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A difesa del Concilio

GIUSEPPE ALBERIGO. Lo studioso del cristianesimo è morto l’altra notte; aveva 81 anni. Era stato allievo di Delio Cantimori e Hubert Jedin - a cura di Federico La Sala

Con Lercaro e Dossetti diede un contributo significativo alla stagione del dibattito
sabato 16 giugno 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Giovanni XXIII e la storia del Vaticano II erano stati i due campi in cui, negli ultimi due decenni, aveva lavorato e guidato una serie di studiosi. Le sue interpretazioni sul Concilio hanno fatto molto discutere. Il che non aveva preoccupato lo studioso di Bologna, il quale anzi lamentava che nella Chiesa e nel mondo degli storici la quantità e la qualità del dibattito si fossero ridotte. Per lui il dibattito non era però quello dei talk show, ma quello severo degli studi e delle (...)

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mercoledì 27 giugno 2007

La morte di GIUSEPPE ALBERIGO Una chiesa conciliare attorno ad Alberigo *

di Enrico Peyretti

COMMIATO A GIUSEPPE ALBERIGO

L’ultima buona azione che fanno i morti è radunare gli amici, raccomandando loro di continuare in ciò che di meglio essi hanno cercato di fare. Dopo il funerale di Giuseppe Alberigo, il 18 giugno a Bologna, abbiamo incontrato Raniero La Valle, Valerio Onida, Leopoldo Elia, Umberto Allegretti, Giancarlo Gaeta, Pier Cesare e Elena Bori, Luciano Guerzoni, Giovanni Miccoli, Paolo Bettiolo, naturalmente il vescovo Luigi Bettazzi, ed altri, tra cui anche alcuni giovani di Pax Christi. Cioè, un bel raduno di persone vicine al cristianesimo “conciliare” di Alberigo. Abbiamo visto anche Alberto Melloni, Enzo Bianchi, Guido Dotti. Hanno concelebrato una ventina di preti di questa parte della chiesa bolognese, ben distinta dall’altra. Dall’arcivescovo Carlo Caffarra neppure un messaggio. Era presente il sindaco Cofferati.

Il teologo Pino Ruggieri ha ricordato il rigore con cui Alberigo ha studiato la radicale storicità del cristianesimo, senza preoccupazione apologetica; come ha sempre lavorato, con amore di credente, perché le istituzioni lasciassero trasparire il mistero della chiesa, dall’opposizione alla Lex fundamentalis negli anni ’70, fino all’appello dello scorso febbraio alla Cei affinché non dividesse i cattolici italiani con una imposizione sull’attività legislativa; ha annunciato la pubblicazione di un testo di Alberigo, Sinodo come liturgia, nella scia di Lercaro e Dossetti, sulla sinodalità costitutiva della chiesa, non solo tra i vescovi ma all’interno di ogni chiesa, sulla base della tesi che la forma sinodale è una espansione dell’eucarestia. Come Dossetti, Alberigo era convinto che in Italia la catastrofica crisi sociale e la crisi della chiesa siano intimamente legate.

Bettazzi, con poche chiarissime parole, ha ricordato il proprio intervento in Concilio sulla collegialità episcopale, preparato con Alberigo e Dossetti, su cui era d’accordo allora anche Ratzinger, e ha sottolineato come per merito di Alberigo si è diffusa la conoscenza del Concilio, che abbiamo sognato e ancora sogniamo.

Nella veglia di preghiera di sabato 16 è stato letto, quasi come un vangelo, un brano dell’allocuzione di Giovanni XXIII, Gaudet Mater Ecclesia, all’apertura del Concilio, l’11 ottobre 1962.

L’Istituto per le Scienze Religiose (segreteria@fscire.it), fondato da Dossetti e diretto finora da Alberigo, ha formato un buon gruppo di studiosi che promettono, come ci assicura Stefano Alberigo, il figlio, di continuare il serio lavoro condotto fino ad oggi.

Enrico Peyretti

Appello del prof. Giuseppe Alberigo alla CEI sul problema delle coppie di fatto

Articolo tratto da:

FORUM (60) Koinonia

http://utenti.lycos.it/periodicokoinonia/

* Il Dialogo, Mercoledì, 27 giugno 2007


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