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Una catastrofe sociale e culturale senza fine ... "Pietà per il mondo, venga il nuovo sapere"(M. Serres, Distacco, 1986).

IL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. I BAMBINI DELLA SCUOLA MATERNA DROGATI DALLE MAESTRE E LA NUOVA PEDOFILIA. Una legge da cambiare e una rete estesa all’intera Italia da smantellare. Un articolo e una riflessione denuncia di Flavia Amabile - a cura di pfls

mercoledì 25 aprile 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] ho chiesto un aiuto a Massimiliano Frassi presidente di Prometeo, l’associazione che da anni lotta contro la pedofilia (andate a dare uno sguardo al suo blog). Massimiliano sostiene che la vicenda di Rignano è legata a una rete nazionale di pedofili che da Nord si sta estendendo al sud. Mi ha citato casi molto simili di pedofilia da Brescia a Vallo della Lucania in provincia di Salerno. La rete prende di mira le scuole materne dove c’è abbondanza di bambini troppo piccoli per essere (...)

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> IL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. --- Abusi all’asilo. Rinviati a giudizio i cinque accusati: la prima udienza è fissata il 27 maggio. Sono accusati di violenza sessuale sui bimbi e stupro di gruppo.

venerdì 12 febbraio 2010


-  Abusi all’asilo di Rignano Flaminio
-  Rinviati a giudizio i cinque accusati

-  Alla sbarra le tre maestre, la bidella e
-  l’autore tv. Sono accusati di violenza
-  sessuale sui bimbi e stupro di gruppo.
-  La prima udienza è fissata il 27 maggio
*

ROMA Sarà processo per i cinque imputati coinvolti nei presunti abusi di almeno 21 bambini che frequentavano l’asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio. Le parole con cui il gup ha disposto il rinvio a giudizio arrivano quando a Tivoli è appena terminata una vera e propria tormenta di neve.

Sono passate da pochi minuti le 15, dopo una camera di consiglio durata poco piu di due ore, il giudice Pier Luigi Balestrieri decide che sui fatti avvenuti nella scuola del paese alle porte di Roma tra il 2005 e il 2006 si dovrà fare un processo la cui prima udienza si celebrerà, sempre a Tivoli, il 27 maggio. Alla sbarra le tre maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, una bidella, Cristina Lunerti e l’autore tv, nonchè marito dalla Del Meglio, Gianfranco Scancarello. Sono accusati, tra l’altro, di maltrattamento, violenza sessuale e stupro di gruppo.

I genitori dei bambini coinvolti nella vicenda escono in lacrime dall’aula, si abbracciano, quasi per sorreggersi, sopraffatti da una forte emozione. «Alle parole del Gup ho provato una forte sensazione di rabbia - racconta la madre di una bambina che all’epoca dei fatti aveva 3 anni e mezzo -. Per circa quattro anni siamo stati considerati come dei pazzi, sembrava che gli orchi fossimo noi. Noi non possiamo più andare in giro per Rignano ogni giorno devo fare circa 20 chilometri per portare i miei figli a scuola. Da mesi stiamo provando a vendere casa ed andarcene da lì». A pochi metri, un’altra mamma che racconta i suoi 4 anni di inferno. «Questo è il primo passo - afferma - ma abbiamo vinto. Io mi ricordo dei segni sul corpo di mia figlia, per mesi ho vissuto nel rimorso quando lei mi diceva che non voleva andare a scuola. Oggi per noi e una giornata importante».

Per gli avvocati difensori, la decisione del giudice è «sconcertante» ma si dicono pronti ad affrontare un processo dove dimostreremo «l’innocenza dei nostri assistiti» perchè «siamo in presenza di un paradosso: in dibattimento ci dovremo confrontare sugli stessi indizi che sia il Riesame che la Cassazione avevano ritenuti insussistenti». Per gli avvocati di parte civile, la decisione di mandare gli imputati a processo «giunge con buona pace di chi ha tentato di ridicolizzare questa indagine e che oggi farebbe bene a presentare le proprie scuse ad un gruppo di genitori». Sarà, quindi, un processo a chiarire cosa sia davvero avvenuto quattro anni fa nell’asilo di Rignano. Una vicenda che fin dal primo momento ha diviso l’Italia in innocentisti e colpevolisti. L’accusa si basa sul racconto fatto da alcuni bambini ai genitori: tra il 2005 e il 2006 i piccoli sarebbero stati prima narcotizzati e poi avrebbero subito violenza sessuale in una villa poco distante dalla scuola, il tutto alla presenza di un uomo che avrebbe filmato.

Il 24 aprile del 2007 vengono disposti gli arresti delle maestre, di Scancarello, e del benzinaio cingalese, Kelum Weramuni De Silva, la cui posizione verrà poi archiviata così come quella di un’altra maestra, Assunta Pisani. Dopo poche settimane, il 10 maggio del 2007, il Tribunale del Riesame li rimette in libertà smontando la tesi accusatoria, così come farà la corte di Cassazione. La Procura di Tivoli ha però proseguito nell’inchiesta raccogliendo «nuovi indizi» anche grazie all’incidente probatorio. Oggi la decisione del Gup che porta al processo.

* La Stampa, 12/2/2010 (19:22)


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