Il pm di Potenza interessato all’attività, in particolare, di due logge
l’inchiesta nasce da un’indagine che coinvolge il faccendiere Massimo Pizza
Woodcock indaga sulla massoneria
venti indagati, perquisizioni in molte regioni *
POTENZA - Ci sarebbero almeno venti indagati in un’inchiesta sulla massoneria coordinata dal pm di Potenza Henry John Woodcock. La polizia ha compiuto oggi perquisizioni e controlli in diverse regioni italiane, in particolare in Toscana. Perquisiti anche locali che si trovano nello stesso appartamento che ospita la sede provinciale dell’Udc di Livorno.
A Potenza il riserbo sull’attività svolta dalla polizia è totale, ma fin dal mattino si sono rincorse voci su nomi e attività delle persone interessate dalle perquisizioni, fatte in abitazioni e studi professionali di imprenditori e anche di uomini politici: in totale, gli indagati sono oltre 20.
Nelle scorse settimane, Woodcock aveva chiesto a tutte le 103 prefetture italiane gli elenchi degli iscritti alla massoneria. Il magistrato, però - secondo quanto si apprende - sarebbe in realtà interessato, in particolare, all’attività solo di alcune logge.
Nei giorni successivi alla richiesta di Woodcock, alti dirigenti della massoneria italiana avevano spiegato che, da tempo, gli elenchi degli iscritti non devono essere più conservati nelle prefetture. Le perquisizioni di oggi avrebbero avuto proprio l’obiettivo di identificare alcuni iscritti alle logge.
L’inchiesta del pm di Potenza nasce da un’indagine in cui è coinvolto il faccendiere Massimo Pizza, sedicente appartenente ai servizi segreti, arrestato nell’ambito dell’inchiesta su grandi truffe a imprenditori e traffici con la Somalia, e a lungo detenuto nel carcere di Potenza.
Quanto ai controlli nello stesso appartamento che ospita la sede provinciale dell’Udc di Livorno, i locali, adibiti a magazzino, sono in uso a un dirigente dell’Udc livornese per la sua attività professionale. Alla perquisizione ha assistito anche il segretario provinciale del partito, Piero Di Francesco, che spiega: "La perquisizione non ha riguardato l’Udc ma locali non di pertinenza del partito. Avevo segnalato ai probiviri l’anomalia di condividere la sede con quella di altre attività, e voglio sottolineare che l’indagine non ha nulla a che vedere con il partito e la sua attività politica".
* la Repubblica, 4 giugno 2007