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PER LA RICERCA DELLA VERITA’ SUI FATTI DI GENOVA - G8 - SEI ANNI DOPO SIAMO ANCORA QUI. L’Avv. Ezio Menzione riceve minacce. L’AED (Avvocati Europei Democratici) ed il Legal Team Italia esprimono la loro massima solidarietà - a cura di pfls

venerdì 20 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
COMUNICATO STAMPA
SOLIDARIETA’ ALL’AVV. EZIO MENZIONE
Nella mattina del 26 maggio l’Avv. Ezio Menzione, che da anni
si batte in prima fila per la difesa dei diritti fondamentali
e per la ricerca della verità sui fatti di Genova, ha
ricevuto pesanti minacce anonime con cui gli si intimava
“Lasciate stare a Placanica, sennò vi faremo saltare in aria"
Il giorno prima, in un’udienza davanti al Tribunale genovese
per un processo contro alcuni manifestanti, l’Avv. Menzione (...)

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> PER LA RICERCA DELLA VERITA’ SUI FATTI DI GENOVA - G8 - --- Il pm ha chiesto due anni di reclusione per l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Sul banco degli imputati, insieme all’attuale direttore del Dipartimento della Informazioni per la Sicurezza Dis, l’ex capo della Digos di Genova Spartaco Mortola.

mercoledì 1 luglio 2009


-  Secondo l’accusa, chiese al questore di mentire sui fatti della Diaz nel 2001
-  Sul banco degli imputati anche l’ex capo della Digos. Sentenza a settembre

-  G8 Genova, il pm: condannate De Gennaro
-  Per l’ex capo della Polizia chiesti 2 anni

-  Gianni de Gennaro, ex capo della Polizia, oggi direttore Dipartimento Informazioni per la Sicurezza

GENOVA - Il pm ha chiesto due anni di reclusione per l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Sul banco degli imputati, insieme all’attuale direttore del Dipartimento della Informazioni per la Sicurezza Dis, l’ex capo della Digos di Genova Spartaco Mortola - oggi questore vicario di Torino - per il quale l’accusa ha chiesto 1 anno e 4 mesi.

"Istigazione a falsa testimonianza". Avrebbero indotto l’ex questore Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza sulla sciagurata e sanguinosa irruzione nella Diaz occupata dai no-global durante il G8 del 2001. Il processo si svolge a porte chiuse. Durante l’udienza, il pm ha letto in aula le intercettazioni che dimostrerebbero la colpevolezza di De Gennaro e Mortola. La parola passa ora alle parti civili (alcune persone fisiche e l’associazione giuristi democratici). Il 15 luglio sarà la volta delle difese, mentre la sentenza è prevista per settembre.

Le due versioni di Colucci. La vicenda nasce da un interrogatorio dell’allora questore che inizialmente ammise un coinvolgimento indiretto dell’ex capo della Polizia nei fatti della Diaz. In seguito, durante il dibattimento, Colucci fece però un passo indietro e sostenne che De Gennaro era all’oscuro di quelle violenze. Da qui la richiesta dei pm di falsa testimonianza per Colucci e di istigazione alla falsa testimonianza per De Gennaro e Mortola che avrebbero indotto l’ex questore a ritrattare. Ambedue gli imputati respingono gli addebiti e saranno processati con rito abbreviato, mentre Colucci ha preferito optare per quello ordinario.

L’intercettazione: "Ho parlato con il capo". L’accusa si fonda su una telefonata registrata tra la prima e la seconda versione dell’ex questore. Colucci chiama Mortola e gli dice: "Ho parlato con il capo. Devo fare marcia indietro". Il "capo" cui fa riferimento sarebbe proprio De Gennaro. L’intercettazione finisce per caso nell’inchiesta avviata dopo la misteriosa sparizione delle bottiglie molotov che erano state falsamente attribuite ai no-global arrestati. E scatta l’incriminazione per il vertice della Polizia.

I pm: "De Gennaro sapeva". Tutto ruota intorno alla presenza nella scuola Diaz di Roberto Sgalla, responsabile delle pubbliche relazioni per la Polizia di Stato. Colucci aveva in precedenza giurato che De Gennaro gli aveva detto di avvertire Sgalla e inviarlo alla Diaz per seguire l’irruzione. Secondo gli inquirenti, questo dimostrerebbe che anche i massimi vertici dell’Interno erano perfettamente a conoscenza di quanto era accaduto nell’istituto. Ma chiamato a testimoniare in aula - e dopo la telefonata intercettata - il questore cambiò versione: "Sono stato io - disse Colucci - a chiamare Sgalla. E’ stata una mia iniziativa".

* la Repubblica, 1 luglio 2009


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