A un certo punto, Internet esaurisce la sua forza. In questa diatriba, come nelle divergenze teologiche tra Allevato e La Sala, per esempio, io non intendo intervenire. Riguardo al forum debbo essere, per il ruolo che ho nella testata, arbitro imparziale a garanzia della correttezza del dibattito. Per trasparenza universale, il lettore sappia che i messaggi firmati con nomi di fantasia appartengono a persone che hanno scelto di non esporre pubblicamente la propria identità. La Voce di Fiore si impegna, naturalmente, a mantenere tutti i doveri imposti, a riguardo, dalla deontologia professionale. Solo una precisazione, in ordine alla dialettica fra Riccardo Succurro e "Gioacchino". Personalmente, penso che le battaglie, dopo i primi colpi di scherma, debbano condursi su un terreno squisitamente politico. Nel quale il duello può essere più affascinante e più utile alla collettività, perché si capisca e ci si orienti. Sia Riccardo Succurro che "Gioacchino" sanno quanto, alle ultime comunali, giusto per esempio, l’elettorato di sinistra abbia manifestato disapprovazione verso l’Unione locale, che non è riuscita a vincere al primo turno. Può darsi - mi rivolgo soprattutto a Succurro, che ha più esperienza politica del sottoscritto - che se Alleanza nazionale non avesse fatto l’"innocente" bravata che cagionò la ricusazione della sua lista, il risultato politico sarebbe stato altro. A dire il vero, non occorre andare così dentro - e sopra - l’ipotesi, per concludere che la destra ha avuto una sorprendente affermazione, per quanto dipendente dalla leadership di Antonio Barile, piacciano o meno i suoi metodi. Cari "Gioacchino" e Riccardo Succurro, voi sapete che la proposta del movimento di Gianni Vattimo è stata chiara, articolata e inequivocabile. I famosi 100 punti del programma sono sempre attuali, tanto più oggi. Chi amministra dimostra di non ammettere la dimensione pubblica della politica. Alludo, ma solo per esempio, alla vicenda del liceo scientifico e della casa di riposo. Ma potrei dire anche, giusto simbolicamente, d’un bando comunale da 109 mila euro per un audiovisivo sul museo della biodiversità, scritto appositamente per aiutare qualcuno. Il movimento di Vattimo si è schierato da principio per la moralità, denunciando anomalie di vario ordine e grado e alcune situazioni all’interno del palazzo assolutamente strane, assurde. Che cosa dire, ad esempio, del fatto che il capo dell’Ufficio tecnico, Pasquale Tiano, non ha mai risposto ai rilievi mossi da un comitato civico, a proposito dell’ampliamento del panificio dei fratelli Mancina? Che cosa dire delle gravissime irregolarità del suo stesso reparto municipale - omissione d’atti d’ufficio e altro ancora -, a proposito dell’istanza circa un pericolo pubblico in Via Piacenza, su cui, pare, ci sono indagini dei Carabinieri? San Giovanni in Fiore è tutta immorale. E, per ricostruirla, serve l’impegno e la conversione di ognuno. Io mi auguro davvero che ci si convinca delle tesi più volte esposte da Vattimo e da alcuni suoi collaboratori. E spero che non ci siano pregiudizi, nell’impostare un’azione politica collettiva che ci serva a imporre il senso autentico della responsabilità pubblica. Il progetto è audace e comporta, come avvenne nel caso di Vattimo, rinunce e coerenza. Invito i lettori a pronunciarsi.
Cordialmente.
Emiliano Morrone