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Il cristianesimo non è il cattolicesimo-romano, come l’ev-angelo non è il van-gelo, e la "charitas" non è la "caritas"!!!

I REGIMI AUTORITARI, IL MARXISMO, E IL CAPITALISMO HANNO FALLITO: LA DOTTRINA DI RATISBONA DEL PAPA DEL CATTOLICESIMO-ROMANO AL MONDO LATINO-AMERICANO E ALLA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE. Il "resoconto" di Marco Politi e di Luigi Accattoli dal Brasile - a cura di pfls

lunedì 14 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Stupefacente nel discorso papale è la descrizione idilliaca dell’arrivo del cristianesimo in America latina. I popoli precolombiani attendevano il Verbo, che cercavano senza saperlo: «L’annuncio del Vangelo non comportò in nessun momento - precisa - l’alienazione delle culture precolombiane né fu un’imposizione di una cultura straniera». Rimossi il ferro e il fuoco con cui i Conquistadores imposero la fede, cancellate le riflessioni autocritiche di Wojtyla. Un fenomeno grandioso di (...)

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> PAROLA DEL PAPA DEL CATTOLICESIMO-ROMANO AL MONDO LATINO-AMERICANO. ---- La lettera a Benedetto XVI che i francesi non sono abbastanza adulti per leggere (di Claude Lacaille - A mio fratello Benedetto XVI).

venerdì 17 settembre 2010

La lettera a Benedetto XVI che i francesi non sono abbastanza adulti per leggere

di Claude Lacaille

in “Témoignage Chrétien” n. 3257 del 21 giugno 2007 (www.finesettimana.org)

Pubblicata sulla stampa del Quebec in occasione del viaggio del papa in Brasile nel mese di maggio, questa lettera aperta è stata largamente diffusa nei paesi francofoni e ispanofoni, grazie soprattutto a internet. Al contrario la si è poco letta sulla stampa francese. Témoignage Chrétien la pubblica con l’autorizzazione dell’autore, il quale si confessa “sorpreso dell’eco e meravigliato del dibattito che ha suscitato”. La lettera a Benedetto XVI di questo prete del Quebec, Claude Lacaille, solleva numerose questioni lancinanti per l’insieme della chiesa cattolica: difficoltà di comunicazione con la gerarchia, posto della morale sessuale nei discorsi dell’istituzione, ruolo delle conferenze episcopali, ecc. Ma è soprattutto la delusione e l’incomprensione che sono al centro del testo. Il tentativo di mettere al passo le correnti della teologia della liberazione (“pratica” e non “teoria” secondo Claude Lacaille) e il rimettere la pastorale sacramentale al centro susciterebbe un vero sentimento d’abbandono massiccio dei credenti e delle credenti poveri dell’America latina. “E’ una vergogna mandare in rovina così una chiesa sull’altare di un potere clericale oscurantista” ci ha confidato Claude Lacaille. “L’attuale cardinale di Santiago entra in crisi ogni volta che sente la parola “sociale”: per lui si tratta di marxismo”.

A mio fratello Benedetto XVI

di Claude Lacaille, prete delle Missioni straniere, Trois-Rivières (Quebec)

“Ti indirizzo questa lettera perché ho bisogno di comunicare con il pastore della chiesa cattolica e perché non esiste nessun canale di comunicazione per raggiungerti. Mi indirizzo a te come a un fratello nella fede e nel sacerdozio poiché abbiamo ricevuto in comune la missione di annunciare il Vangelo di Gesù a tutte le nazioni.

Io sono prete missionario del Quebec da 45 anni; mi sono impegnato con entusiasmo al servizio del Signore all’apertura del concilio ecumenico Vaticano II. Mi sono trovato a lavorare in ambienti particolarmente poveri: nel quartiere Bolosse a Port au-Prince sotto François Duvalier, poi tra i Quichuas in Equador, e infine in un quartiere operaio di Santiago del Cile, sotto la dittatura di Pinochet.

Nel leggere il Vangelo di Gesù durante i miei studi secondari, sono rimasto impressionato dalla folla di poveri e di menomati dalla vita di cui si circondava Gesù mentre i numerosi preti che ci seguivano nel collegio cattolico ci parlavano solo di morale sessuale. Avevo 15 anni.

A bordo dell’aereo che ti conduceva in Brasile, hai ancora una volta condannato la teologia della liberazione come un falso millenarismo e un miscuglio non corretto di chiesa e politica. Sono rimasto profondamente scioccato e ferito dalle tue parole. Avevo già letto e riletto le due istruzioni che l’ex cardinale Ratzinger aveva pubblicato su questo tema. Vi si descrive uno spauracchio che non rappresenta per niente il mio vissuto e le mie convinzioni. Non ho avuto bisogno di leggere Karl Marx per scoprire l’opzione per i poveri. La teologia della liberazione non è una dottrina, una teoria; è un modo di vivere il vangelo nella prossimità e solidarietà con le persone escluse, impoverite.

