[...] «Care Amiche e amici,
invio questa lettera spedita al mio vescovo, nonché Presidente della Cei prima privatamente e dando una settimana di tempo per un eventuale incontro di approfondimento. Non ho avuto alcun riscontro per cui mi sento libero di renderla pubblica. Molte altre cose avrei voluto dire, ma dovevo restare entro una pagina. Sarà per la prossima lettera d’amore [...] - Genova 14 maggio 2007
[...] SENZA LA PROFEZIA, RIMANE LA COMPLICITÀ*
Egregio sig. Cardinale,
viviamo (...)

Mi sembra un po’ la dura la lettera di don Farinella nei confronti del cardinale Bagnasco. Non vorrei che la Chiesa tutta possa apparire responsabile di comportamenti indivinduali certamente censurabili da parte delle più alte cariche dello Stato. Alcune autorevoli voci della Chiesa si sono già levate per condannare comportamenti non in linea con l’etica e la morale cristiane. Basti vedere alcuni editoriali di "Avvenire" o l’ultimo numero del settimanale "Famiglia Cristiana". Lo stesso intervento di Benedetto XVI di alcuni giorni fa di elogio di Alcide De Gasperi, implicitamente suona come una condanna della disinvolta condotta del Presidente del Consiglio in carica. Ancora ieri il pontefice, nel corso dell’udienza generale, ha ricordato l’importanza dell’etica e della moralità in politica. Tantissimi sono gli interventi di uomini e donne della Chiesa che, con estrema franchezza, esprimono sincero disappunto attorno a determinati modelli di comportamento. Tutta questa è Chiesa, come lo è il cardinale Bagnasco, che avrà le sue buone ragioni per "frenare" la sua autorevole voce circa il caso specifico del premier, non risparmiando censure su modelli di comportamento generali che sicuramente includono anche Berlusconi. A volte può capitare di non essere compresi subito su alcuni "silenzi", come accadde a Pio XII durante il secondo conflitto mondiale a proposito della condanna del Nazismo.