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Come in cielo così in terra ...

POLITICA E LINGUAGGIO. IL SENZA-NOME: LE FIGURE DI NESSUNO. Roberto Esposito riavvia il discorso sulla "Terza Persona" ... e apre la strada a una comprensione antropologica inedita della Prima (e Quarta) "Persona" del "Tetragramma" divino e dello stesso "Logos" - a cura di Federico La Sala

lunedì 9 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Dal ragionamento di Esposito affiora non tanto la condanna dell’idea di persona, ma la critica al suo fondamentalismo: «Pensi alla retorica sui diritti umani letti in chiave di riproposizione del concetto di persona». Apparentemente ineccepibile, in realtà largamente fallimentare: «Basta uno sguardo al quadro internazionale per accorgersi che il diritto oggi di gran lunga più disatteso è proprio quello alla vita. Non che in passato fosse meglio. Ma adesso, in relazione ai mezzi (...)

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> POLITICA E LINGUAGGIO. IL SENZA-NOME: LE FIGURE DI NESSUNO. --- «PALLAKSCH»: LA PAROLA-CHIAVE DI HÖLDERLIN. Un omaggio a Rubina Giorgi.

mercoledì 27 luglio 2022

"MENTE ESTATICA" E "SCHIZOFRENIA DELLA SALUTE":

RITORNARE A HÖLDERLIN.

Una ipotesi-chiave per reinterpretare «“Pallaksch”, la parola magica di Hölderlin». *

In memoria di Elvio Fachinelli e di Rubina Giorgi...

      • "TUBINGA, GENNAIO: [...] Venisse, / venisse un uomo, / venisse un uomo al mondo, oggi, con / la barba di luce dei / Patriarchi: potrebbe, se parlasse di questo / tempo, / potrebbe / solo balbettare e balbettare /ininterrotta-, ininterrot-/tamente, mente. //(«Pallaksch. Pallaksch»)".
      • PAUL CELAN, Poesie (trad. di E. Polledri).

      • DOC. 1. "TommasodAquino. Vita, pensiero, opere": "[...] Guglielmo di Tocco nella Positio per la canonizzazione di #sanTommaso [...] scrive: “Si dice anche che, mentre si trovava a San Severino, nel castello della sorella, insieme al suo compagno [...], il nostro dottore sia rimasto in estasi per un periodo di tempo così lungo da sembrare del tutto privo di sensi. [...] Dopo un’ora, il suo compagno si avvicinò al maestro e, scuotendolo vigorosamente per il mantello, riuscì infine a destarlo dal sonno, per così dire, della contemplazione. Allora, sospirando, Tommaso gli confidò: «Reginaldo, figlio mio, te lo dico in segreto, ma ti proibisco di rivelarlo ad alcuno finché resterò in vita. Il mio scrivere è giunto al termine, mi sono state rivelate, infatti, cose tali al cui confronto ciò che ho scritto e insegnato mi sembra ben poca cosa (palea est: è paglia); per questo confido nel mio Dio che, così come è giunta la fine del mio scrivere, giunga presto anche la fine della mia vita» ([...]" (James A. Weisheipl, "Tommaso d’Aquino", JacaBook, 2016).

      • DOC. 2. "AL DI LA’ DEI CIELI. LA SEDE DEL FILOSOFO TEDESCO NIETZSCHE": "[...] Le sue parole furono ardite e il suo pensiero grandioso, spaccò in due gli Europei con la spada del suo dire. Nessun compagno trovò alla sua estasi: estatico, lo considerarono pazzo [...]" (Muhammad Iqbal, "Il Poema celeste" - 1932, Bari 1965).

      • DOC. 3. #Pallaksch appare essere una probabilissima derivazione holderliniana dell’espressione latina "palea est" (attribuita a Tommaso d’Aquino), molto prossima a quella italianizzata : "è tutta pallaccia", "è tutto pagliaccia", "è tutta paglia!".

      • Doc. 4. SPIRITO CRITICO E AMORE CONOSCITIVO: DANTE2021. Come per san Tommaso e per Nietzsche, non è possibile che anche Holderlin abbia messo i piedi in un nuovo cielo e una nuova terra, e che "Trasumanar significar per verba/ non si poria; però l’essemplo basti / a cui esperienza grazia serba" (Par. I, vv. 70-72)? (Federico LA Sala, 20.07.2022).

*

"LA PAROLA MAGICA DI HÖLDERLIN: [...] Come nota Christoph Theodor Schwab nel suo diario del 1841, il #poeta malato aveva escogitato, e usava con predilezione, l’espressione #pallaksch, che si poteva prendere per un ‘sì’ o per un ‘no’ e che gli serviva come espediente per evitare l’affermazione o la negazione.

FriedrichHölderlin s’inchina e entra nella “torre” del falegname Ernst Zimmer nel 1807. Due anni prima lo avevano dichiarato ipocondriaco, “la sua #follia è diventata furiosa”, scrive il dottor Müller, a cui, da Homburg, è chiesta una perizia medica. In particolare, annota il #dottore, “i suoi discorsi paiono incomprensibili, parte in tedesco, parte in greco e in latino”. La fatale follia di Hölderlin si celebra in linguaggio, catabasi nell’incomprensibile. Hölderlin resta nella “torre” più di trent’anni, morirà nel giugno del 1843. [...]

Nello studio su «Hölderlin. «L’arte della parola» (IL Melangolo, 1979), Roman Jakobson ci porge la parola #pallaksch. “Una volta, mentre gli si facevano parole pressanti, Hölderlin fu preso da movimenti convulsi e si ebbe da lui solo ‘un terribile, confuso profluvio di parole senza senso’. Oppure Hölderlin preferisce semplicemente rifiutare la risposta... Alla continua contraddizione fra sì e no nel modo di parlare di Hölderlin, Waiblinger ha ‘innumerevoli volte’ prestato attenzione”. Il poeta non vuole rispondere perché non ammette la logica umana, non vi appartiene: sì e no accerchiano in scelte innaturali - non certo esclusive, escludenti, piuttosto -, che concimano morte. Non esiste ragionevolezza né opposizione nel mondo autentico, dove le “parole senza senso” sono la sola poesia possibile. Pallaksch è una specie di amuleto, una parola magica, il passepartout per tutte le visioni, da sbandierare di fronte a chi pensa per superfici piane e progressive, per convenzioni. A te, che ragioni in trapezi e rettangoli, la risposta: io resto sconfinato, opto per tutte le direzioni, dice il poeta. [...].
-  (cfr. «“Pallaksch”, la parola magica di Hölderlin. Il poeta si fionda nell’indicibile», Pangea, 03 Novembre 2020).

Federico La Sala


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