Inviare un messaggio

In risposta a:
Eu-angelo e democrazia: "esperienze pastorali"

Don Lorenzo Milani, la Scuola di Barbiana, e la "Lettera a una professoressa". Un "ricordo" di Francesco Erbani - a cura di Federico La Sala

venerdì 11 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Libro-manifesto, si è detto, consegnato al mondo contadino di Barbiana, utopico e indigesto. Ma quel volume, suggerisce Giorgio Pecorini, che ha frequentato il prete per dieci anni, «non deve esser letto come un ricettario, ma come un atteggiamento etico». «Spesso gli amici (...) insistono perché io scriva per loro un metodo, che io precisi i programmi (...)», annota don Milani in Esperienze pastorali, pubblicato nel 1958, quattro anni dopo l’arrivo a Barbiana. «Sbagliano la domanda, (...)

In risposta a:

> “ESPERIENZE PASTORALI” NON È PIU’ «INOPPORTUNO». RIABILITATO IL LIBRO DI DON MILANI (di Luca Kocci)

lunedì 21 aprile 2014

CONTRORDINE: “ESPERIENZE PASTORALI” NON È PIU’ «INOPPORTUNO». RIABILITATO IL LIBRO DI DON MILANI *

35810 FIRENZE-ADISTA. Meglio tardi che mai, recita l’adagio, e si addice perfettamente a quanto l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, ha rivelato ad Andrea Fagioli che lo scorso 17 aprile lo ha intervistato sul settimanale diocesano Toscana Oggi, di cui è direttore: la Congregazione per la Dottrina della Fede - annuncia Betori -, sebbene con una formulazione piuttosto minimalista giustificata dal “mutare dei tempi”, ha riabilitato Esperienze pastorali, l’unico volume firmato da don Lorenzo Milani che nel 1958, pochi mesi dopo la pubblicazione, venne giudicato «inopportuno» e «ritirato dal commercio» per ordine del Sant’Uffizio allora guidato dall’ultraconservatore card. Alfredo Ottaviani.

«Nel novembre scorso - spiega l’arcivescovo di Firenze -, dopo un accurato lavoro di ricerca, ho inviato al santo padre un’ampia documentazione su Esperienze pastorali» nella quale evidenziavo che il libro «era ancora sotto la proibizione di stampa e di diffusione.
-  Questo dossier il papa lo ha passato alla Congregazione per la Dottrina della Fede che proprio in questi giorni mi ha risposto, sottolineando innanzitutto una cosa che spesso sfugge, ovvero che non c’è stato mai nessun decreto di condanna contro Esperienze pastorali né tantomeno contro don Lorenzo Milani. Ci fu soltanto una comunicazione data dalla Congregazione all’arcivescovo di Firenze (il card. Ermenegilfo Florit, ndr) nella quale si suggeriva di ritirare dal commercio il libro e di non ristamparlo o tradurlo. Questa comunicazione fu poi resa nota anche attraverso un articolo dell’Osservatore Romano».
-  Pertanto, aggiunge, «non c’è stato mai un decreto che in qualche modo dava un giudizio di condanna dell’opera e dell’autore. L’intervento aveva un chiaro carattere prudenziale ed era motivato da situazioni contingenti. Oggi la Congregazione mi dice che ormai le circostanze sono mutate e pertanto quell’intervento non ha più ragione di sussistere. Da ora in poi la ristampa di Esperienze pastorali non ha nessuna proibizione da parte della Chiesa (il testo comunque in questi anni ha continuato ad essere regolarmente stampato dalla Libreria editrice fiorentina, ndr) e torna a diventare un patrimonio del cattolicesimo italiano e in particolare della Chiesa fiorentina, un contributo alla riflessione ecclesiale da riprendere in mano e su cui confrontarsi».

Betori getta acqua sul fuoco.

Tuttavia, sebbene il libro non sia stato messo all’Indice, l’intervento censorio c’è stato. La stesura del volume cominciò negli anni in cui don Milani era cappellano, cioè viceparroco, a San Donato di Calenzano (fra il ‘47 e il ‘54). Si trattava di un’analisi della società e della prassi ecclesiale del tempo, a partire dalla sua “esperienza pastorale” a San Donato.

Venne ultimato successivamente e pubblicato dalla Lef nell’aprile 1958 - con una lunga prefazione dell’arcivescovo di Camerino, mons. Giuseppe D’Avack -, quando Milani era già stato esiliato a Barbiana, nel Mugello. Nel settembre di quell’anno La Civiltà Cattolica - il quindicinale dei gesuiti le cui bozze vengono lette e corrette dalla Segreteria di Stato vaticana - pubblicò una severa stroncatura del testo (firmata dal gesuita p. Angelo Perego), preceduta da due recensioni altrettanto negative sulla Settimana del clero e su Orientamenti pastorali.

Tre mesi dopo arrivò l’intervento del Sant’Uffizio, prima con una lettera a mons. Florit (15 dicembre) e poi con la pubblicazione di un lungo articolo sull’Osservatore Romano (20 dicembre): si ordinava che il libro fosse «ritirato dal commercio», poiché conteneva «ardite e pericolose novità» in campo sociale. Il testo non fu condannato perché si allontanava dalla “ortodossia”, ma venne giudicato «inopportuno», e quindi proibito.

Ora, dopo una “pausa di riflessione” durata più di 50 anni, la Congregazione per la Dottrina della Fede ci ripensa. Meglio tardi che mai, anche se manca ancora un passaggio: il riconoscimento che la censura del 1958 fu un grave errore. (luca kocci)

* Adista Notizie n. 16 del 26/04/2014


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: