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"In God we trust": il magistero del "logo" di "Mammasantissima" e del "Dio Mammona"("Deus caritas est").

BUSH, BENEDETTO XVI, BLAIR, E I PRODI PALADINI DEL LORO "DIO" - IL MERCATO ("Deus caritas est") - CI PREPARANO LA GUERRA!!! "LO SPECCHIO DEL DIAVOLO" e la fuorviante stella-cometa del Pil (o Pirl che dir si voglia). Un buon-ragionamento (eu-angelo) sul bene-essere di Giorgio Ruffolo - a cura di pfls

Sulla "storia dell’economia dal Paradiso terrestre all’inferno della finanza".
mercoledì 11 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Facciamo una congettura. Suppose that, (come diceva il grande Ricardo, per spiegarsi): supponiamo che gli economisti, stanchi di perseguire la cometa fuorviante del Pil (o Pirl che dir si voglia) inventino un metodo nuovo di contabilità sociale, che permetta ad ogni paese di costruire e di scegliere democraticamente la sua propria - diciamo così - WWW (Welfare Wishful Way, un indicatore desiderabile di benessere): una combinazione, necessariamente diversa per ogni paese, di obiettivi (...)

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> BUSH, BENEDETTO XVI, BLAIR, E I PRODI PALADINI DEL LORO "DIO" - IL MERCATO ("Deus caritas est") - CI PREPARANO LA GUERRA!!! "LO SPECCHIO DEL DIAVOLO" e la fuorviante stella-cometa del Pil (o Pirl che dir si voglia). Un buon-ragionamento (eu-angelo) sul bene-essere di Giorgio Ruffolo - a cura di pfls

giovedì 12 luglio 2007


-  Il presidente Usa: "Scontro tra chi vuole vivere in una società pacifica e chi vuole imporre tetra visione"
-  "Veto di fronte a qualsiasi iniziativa di legge del Congresso che chiedesse un rientro delle truppe"

Iraq, Bush esclude qualsiasi ipotesi di ritiro "Siamo agli inizi di un conflitto ideologico"

-  Il Rapporto della Casa Bianca lo smentisce: "Raggiunti solo 8 dei 18 obiettivi posti dal Parlamento"
-  Pessimismo della Cia: "L’incapacità del governo di Bagdad di governare è ormai irreversibile"
*

WASHINGTON - Il presidente degli Usa George W. Bush, in occasione della conferenza stampa di presentazione del viaggio in Iraq del segretario di stato Condoleezza Rice ed il ministro della difesa Robert Gates, difende la sua strategia in Iraq e avverte che "siamo nelle fasi iniziali di un grande conflitto ideologico: un conflitto tra quanti vogliono la pace e vogliono vivere in una società pacifica e normale e i radicali che vogliono imporre al resto del mondo la loro tetra visione".

Bush ha escluso ancora una volta qualsiasi ipotesi di un rientro anticipato delle forze militari statunitensi. "Un ritiro immediato delle truppe americane dall’Iraq sarebbe un disastro - ha detto il presidente - e favorirebbe solo i nostri nemici e renderebbe l’America più vulnerabile a nuovi attacchi terroristici".

Il veto al ritiro delle truppe. Di fronte a qualsiasi iniziativa di legge del Congresso che chiedesse un ritiro dall’Iraq, il presidente degli Usa ha poi ribadito che non esiterà a porre il veto. La decisione, secondo Bush "deve essere presa su basi militari riguardanti la situazione in Iraq e non su basi politiche riguardanti Washington".

La bocciatura del rapporto. Ma il rapporto della Casa Bianca che avrebbe dovuto sostenere le tesi del presidente lo smentiscono. Secondo il documento, dei 18 obiettivi posti dal Parlamento per un rifinanziamento, ne sono stati raggiunti soltanto otto. Pochi insomma i passi avanti nel disarmo dei miliziani e nella fine della violenza settaria.

Nuova decisione a settembre. Bush miminizza e dichiara che si tratta di un rapporto provvisorio e ha rinviato qualsiasi decisione alla metà di settembre. Aspettiamo, ha detto il presidente, che "il generale Petraeus ritorni a Washington a settembre per darci un rapporto su come vede la situazione". Solo dopo che il rapporto verrà presentato, il 15 settembre, si consulterà con il Congresso e con i comandanti militari per stabilire "se è necessario prendere un’altra decisione" sulla strategia da perseguire in Iraq.

Cia pessimista. Ma Bush si trova a fare i conti anche con lo scetticismo della Cia. Secondo quanto rivelato dal Washington Post, il capo della Cia Michael Hayden già a novembre scorso aveva espresso la sua convinzione in merito all’Iraq e in particolare sulla capacità del governo di Al Malikdi di guidare il paese. Secondo Hayden infatti "l’incapacità del governo di Bagdad di governare è ormai irreversibile".

* la Repubblica, 12 luglio 2007


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