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Ma quale Logos!!! Non confondiamo il magistero dell’Amore di Gesù ("Deus charitas est") con il nostro magistero-logo di "Mammona" ("Deus caritas est")!!!

BENEDETTO XVI, BERLUSCONI, PEZZOTTA. La lobby vaticana all’attacco dello stato italiano: vogliamo l’800 per mille!!! La ragione è chiara: Dio è "Mammona"("Deus caritas est") ... e Gesù era solo un "terrorista" che era solito cacciare i mercanti dal Tempio!!! Il commento di Eugenio Scalfari sulla giornata del "family day" - a cura di pfls

domenica 13 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Non vorremmo usare parole gravi ma la giornata di ieri ha indebolito la democrazia italiana. Non perché tanta gente si sia riunita per far sentire la sua adesione ai valori e agli interessi delle famiglie; ma perché quella stessa gente è stata manipolata dalle destre e dalla Chiesa in perfetta sintonia tra loro. Trono e altare, come ai vecchi tempi.
Vengono in mente i farisei denunciati da Gesù come sepolcri imbiancati e viene in mente anche la biografia privata di molti capi della (...)

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> BENEDETTO XVI, BERLUSCONI, PEZZOTTA. La lobby vaticana all’attacco dello stato italiano: vogliamo l’800 per mille!!! Il messaggio è chiaro: Dio è "Mammona"("Deus caritas est") ... e Gesù era solo un "terrorista" che era solito cacciare i mercanti dal Tempio!!! Il commento di Eugenio Scalfari sulla giornata del "family day" - a cura di pfls

domenica 13 maggio 2007

Una piazza, tanti pretendenti Nei Ds si apre la questione laica Lite Berlusconi-Casini: i cattolici a me *

A chi la piazza? Non mancano i pretendenti, il giorno dopo Family Day e Coraggio Laico. Molti facendosi paladini di quella più affollata, San Giovanni. Una manifestazione nata ufficialmente non "contro" qualcosa o qualcuno ma poi conclusasi con una richiesta perentoria al Governo di cancellare i Dico. Richiesta venuta da Gavino Pezzotta, l’ex leader della Cisl divenuto portavoce della giornata. Subito apostrofato dalla ministra della Famiglia, Rosy Bindi, alla quale non sono piaciute le richieste dell’ex sindacalista. Il vice-premier Francesco Rutelli, che il giorno prima aveva detto che sarebbe andato a piazza San Giovanni se fosse stato un semplice deputato, non ha atteso che il mezzo milione di famiglie e parroci defluisse per annunciare solennemente che le richieste della piazza sarebbero state accolte.

Ma quali richieste? La cancellazione dei Dico o una politica per la famiglia più attenta? Certo, la prima provocherebbe facilmente una rottura drammatica dentro la maggioranza. Lo ha già fatto capire Barbara Pollastrini, ministra per le Pari opportunità. «Rimango convinta che la maggioranza della società italiana condivida valori di laicità, responsabilità e dignità della persona. Non mi faccio abbagliare da una pur grande manifestazione in un Paese che ha visto eventi altrettanto e più partecipati» dice la Pollastrini in un’intervista al nostro giornale. «Ritengo un errore, uno sciupio che qualcuno degli organizzatori voglia usare la piazza in modo strumentale e un po’ cinico contro un nemico, i Dico, che non c’è. Perchè, lo ribadisco, i Dico nulla levano alla famiglia né equiparano i diritti delle coppie di fatto al matrimonio».

In realtà la polemica dentro l’Unione è già abbastanza forte. Gli organizzatori del Coraggio Laico polemizzano con i Ds che non sono andati a piazza Navona. Duro il capogruppo de Verdi, Angelo Bonelli, che teme una marcia indietro rispetto al programma dell’Unione. «Preoccupa fortemente che il conservatore e neo presidente francese Nicolas Sarkozy abbia in tema di diritti civili posizioni molto più avanzate non solo della destra italiana - dice Bonelli - ma anche di una parte del nascente Partito Democratico. L’Italia rischia di esser portata fuori dall’Europa da una campagna politico-religiosa integralista. Se il riconoscimento delle coppie di fatto non dovesse essere realizzato verrebbe meno un impegno culturale prima ancora che politico della coalizione dell’Unione».

L’imbarazzo dei Ds rispetto alla giornata di sabato è ben rappresentato da Mercedes Presso, presidente del Piemonte, che non ha mandato giù un atteggiamento troppo tiepido della dirigenza del partito rispetto al tema della laicità. «Dopo una manifestazione come il Family Day, credo sia indispensabile che qualcuno nel partito Democratico si faccia carico di difendere i valori della cultura laica. Per questo lancerò l’idea di una componente che lavori con questo obiettivo». «Nei Ds sento molta delusione e non solo tra coloro che avevano aderito alle mozioni Angius e Musssi - ha detto la Bresso in un’intervista a Repubblica - almeno per ora, restano nel partito, ma anche tra tanti compagni della mozione Fassino. Se l’assemblea costituente del Pd sarà eletta sulla base di liste che devono presentare un programma, mi pare sensato far nascere un polo che si proponga di difendere alcuni principi fondamentali» di laicità.

Tutti, invece, se la prendono con Berlusconi, da destra e da sinistra. Il tycoon della tv era arrivato in piazza San Giovanni lanciando i suoi soliti anatemi, in particolare contro i cattolici «che non possono essere di sinistra». Facendo arrabbiare i due ministri filo-Family Day, Fioroni e Mastella, che erano passati a San Giovanni a raccogliere qualche manciata di consensi. Ma facendo usceri dai gangheri anche l’Udc Pierferdinando Casini. «Berlusconi si è messo a fare il paladino dei preti? Ognuno fa il paladino di chi vuole. Io non voglio dare giudizi, non voglio confondere il sacro con il profano e per me piazza S.Giovanni è sacra per i valori che rappresenta. Amarla significa non strumentalizzarla, però...» ha commentato l’ex presidente della Camera.

* l’Unità, Pubblicato il: 13.05.07, Modificato il: 13.05.07 alle ore 14.57


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