Inviare un messaggio

In risposta a:
"Family Day": La logica di "Mammasantissima" e "Mammona" ("Deus caritas est") o la logica dell’Amore ("Deus charitas est") di Giuseppe, Maria, e Gesù?!!

FILOMENA: "Colei che è amata". Dopo e già la "cacciata" di GIUSEPPE, messa fuori anche "MARIA"!!! Prima la "Instructio de calendariis" (1961), e poi la "Crimen sollicitationis" (1962). Per la Chiesa scende la notte e comincia la tragedia!!! Una spia linguistica dalla revisione del "martirologio romano"!!! - da un lavoro (1991) del prof. Federico La Sala

lunedì 13 agosto 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Evidentemente i "saggissimi" del Vaticano, che - come Carducci - sanno di greco e di latino e scrivono "odi barbare" sui temi più scottanti del nostro tempo, avranno pensato: questa santa non sarà mai esistita, non ha nemmeno un vero nome, il suo nome è semplicemente un aggettivo, il participio di un verbo, cancelliamola dall’albo [...]
CAMPANIA. A POMPEI, IL SILENZIO ASSORDANTE DEL PAPA SULLA MALAVITA ORGANIZZATA.
IN NOME DEL DIO MAMMONA ("CARITAS"), BISOGNA CONVIVERE CON LA (...)

In risposta a:

> PRIMA DI CRISTO O DOPO CRISTO? ANNO ZERO? RICOMINCIARE DA CAPO E DI NUOVO - DALLO SPIRITO (DI GIOACCHINO DA FIORE E DI FRANCESCO) DI ASSISI!!! Prima della "Crimen sollicitationis"(1962), la "Instructio de calendariis"(1961): l’inizio della discesa all’inferno della politica vaticana. Una spia linguistica!!! Invece di restituire tutto l’onore anche a Giuseppe, la gerarchia già cieca cacciò dalla Chiesa la stessa "Maria"!!! - una citazione da un lavoro di Federico La Sala

venerdì 1 giugno 2007

IL CASO

Lo studioso ebreo citato nel «Gesù di Nazaret» di Ratzinger ha pubblicato un articolo sul «Jerusalem Post». Elogiando il Pontefice

Il rabbino sta col Papa

Neusner: «Col suo libro le dispute ebraico-cristiane entrano in una nuova era. Possiamo incontrarci in un promettente esercizio di ragione e di critica»«Negli ultimi due secoli ci siamo parlati per fare riconciliazione sociale; ora finalmente si torna a confrontarsi sulla questione della verità»

di Giorgio Bernardelli (Avvenire, 01.06.2007)

«Benedetto XVI è un cercatore della verità. Quelli che stiamo vivendo sono tempi interessanti». Parola di Jacob Neusner, il rabbino newyorkese ampiamente citato dal Papa nel suo libro Gesù di Nazaret. Parola resa ancora più significativa dall’uditorio ebraico cui è stata rivolta. Si tratti infatti del passaggio finale di un lungo articolo di Neusner pubblicato l’altro giorno sul quotidiano israeliano Jerusalem Post. Un testo in cui il rabbino ripercorre la storia dei suoi studi e il suo rapporto con Ratzinger. «Immaginate il mio stupore quanto mi è stato detto che una risposta cristiana al mio libro A Rabbi Talks with Jesus era contenuta nel capitolo quarto del libro di Benedetto XVI», scrive. Ma soprattutto l’articolo di Neusner è un invito a considerare il volume di Joseph Ratzinger come l’apertura di una pagina nuova nel rapporto tra ebrei e cristiani. Prende le mosse da lontano, l’autore. «Nel Medio Evo - scrive - i rabbini erano costretti a impegnarsi, davanti a re e cardinali, in dispute con i sacerdoti su quale fosse la vera religione, l’ebraismo o il cristianesimo. Il risultato era scontato: i cristiani vincevano perché avevano la spada. Poi nell’era del secondo dopoguerra le dispute hanno lasciato il posto alla convinzione che le due religioni dicano la stessa cosa; le differenze sono state perciò ridotte a questioni secondarie. Ora invece è iniziato un nuovo tipo di disputa, nel quale è la verità delle due religioni a essere al centro del dibattito». È la prospettiva scelta da Neusner in A Rabbi Talks with Jesus, il suo libro pubblicato nel 1993 (in italiano Disputa immaginaria tra un rabbino e Gesù, Piemme 1996). «Negli ultimi due secoli il dialogo ebraico-cristiano è servito come un mezzo per politiche di riconciliazione sociale - spiega l’autore -, non è stato più un’indagine religiosa sulle convinzioni dell’altro. Il negoziato ha preso il posto del dibattito, e si è pensato che la pretesa di verità della propria religione violasse le regole di buona c ondotta. Nel mio libro invece ho preso sul serio l’affermazione di Gesù secondo cui in lui la Torah trova compimento e ho messo a confronto questa affermazione con gli insegnamenti di altri rabbini, in una sorta di colloquio tra maestri della Torah. Spiego in una maniera lucida e niente affatto apologetica perché, se fossi vissuto nella Terra di Israele del primo secolo e fossi stato presente al Discorso della Montagna, non mi sarei unito al gruppo dei discepoli di Gesù. Avrei detto no (anche se in maniera cortese) e sono sicuro di avere dalla mia parte solide ragioni e fatti». È una prospettiva - precisa il rabbino - che non indebolisce il dialogo, ma all’opposto lo rafforza. «Per molto tempo - si legge ancora nell’articolo apparso sul Jerusalem Post - gli ebrei hanno lodato Gesù come rabbino, un ebreo veramente come noi; ma per la fede cristiana in Gesù Cristo questa affermazione è assolutamente irrilevante. D’altra parte i cristiani hanno lodato l’ebraismo come la religione da cui è venuto Gesù, ma per noi questo è difficilmente un vero complimento. Io - aggiunge ancora Neusner - sottolineo le scelte diverse che sia l’ebraismo sia il cristianesimo compiono davanti alle Scritture che condividono. I cristiani capiranno meglio il cristianesimo se saranno consapevoli delle scelte che hanno compiuto; e lo stesso vale anche per gli ebrei rispetto all’ebraismo. Voglio spiegare ai cristiani perché io credo all’ebraismo; e questo dovrebbe aiutare loro a identificare quali sono le convinzioni che invece li portano in chiesa ogni domenica». Un compito sul quale ora Benedetto XVI rilancia. «Quando il mio editore mi chiese di consigliargli a quali colleghi chiedere di presentare il mio libro - scrive -, suggerii il rabbino capo Jonathan Sacks e il cardinale Joseph Ratzinger. Avevo ammirato gli scritti del cardinale Ratzinger sul Gesù della storia e gli avevo scritto per dirglielo. Lui mi aveva risposto e ci eravamo scambiati scritti e libri. La sua volontà di confrontarsi co n la questione della verità e non solo con le politiche della dottrina, mi era sembrata coraggiosa e costruttiva. Ora però Sua Santità ha compiuto un passo ulteriore e ha risposto alla mia critica con un esercizio di esegesi e teologia. Col suo Gesù di Nazaret le dispute ebraico-cristiane entrano in una nuova era. Siamo in grado di incontrarci l’un l’altro in un promettente esercizio di ragione e critica. Le parole del Monte Sinai ci portano insieme a rinnovare una tradizione lunga duemila anni di dibattito teologico al servizio della verità di Dio».


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: