Bossi si rivolge al Quirinale: "La gente vuole le elezioni, il paese è in difficoltà"
Per il leader di An "meglio il governo di Gengis Khan di quello di Prodi"
Fini: "Crisi politica non costituzionale"
ma Napolitano intervenga sul caso Visco"
"In quanto responsabile delle forze armate ha competenza anche sulla nomina dei vertici della Finanza"
ROMA - La crisi che nasce dal caso Visco è "politica e non costituzionale, ma non ci sono le condizioni per votare". Occorre "mandare a casa Prodi perchè è sempre meglio un governo di Gengis Khan", la maggioranza deve "avere il coraggio di staccare la spina" e dare il via libera a un governo tecnico per fare due riforme indispensabili: la legge elettorale e le pensioni. Gianfranco Fini sfrutta i microfoni di Lucia Annunziata di "In mezz’ora" su Rai 3 per rifare il punto sullo stato della politica e indicare quella che secondo lui e l’unica soluzione possibile, smarcandosi da Forza Italia e dalla Lega e facendo una timida apertura a Casini.
E, su fronti diversi, continua l’assedio della Cdl a Napolitano. In mattinata Umberto Bossi dal raduno di Pontida aveva detto: "La gente vuole le elezioni politiche, il paese è in grave difficoltà, mi rivolgo al presidente della Repubblica". Più tardi il leader di An affina il ragionamento e indica il da farsi. Parte dal caso Visco-Speciale e dalla crisi della Gdf: "Il capo dello Stato non può dire che la destituzione del comandante della Gdf non è di sua competenza. Il presidente della Repubblica è anche capo delle forze armate quindi anche della Guardia di finanza". Le Fiamme Gialle, per l’esattezza, sono forza militare ma non sono forza armata autonoma, il loro capo infatti arriva dall’esercito, come succedeva fino al 2000 anche ai carabinieri. Ma poi Fini mette qualche distinguo: inutile salire al Colle, come vorrebbe fare Forza Italia "perchè la crisi non è costituzionale" ma utile, invece, ragionare su un governo di passaggio per fare la riforme. Più simile, insomma, all’ipotesi dell’Udc che infatti non vuole salire al Colle.
Fini e Gengis Kahn - Dopo il richiamo a Napolitano, Fini dice la sua sullo stato di salute del governo Prodi. "Parto da un dato di realtà: oggi c’è il peggiore governo della storia italiana. Allora tutti quelli che sono in ambasce, anche nel centrosinistra, perché capiscono che Prodi sta distruggendo la credibilità complessiva del centrosinistra e del Partito democratico, abbiano il coraggio di battere un colpo". Secondo il leader di Alleanza nazionale, non può essere il Capo dello Stato a dichiarare la crisi ed è sbagliato chiederglielo: "Il governo non attraversa una crisi di tipo costituzionale, la crisi riguarda il consenso politico". Per Fini la situazione è molto semplice nella sua complessità: "Mandare a casa Prodi assumendosi la responsabilità di staccargli la spina", modificare la legge elettorale "in senso maggioritario perché così non ci sono le condizioni per votare" e attuare la legge Maroni sulle pensioni. "Chi non condivide questo programma - dice Fini - non entrerebbe nell’esecutivo. Pur di liberare l’Italia da Prodi accetterei anche un governo di Gengis Khan".
Bossi a Pontida - Parlando a Pontida il leader della Lega è andato frontalmente contro Prodi chiedendo, però, nuiove elezioni. "Il governo - ha detto il Senatur - non ha i numeri per fare approvare le sue stesse leggi, il Parlamento è paralizzato, c’è una situazione per cui non si può andare avanti. La parola deve tornare ai cittadini come dice la Costituzione, bisogna che ci siano subito le elezioni politiche, il presidente della Repubblica deve prendere atto di questa situazione". Per Bossi "la crisi della politica non è una invenzione dei giornalisti, se non si trova una soluzione c’è il rischio che aumenti perché il parlamento, che non ha i numeri, non può dare nessuna risposta".
L’affondo di Calderoli - Chiama in causa il capo dello Stato anche il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, intervenendo sul caso Visco-Gdf: "Il presidente della Repubblica non può disinteressarsi della vicenda perché la nomina dei vertici dell’arma rientra nelle competenze del Quirinale". Calderoli non ha risparmiato critiche anche al collega d’opposizione Pier Ferdinando Casini: "Deve leggersi la Costituzione. La legge 189/59 che regola la nomina del comandante generale della Gdf. Bisogna studiare prima di parlare, se no si fa la figura degli asini".
Calderoli ha quindi ribadito la necessità di un dibattito al Senato (in calendario per mercoledì), ha contestato il presidente del Consiglio Romano Prodi, "che ha adombrato il fatto che il dibattito sia inutile. Non so se Prodi comandi ancora al Consiglio dei ministri, ma al Senato comandano i senatori, e i senatori vogliono fare chiarezza su chi ha mentito: Visco o Speciale".
* la Repubblica, 3 giugno 2007