Genova, il corteo dei no global
"Vogliamo sapere la verità sul G8"
L’ira di Don Gallo: «I responsabili sono stati promossi». Gli organizzatori: siamo cinquantamila
GENOVA Sono oltre cinquantamila, secondo gli organizzatori, i manifestanti al corteo che sta sfilando a Genova. Il serpentone di dimostranti è lungo oltre due chilometri. Dalla questura, per ora, si preferisce non parlare di cifre. *
L’ira di Don Gallo
«I veri responsabili del G8 di Genova sono stati promossi ai vertici dello Stato». Lo ha detto Don Andrea Gallo, prete genovese e anima del corteo no global di oggi, leggendo alcuni stralci di un messaggio del frate comboniano Alex Zanotelli. Don Gallo, salito su una camionetta in testa al corteo, ha rivolto il suo appello «a tutti i compagni e le compagne, i fratelli e le sorelle» e citando Zanotelli ha parlato di una «palude politica», chiamando in causa sia la destra che la sinistra, e dei 25 «capri espiatori su cui è stata fatta ricadere la responsabilità dei fatti di Genova». Evidente riferimento ai 25 no global attualmente sotto processo penale a Genova.
Don Gallo ha invitato la folla, che lo acclamava urlando "Genova Libera", a «non lasciarsi provocare dai figli di puttana: se non ci aiutiamo da noi, qui mi sa che non ci aiuta un cazzo di nessuno. Questa non è democrazia».
I no global bloccati in stazione
Proteste dei no global diretti a Genova, rimasti per oltre un’ora bloccati sul treno all’interno della stazione ferroviaria della Spezia. Non ci sono stati danneggiamenti alle cose ma sit-in e contestazioni ad alta voce. «Il fermo - spiegano alla stazione - è scattato perchè Genova appariva congestionata dai troppi treni in arrivo, con numerose persone a bordo, tanto che anche l’intercity ha subito lo stesso ritardo». Risulta tuttavia che accanto a questa motivazione ufficiale, vi fossero persone a bordo senza biglietto ed abbiano litigato per questo con il personale. La polizia ferroviaria è intervenuta solo come servizio d’ordine, ma «la decisione di fermare il treno non è stata assunta dalle forze dell’ordine, ma da Trenitalia».
"Chi rompe paga, chi uccide no"
In coda al corteo genovese per il G8 sfilano striscioni, bandiere, sigle, al ritmo delle musiche più diverse; qualcuno canta e balla, c’è chi parla e chi ricorda. L’Unione Studenti inalbera uno striscione con scritto «Chi rompe paga, chi uccide no» e un altro con la scritta «Colpevoli di sognare». Il gruppo di «Sinistra Critica» balla la musica degli Inti Illimani e scandisce «El Pueblo unido...». Dietro di loro i gruppi della «Sinistra Europea» della «Sinistra Democratica» e di «Arcilesbica», di «Emergency» e della «Rete 28 Aprile - Cgil». Chiudono il corteo come previsto la Fiom, il Partito dei Comunisti Italiani e gli iscritti di Rifondazione Comunista.
* La Stampa, 17/11/2007 - 14:24.