Il documentario, già scartato dai periodici, è una «bufala»: testimonianze contro sacerdoti morti da anni o addirittua irreperibili. Quattro i casi denunciati. Le accuse al Pontefice.
Il pubblico ministero chiede: «Come saluterebbe una ragazzina che sta approcciando? Supponiamo che si chiami Sally». E la faccia floscia di Padre Oliver O’Grady, già parroco in quel di Ferns, Irlanda, mima dallo schermo: «Ciao, Sally. Come stai? Vieni, fatti abbracciare. Sei bella, lo sai... mi piaci molto». Speaker: «Questo è un prete cattolico. La Chiesa sapeva che era pedofilo». Comincia così la «rigorosa» inchiesta della Bbc. Di sfuggita, molto di sfuggita, si accenna, dopo, molto dopo, che O’Grady non è più sacerdote, evidentemente ridotto allo stato laicale dalla Chiesa, ha scontato 7 anni di carcere.
Il filmato per mesi ha fatto il giro delle redazioni italiane. Tutto è partito da un avvocato di Huston, Texas, Daniel J. Shea, difensore di alcune vittime dei presunti stupri, che negli Usa ha tentato il colpaccio cercando di tirare dentro il Papa. Ma non ci è riuscito. A marzo lo scoop doveva sbarcare sull’Espresso, che però ha cestinato. Poi è stato offerto anche al sottoscritto. Ho letto le carte. Non ne ho fatto niente, perché l’inchiesta mi è sembrata una «bufala». Timbrata dalla Bbc, ma pur sempre una «bufala».
Sono 38 minuti a senso unico. Quattro i casi denunciati. Oltre all’ex padre Oliver O’Grady, quello di padre Fortune, suo successore a Ferns - e questo villaggio irlandese deve essere stato una specie di sodomia cattolica -, che però si è ucciso. Seguono quello di padre Tadeu Ignacio, Brasile, a dimostrazione di ciò che accade «nel Paese cattolico più grande del mondo con 125 milioni di fedeli»; condannato a 15 anni di carcere. E di padre Joseph Henn, riparato dall’Arizona nella casa generalizia dei Salvatoriani qui a Roma, dove però, si dice a un certo punto dell’inchiesta, era «agli arresti domiciliari» e che poi ha fatto perdere le tracce.
Non c’è mai un contraddittorio, non viene mai dato spazio alla difesa degli accusati o alla voce della Chiesa. Soprattutto l’«inchiesta» non fa luce sul dilemma che accompagna di solito questi casi: perché le denunce arrivano dopo tanti anni? Il teste principale, che fa da io narrante, Colm O’Gorman, era una delle vittime di Padre Fortune (morto). «La prima volta avevo 14 anni» dice e, davanti alla palazzina degli orrori, aggiunge con voce incrinata: «Sto guardando la stanza in cui accadde, 40 anni fa...». Quindi ora ha 54 anni. A questo punto il giornalista investigativo non gli fa la domanda facile facile: «Scusi, mister Gorman, perché ha aspettato tanto?». Risarcimenti?
E veniamo al pezzo forte. La prima circolare, Crimen Sollicitationis, del ’62, quando Ratzinger era un giovane teologo, avrebbe imposto ai vescovi il silenzio. È in latino ma basta poco per capire che richiama il principio secondo cui i sacerdoti sono sottoposti innanzitutto (e non in via esclusiva) al diritto canonico. Insomma la Santa Sede si comporta da Stato sovrano: bella scoperta.
Idem per la nuova circolare del 18 aprile 2001 scritta da Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e il suo vice Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato. Obbliga «gli ordinari e i prelati» a segnalare i delitti gravi (tra i quali ci sono senz’altro gli abusi sessuali e la pedofilia), di cui vengono a conoscenza, alla Congregazione che sancisce e infligge le sanzioni (dal divieto di amministrare i sacramenti alla riduzione allo stato laicale).
Naturalmente tutto questo non esime dalle sue responsabilità la Chiesa. Nei pochi e circoscritti casi reali di abusi il più delle volte si limita a trasferire il responsabile da una parrocchia all’altra.Ma quello che non è accettabile dell’inchiesta della Bbc è altro. Si parte da quattro casi per «dimostrare» che la Chiesa cattolica è un’organizzazione di pedofili. Il corollario del teorema non si sa se è più demenziale o infamante: l’attuale Papa ha coperto la melma; anzi, è diventato Papa perché in grado di ricattare gli altri cardinali. Tutto questo ha un nome: pregiudizio anticattolico.
di Pierangelo Maurizio,"il Giornale", 31 maggio 2007