E’ indecente condannare così pubblicamente dei credenti che hanno consacrato la loro vita, e noi siamo decine di migliaia di laici, di religiose e di religiosi, di preti venuti da ogni parte ad aver seguito lo stesso cammino. Essere discepolo di Gesù, è imitarlo, seguirlo, agire come ha agito. Non comprendo il grave accanimento contro di noi. Proprio prima del tuo viaggio in Brasile hai ridotto al silenzio e congedato dall’insegnamento cattolico padre Jon Sobrino (ndr.: al momento non è stata emanata nessuna sanzione), teologo impegnato e devoto, compagno dei gesuiti martiri del Salvador e di monsignor Romero. Quest’uomo di 70 anni ha servito con coraggio e umiltà la chiesa dell’America latina con il suo insegnamento. E’ un’eresia presentare Gesù come un uomo e di trarne le conseguenze?

Ho conosciuto la dittatura di Pinochet in Cile in una chiesa guidata valorosamente da un pastore eccezionale, il cardinal Raul Silva Henriquez. Sotto il suo governo, abbiamo accompagnato un popolo spaventato, terrorizzato dai militari fascisti cattolici che pretendevano di difendere la civiltà cristiana occidentale torturando, sequestrando, facendo scomparire e assassinando.

Ho vissuto quegli anni in un quartiere popolare particolarmente colpito dalla repressione, la Bandera. Sì, ho nascosto delle persone; sì, ne ho aiutate a lasciare il paese; sì, ho aiutato della gente ha salvare la pelle; sì, ho partecipato a degli scioperi della fame. Ho anche consacrato quegli anni a leggere la bibbia con la gente dei quartieri popolari. Centinaia di persone hanno scoperto la parola di Dio e questo ha permesso loro di far fronte all’oppressione con fede e coraggio, convinti che Dio li accompagnava.

Ho organizzato delle mense dei poveri e dei laboratori artigianali per permettere a degli anziani prigionieri politici di ritrovare il loro posto nella società. Ho raccolto i loro corpi assassinati all’obitorio e ho loro dato una sepoltura degna di esseri umani. Ho promosso e difeso i diritti della persona a rischio della mia integrità fisica e della mia vita. Sì, la maggior parte delle vittime della dittatura erano marxisti, e noi ci siamo fatti prossimi perché queste persone ci erano simili.

Abbiamo cantato e sperato insieme la fine di questa ignominia. Abbiamo sognato insieme la libertà. Che avresti fatto al mio posto? Per quale peccato vuoi condannarmi, mio fratello Benedetto? Che cosa ti indispone così tanto in questa pratica? E’ così distante da ciò che Gesù avrebbe fatto nelle stesse circostanze? Come pensi che io mi senta quanto ascolto le tue condanne reiterate? Giungo come te al termine del mio servizio ministeriale e mi attenderei di essere trattato con più rispetto e più affetto da parte di un pastore. Ma tu mi dici: “Non hai capito nulla del Vangelo. E’ solo marxismo! Sei un ingenuo!” Non si tratta di eccessiva arroganza da parte tua?

Rientro dal Cile, dove ho rivisto i miei amici del quartiere dopo 25 anni; nel gennaio scorso sono venuti in 70 ad accogliermi. Mi hanno accolto fraternamente dicendomi: “Tu hai vissuto con noi, come noi, ci hai accompagnato durante i peggiori anni della nostra storia. Sei stato solidale e ci hai amato. E’ per questo che ti vogliamo molto bene”. E questi stessi lavoratori e lavoratrici mi dicevano: “Siamo stati abbandonati dalla nostra chiesa. I preti sono rientrati nei loro templi; non condividono più con noi, non vivono più tra noi”.

In Brasile c’è la stessa realtà: in 25 anni si è rimpiazzato un episcopato impegnato presso i contadini senza terra e i poveri delle favelas delle grandi città con vescovi conservatori che hanno combattuto e rifiutato centinaia di comunità di base, dove la fede si viveva nella vita concreta. Tutto questo ha provocato un vuoto immenso che le chiese evangeliche e pentecostali hanno colmato: sono rimaste in mezzo al popolo e centinaia di migliaia di cattolici passano a queste comunità.

Caro Benedetto, ti supplico di cambiare il tuo sguardo. Non hai l’esclusività del soffio divino; tutta la comunità ecclesiale è animata dallo spirito di Gesù. Ti prego, ritira le tue condanne; tra breve sarai giudicato dal solo autorizzato a classificare chi sta destra e chi a sinistra, e sai come me che è sull’amore che saremo giudicati.”


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