistrazioni. I genitori, prima di parlare con le autorità, si erano più volte riuniti, confrontandosi a vicenda e anche alla presenza dei figli e questo rende le loro denunce, se non sospette, sicuramente particolari".
Maestra: "Tolto marchio infamia". "La Cassazione ha rimosso il marchio d’infamia affibbiato a tre colleghe e, con esse, a tutto il corpo docente e non docente dell’Olga Rovere. Possiamo sperare che l’incubo stia per finire". Così Fabiola Magalotti, una collega delle tre maestre accusate.
Associazione genitori: "Vogliamo i colpevoli". Non si arrendono i genitori dei bambini. "I giudici hanno analizzato gli atti così come erano all’aprile del 2007. Non si sono pronunciati su quanto emerso dopo, in particolare in sede di incidente probatorio. Quindi non indietreggiamo di un millimetro". E’ quanto affermano alcuni genitori dell’Agerif (Associazione genitori Rignano Flaminio), della quale fanno parte tutte le famiglie che hanno presentato denunce sui presunti abusi. "Non cerchiamo dei colpevoli, ma i colpevoli. Se le maestre dovessero essere innocenti, bene per loro. Ma vogliamo sapere chi ha abusato dei nostri figli".
* la Repubblica, 9 ottobre 2007.