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W o ITALY. Al di là dell’ideologia di "mammona" e di "mammasantissima"!!!

PALERMO: MILLE NOTE CONTRO LA MAFIA. STRAGE DI CAPACI. RICORDANDO GIOVANNI FALCONE, IL PRESIDENTE NAPOLITANO ESORTA E SOLLECITA: "Serve un movimento di popolo contro Cosa nostra"!!! - a cura di pfls

giovedì 24 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio a Maria Falcone nel quale ha voluto ricordare il "micidiale barbaro agguato di Capaci" e il "criminale attentato a Paolo Borsellino", ovvero alcuni dei "più combattivi e moderni magistrati impegnati nella lotta alla criminalità organizzata". Il presidente Napolitano ha aggiunto che "questa battaglia va ripresa e sviluppata con l’impegno di tutte le forze politiche e sociali e con la partecipazione convinta dei (...)

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> PALERMO: MILLE NOTE CONTRO LA MAFIA. STRAGE DI CAPACI. RICORDANDO GIOVANNI FALCONE, IL PRESIDENTE NAPOLITANO ESORTA E SOLLECITA: "Serve un movimento di popolo contro Cosa nostra"!!! ----- Capaci, 16 anni fa la strage: duemila in nave a Palermo.

venerdì 23 maggio 2008

Capaci, 16 anni fa la strage: duemila in nave a Palermo

Sulle note di «Pensa» la canzone contro la mafia del cantautore Fabrizio Moro è approdata al porto di Palermo, attorno alle nove di venerdì mattina, la «nave della legalità» partita da Civitavecchia con a bordo duemila ragazzi in arrivo da tutta Italia per commemorare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a sedici anni dal loro assassinio.

Molti i palermitani affacciati ai balconi per salutare i giovani che sono scesi in corteo sul molo guidati dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, innalzando striscioni contro la mafia. Quello dell’Istituto Commerciale Marconi di Militello recitava: «Tutte le guerre ko, guerra alla mafia ok». O quello dell’Istituto Capuano di Casteldaccia su cui si leggeva « distruggiamo la mafia per costruire insieme il nostro futuro». All’arrivo della nave erano presenti, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e la sorella di Giovanni Falcone, Maria. I ragazzi sono poi partiti in corteo verso l’aula bunker dell’Ucciardone.

«Vedervi qui, in tanti, è una grande gioia e dimostra che, contrariamente a quanto si ritiene, i giovani italiani hanno valori forti». Con queste parole piene di speranza Maria Falcone ha accolto la nave sul molo del porto di Palermo. Pietro Grasso invece fa un appello al mondo dell’istruzione: «Oggi il futuro è rappresentato dalle giovani generazioni. Il mondo della scuola è quello che formerà le classi dirigenti di domani ed è dalla scuola che dobbiamo alimentare la nostra speranza di un domani senza mafie».

Nel messaggio a Maria Falcone il Capo dello Stato Giorgio Napolitano scrive: «Le immagini della strage restano incancellabili nella memoria degli italiani e rinnovano l’angoscia e l’allarme di quel giorno, in cui la mafia colpì un magistrato di eccezionale talento e coraggio, che aveva saputo contrastarla anche individuando nuovi e più efficaci strumenti in grado di combatterla». Napolitano ricorda che «con quell’attentato e con gli altri che ad esso seguirono, la mafia portò un terribile attacco alle istituzioni repubblicane. Lo Stato seppe però reagire adeguatamente. La battaglia e l’esempio di Giovanni Falcone innescarono nel Paese una reazione ferma e diffusa. All’azione della Magistratura e delle Forze dell’ordine si accompagnarono l’impegno di tutte le forze politiche e la partecipazione convinta dei cittadini».

La Strage di Capaci. Giovanni stava tornando da Roma come era solito fare nei fine settimana. Il jet di servizio partito dall’aeroporto di Ciampino intorno alle 16:45 arriva a Punta Raisi dopo un viaggio di 53 minuti. Lo attendono tre autovetture del gruppo di scorta sotto comando del capo della squadra mobile della Polizia di Stato, Arnaldo La Barbera.

Appena sceso dall’aereo, Falcone si sistema alla guida di una Croma bianca ed accanto prende posto la moglie Francesca Morvillo. Nella Croma marrone, c’è alla guida Vito Schifani, con accanto l’agente scelto Antonio Montinaro e sul retro Rocco Di Cillo, mentre nella vettura azzurra ci sono Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Al gruppo è in testa la Croma marrone, poi la Croma bianca guidata da Falcone, e in coda la Croma azzurra.

Le auto lasciano l’aeroporto imboccando l’autostrada in direzione Palermo. La situazione appare tranquilla, tanto che non vengono attivate neppure le sirene. Ma qualcuno, nell’ombra, ha già tramato. Sa dell’arrivo del giudice. Su una strada parallela, una macchina si affianca agli spostamenti delle tre Croma blindate, per darne segnalazione ai killer in agguato sulle alture sovrastanti il litorale; sono gli ultimi secondi prima della strage.

Otto minuti dopo, alle ore 17:58, presso il Km.5 della A29, una carica di cinque quintali di tritolo posizionata in un tunnel scavato sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine viene azionata per telecomando da Giovanni Brusca, il sicario incaricato da Totò Riina.

La deflagrazione provoca un’esplosione immane ed una voragine enorme sulla strada. Giovanni Falcone muore alle 19:05 del 23 Maggio del 1992. Si consuma così il più eclatante attacco che Cosa Nostra abbia mai sferrato ai danni dello Stato.

* l’Unità, Pubblicato il: 23.05.08, Modificato il: 23.05.08 alle ore 16.39


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