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BUSH E I SUOI CONTI ALLA ROVESCIA!!! GUERRA, E ANCORA GUERRA: ORA CONTRO TEHERAN. UN "BEL REGALO" DI FINE MANDATO AGLI STATI UNITI, ALL’EUROPA E AL MONDO INTERO!!! Silenziosamente, furtivamente, al riparo dalle telecamere, la guerra contro l’Iran è cominciata. Un articolo di Alain Gresh (maggio 2007) - a cura di pfls

mercoledì 10 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] niente indica che il presidente Bush abbia rinunciato ad attaccare l’Iran.
Questo obiettivo s’inscrive nella sua visione di una «terza guerra mondiale» contro il «fascismo islamico», una guerra ideologica che non può finire se non con la vittoria totale. La demonizzazione dell’Iran, facilitata dall’atteggiamento del suo presidente, s’inscrive in questa strategia, che può sfociare in una nuova avventura militare. Sarebbe una catastrofe, non soltanto per l’Iran e per il Vicino Oriente, (...)

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> BUSH E I SUOI CONTI ALLA ROVESCIA!!! GUERRA, E ANCORA GUERRA: ORA CONTRO TEHERAN. UN "BEL REGALO" DI FINE MANDATO AGLI STATI UNITI, ALL’EUROPA E AL MONDO INTERO!!! Silenziosamente, furtivamente, al riparo dalle telecamere, la guerra contro l’Iran è cominciata. Un articolo di Alain Gresh (maggio 2007) - a cura di pfls

sabato 27 ottobre 2007

Gli Usa decretano: le Guardie iraniane sono «terroristi»

Nuove sanzioni all’Iran

di Ma.Fo. (il manifesto, 26.10.2007)

Gli Stati uniti hanno annunciato ieri nuove sanzioni contro l’Iran, con un gesto che sembra più un preludio a un attacco militare che un semplice inasprimento delle misure già in vigore.

Le sanzioni annunciate ieri infatti riguardano le Guardie della rivoluzione (Sepah-e-pasdaran). La segretaria di stato Condoleezza Rice, insieme al segretario al tesoro Henry Paulson, ha accusato la divisione al-Quds delle Guardie (le truppe di élite) di «sostenere il terrorismo», e l’intero corpo delle Guardie della Rivoluzione di «proliferare armi di distruzione di massa». Ha quindi annunciato sanzioni contro oltre 20 aziende iraniane, banche e individui, nonché contro il ministero della difesa di Tehran. Misure, ha detto Rice, pensate per «aumentare per l’Iran il costo del suo comportamento irresponsabile», e costringere Tehran a mettere fine al suo programma di arricchimento dell’uranio e alle sue «attività terroriste». L’effetto pratico di tali sanzioni non è evidente: il Sepah-e-pasdaran non è certo in rapporti d’affari con le banche americane, e anche le banche iraniane colpite (Bank Melli, Bank Mellat e Bank Saderat) erano comunque già tagliate fuori da ogni transazione con istituti di credito americani.

L’effetto è soprattutto politico. E’ infatti la prima volta che gli Stati uniti adottano sanzioni contro le forze armate di uno stato sovrano. Washington ha più volte accusato negli ultimi mesi l’Iran (anzi, le Guardie della Rivoluzione) di armare e sostenere milizie in Iraq: ora, dichiarando le Guardie organizzazione «terrorista», Washington si dà un appiglio per giustificare eventuali operazioni militari contro Tehran.

La decisione statunitense ha avuto l’immediato sostegno di Londra e Gerusalemme, e questo non sorprende. «Sosteniamo le ulteriori pressioni americane sul regime iraniano», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri britannico. Contraria è invece la Russia. Il presidente Vladimir Putin ieri sera ha obiettato all’annuncio americano, dicendo che così si mette Tehran alle strette: «Perché dovremmo peggiorare la situazione, metterli all’angolo, minacciando nuove sanzioni?», ha detto durante una visita a Lisbona. Mosca ha già chiarito che non appoggerà una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza con nuove sanzioni a Tehran». In serata è giunta anche la prima reazione di Tehran. L’Iran condanna il gesto degli Stati uniti: «Le politiche ostili dell’America contro la nazione iraniana e le nostre organizzazioni legali sono contrarie alle norme internazionali e non hanno alcun valore», ha detto il portavoce del ministero degli esteri alla tv di stato.


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