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PER LA RICERCA DELLA VERITA’ SUI FATTI DI GENOVA - G8 - SEI ANNI DOPO SIAMO ANCORA QUI. L’Avv. Ezio Menzione riceve minacce. L’AED (Avvocati Europei Democratici) ed il Legal Team Italia esprimono la loro massima solidarietà - a cura di pfls

venerdì 20 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
COMUNICATO STAMPA
SOLIDARIETA’ ALL’AVV. EZIO MENZIONE
Nella mattina del 26 maggio l’Avv. Ezio Menzione, che da anni
si batte in prima fila per la difesa dei diritti fondamentali
e per la ricerca della verità sui fatti di Genova, ha
ricevuto pesanti minacce anonime con cui gli si intimava
“Lasciate stare a Placanica, sennò vi faremo saltare in aria"
Il giorno prima, in un’udienza davanti al Tribunale genovese
per un processo contro alcuni manifestanti, l’Avv. Menzione (...)

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> PER LA RICERCA DELLA VERITA’ SUI FATTI DI GENOVA. L’Avv. Ezio Menzione riceve minacce. L’AED (Avvocati Europei Democratici) ed il Legal Team Italia esprimono la loro massima solidarietà - a cura di pfls

giovedì 21 giugno 2007

CAPO POLIZIA INDAGATO IN INCHIESTA G8 GENOVA

ROMA - Il capo della Polizia, Gianni De Gennaro, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Genova nell’ambito dell’inchiesta sul G8. A quanto si é appreso da fonti ufficiose ma autorevoli, l’iscrizione, alcuni giorni fa, sarebbe stata fatta per l’ipotesi di reato di istigazione alla falsa testimonianza. Non si e’ appresa la data esatta dell’iscrizione nel registro degli indagati del prefetto De Gennaro, che sarebbe pero’ di poco precedente o immediatamente successiva alla deposizione del numero due del reparto mobile di Roma, Fournier, sulla ’’macelleria messicana’’ alla scuola Diaz. La decisione della magistratura genovese, comunicata con avviso di garanzia al capo della Polizia, sarebbe stata motivo dell’ accelerazione della volonta’ politica di procedere a quell’avvicendamento alla guida del Dipartimento di pubblica sicurezza che era stato ipotizzato da tempo.

G8: CAPO POLIZIA INDAGATO, GLI SVILUPPI DEL PROCESSO DIAZ

GENOVA - La svolta nel processo per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, durante il G8, che procedeva sonnacchioso e senza colpi di scena, si e’ avuta il 13 giugno con le dichiarazioni del vicequestore romano, Michelangelo Fournier, uno dei 29 poliziotti imputati. Fournier, all’epoca del G8, era il vice di Vincenzo Canterini, comandante del Settimo Nucleo antisommossa del primo Reparto mobile di Roma, a sua volta imputato di lesioni a carico dei manifestanti insieme a otto capi squadra dello stesso reparto. ’’Fu un intervento alla cieca - racconto’ Fournier - e quello che vidi sembrava una macelleria messicana’’. E per la prima volta, dopo sei anni, Fournier confesso’ davanti ai giudici del tribunale di aver visto ’’agenti di polizia, non pero’ del mio reparto, che picchiavano manifestanti inermi’’. Le dichiarazioni di Fournier contro i ’’picchiatori della polizia’’, e prima ancora di Francesco Colucci, all’epoca questore di Genova il quale disse come teste di essersi sentito un ’’convitato di pietra’’ dopo l’arrivo a Genova del prefetto Arnaldo La Barbera, inviato dal capo della polizia De Gennaro, avrebbero determinato nella pubblica accusa la decisione di scrivere nel registro degli indagati anche il capo della polizia per istigazione alla falsa testimonianza. Dalla sinistra piu’ radicale, dopo queste dichiarazioni, vennero nuovamente avanzate le richieste di dimissioni per De Gennaro e la costituzione di una commissione d’inchiesta. Intanto in procura si discuteva se iscrivere o meno De Gennaro nel registro degli indagati.

G8: CAPO POLIZIA INDAGATO, LE DICHIARAZIONI DI COLUCCI TESTE

GENOVA - L’ex questore di Genova, Francesco Colucci, dopo le dichiarazioni rese come teste il 3 maggio scorso nel corso del processo per la sanguinosa irruzione della polizia nella scuola Diaz, venne indagato dalla Procura per falsa testimonianza. La novita’ che Colucci racconto’ in tribunale fu che a coordinare l’irruzione dei poliziotti nella scuola, era stato Lorenzo Murgolo, all’epoca del G8 vicequestore vicario di Bologna. Murgolo, secondo Colucci, venne indicato dallo stesso Ansoino Andreassi, vicecapo della polizia, quale coordinatore e responsabile dell’ordine pubblico, con funzioni anche di polizia giudiziaria. Andreassi era il dirigente di polizia con il grado piu’ alto in quei giorni a Genova, con il prefetto Arnaldo La Barbera. Alla luce di questa rivelazione, venuta a distanza di sei anni dai fatti, i difensori commentarono che il processo era acefalo, in quanto a rispondere di quei fatti erano funzionari dirigenti che non avevano la responsabilita’ dell’irruzione.

* ANSA » 2007-06-21 01:22


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