[...] «Care Amiche e amici,
invio questa lettera spedita al mio vescovo, nonché Presidente della Cei prima privatamente e dando una settimana di tempo per un eventuale incontro di approfondimento. Non ho avuto alcun riscontro per cui mi sento libero di renderla pubblica. Molte altre cose avrei voluto dire, ma dovevo restare entro una pagina. Sarà per la prossima lettera d’amore [...] - Genova 14 maggio 2007
[...] SENZA LA PROFEZIA, RIMANE LA COMPLICITÀ*
Egregio sig. Cardinale,
viviamo (...)

Nel mio futuro ricco di "bho" e di incertezze spero che almeno alcune cose possano cambiare. Oggi mentre mi leggevi la lettera di Don Paolo, oltre al disgusto totale che provo per questa società, non potevo fare a meno di provare sollievo dall’avere appreso che ci sono ancora persone che sono disposte a tutto pur di cambiarla. Grazie quindi a Don Paolo e a te Michela, grazie a chi cerca ancora di combattere per qualche cosa di giusto, grazie a tutti coloro che cercano fra mille difficoltà, censure e barriere, di fare aprire gli occhi a noi sudditi di un sistema monopolizzato dalla stupidità televisiva e dai depistaggi giornalistici. Internet è forse uno dei mezzi ancora abbastanza liberi per poter farsi sentire dalla gente che come me si sta svegliando dal torbido di una vita monopolizzata dalle solite falsità, anche se come molti di voi sapranno, le sentinelle di questo diktat governativo stanno già minandone la struttura, mi riferisco al disegno di legge 733, il cosiddetto pacchetto sicurezza, in particolare all’articolo 50bis se non erro che in pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Concludo ringraziando quindi ancora Don Paolo per aver scritto quella lettera, Michela per avermela letta oggi e tutti coloro che ancora credono e "combattono" per cambiare le cose. Un caro saluto da Michele.