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IL BUON MESSAGGIO (Eu-angelo, ev-angelo, non ... vangelo, il gelo dell’inferno!). In principio era la Parola del Dio Amore ("Deus Charitas") - non il "logo" di "Mammasantissima" e di "Mammona" ("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006)!!!

PIRANDELLO E LA BUONA-NOVELLA. DALL’ITALIA, DALLA SICILIA, DA AGRIGENTO, DA BONN, DA ROMA, DA MILANO, DA NAPOLI, DA SAN GIOVANNI IN FIORE, E DA GERUSALEMME: UN "URLO" MAGISTRALE PER BENEDETTO XV ... E BENEDETTO XVI - a c. di Federico La Sala

LA NOTTE DI NATALE. Basta con la vecchia, zoppa e cieca, famiglia cattolico-romana, camuffata da "sacra famiglia"!!!
giovedì 13 settembre 2012 di Emiliano Morrone
[...] Venuta la notte di Natale, appena il signor Pietro Ambrini con la figlia e i nipotini e tutta la servitù si recarono in chiesa per la messa di mezzanotte, il signor Daniele Catellani entrò tutto fremente d’una gioia quasi pazzesca nella stanza del presepe: tolse via in fretta e furia i re Magi e i cammelli, le pecorelle e i somarelli, i pastorelli del cacio raviggiolo e dei panieri d’uova e delle fiscelle di ricotta - personaggi e offerte al buon Gesù, che il suo demonio non aveva (...)

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> PIRANDELLO E ... L’"INUTILE STRAGE" DELLA GRANDE GUERRA. --- Papa Francesco a Redipuglia, "Basta pianificatori terrore e affaristi di guerra". Un pellegrinaggio "per pregare per i caduti di tutte le guerre".

sabato 13 settembre 2014

Papa Francesco a Redipuglia, "Basta pianificatori terrore e affaristi di guerra"

Un pellegrinaggio "per pregare per i caduti di tutte le guerre"

di Redazione ANSA (13 settembre 2014)

"Trovandomi qui, in questo luogo, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia". Così il Papa nella messa a Redipuglia. "La guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione!".

Un lungo silenzio ha seguito l’omelia di Papa Francesco. I fedeli si sono raccolti per qualche minuto di silenzio, in memoria dei caduti e di riflessione sulle parole del Pontefice.

Papa Francesco è in Friuli Venezia Giulia per il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale. Atterrato all’aeroporto di Ronchi dei Legionari, è stato accolto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti e dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Bergoglio è salito su una Golf targata Vaticano diretto al cimitero austro-ungarico e al sacrario di Redipuglia. Bergoglio è entrato al cimitero austro-ungarico di Fogliano di Redipuglia e, da solo, si è raccolto in un momento di preghiera. Nel cimitero riposano 14.550 salme di soldati caduti in quest’area nel corso della Prima Guerra Mondiale.

Poi la celebrazione della messa al sacrario, ecco alcuni passaggi dell’omelia.

"Dopo aver contemplato la bellezza del paesaggio di tutta questa zona, dove uomini e donne lavorano portando avanti la loro famiglia, dove i bambini giocano e gli anziani sognano... trovandomi qui, in questo luogo, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia", ha affermato papa Francesco nell’omelia. "Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge", ha proseguito.

"Sopra l’ingresso di questo cimitero, aleggia il motto beffardo della guerra: ’A me che importa?’. Tutte queste persone, i cui resti riposano qui, avevano i loro progetti, i loro sogni..., ma le loro vite sono state spezzate. L’umanità ha detto: ’A me che importa?’". Lo ha affermato papa Francesco, citando "la risposta di Caino", nell’omelia della messa celebrata stamane al Sacrario di Redipuglia. "La guerra non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà... ’A me che importa?’", ha ribadito.

"La cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al potere... sono motivi che spingono avanti la decisione bellica, e questi motivi sono spesso giustificati da un’ideologia; ma prima c’è la passione, c’è l’impulso distorto", ha detto il Papa nella messa a Redipuglia. "L’ideologia è una giustificazione, e quando non c’è un’ideologia, c’è la risposta di Caino: ’A me che importa?’, ’Sono forse io il custode di mio fratello?’", ha aggiunto.

"Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un’altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta ’a pezzi’, con crimini, massacri, distruzioni...".

Nella messa al Sacrario di Redipuglia, papa Francesco ha puntato il dito contro "questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi", gli "affaristi della guerra", che "hanno scritto nel cuore: ’A me che importa?’". "Qui ci sono tante vittime. Oggi noi le ricordiamo. C’è il pianto, c’è il dolore. E da qui ricordiamo tutte le vittime di tutte le guerre", ha detto il Pontefice nell’omelia. "Anche oggi le vittime sono tante... - ha proseguito - Come è possibile questo? E’ possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, e c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!". "E’ proprio dei saggi riconoscere gli errori, provarne dolore, pentirsi, chiedere perdono e piangere - ha aggiunto il Pontefice -. Con quel ’A me che importa?’ che hanno nel cuore gli affaristi della guerra, forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere".

"L’ombra di Caino ci ricopre oggi qui, in questo cimitero. Si vede qui. Si vede nella storia che va dal 1914 fino ai nostri giorni. E si vede anche nei nostri giorni".

"Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chiedo a tutti voi e per tutti noi la conversione del cuore: passare da quel ’A me che importa?’, al pianto. Per tutti i caduti della ’inutile strage’, per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo. L’umanità ha bisogno di piangere, e questa è l’ora del pianto".

Francesco riceve matricola nonno, combattè Grande Guerra - Papa Francesco ha ricevuto oggi a Redipuglia il foglio matricolare del nonno, Giovanni Carlo Bergoglio, che combattè la Prima Guerra Mondiale anche a pochi passi dal Sacrario, nelle trincee vicine al fiume Isonzo. Nato ad Asti nel 1884, il nonno del Papa fu radiotelegrafista. Il Pontefice ha ricevuto il documento dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti ha donato al Papa un altare da campo della Prima Guerra.


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