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> CALABRIA E NON SOLO. Operazione «Why Not» --- Le inchieste Why Not della procura di Catanzaro e quella di Salerno su presunti illeciti legati sempre alle inchieste del pm Luigi De Magistris proseguiranno nelle rispettive competenze. L’impasse è stata sbloccata.

martedì 9 dicembre 2008


-  Dopo le polemiche, i magistrati dei due uffici si sono incontrati
-  Il richiamo di Napolitano e la scelta di "ripristinare la giurisdizione"

-  De Magistris, accordo tra le procure
-  E’ pace tra Salerno e Catanzaro

-  Proseguiranno le inchieste. Impasse sbloccata grazie ad un doppio dissequestro
-  Alla I Commissione del Csm iniziate le audizioni delle toghe coinvolte nello scontro

ROMA- Le inchieste Why Not della procura di Catanzaro e quella di Salerno su presunti illeciti legati sempre alle inchieste del pm Luigi De Magistris proseguiranno nelle rispettive competenze. L’impasse è stata sbloccata grazie ad un doppio dissequestro degli atti compiuto innanzitutto dalla procura generale di Catanzaro e successivamente da quella di Salerno, in seguito all’intesa raggiunta tra i responsabili dei due uffici giudiziari.

Dopo i duri scontri dei giorni scorsi (rispetto alle due inchieste e al relativo ’caso De Magistris’) i magistrati dei due uffici inquirenti si sono dunque accordati "con grande senso di responsabilità istituzionale" per superare la situazione venutasi a creare tra le procure. Trovando un’intesa che "ha consentito il ripristino, mediante idonee iniziative processuali, delle condizioni per il pieno esercizio della giurisdizione". A dare la notizia, con una nota stampa, è stato stamane il procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito.

La nota richiama il comunicato del Quirinale del 4 dicembre scorso in cui il capo dello Stato fece sentire la sua voce su una situazione che definì "senza precedenti". Da quell’invito è disceso il faccia a faccia tra le procure di Catanzaro e Salerno: "Entrambe - continua la nota - consapevoli della estrema delicatezza e gravità della situazione venutasi a determinare, hanno raggiunto, con grande senso di responsabilità istituzionale, una intesa per superare tale situazione".

La complessa mediazione tra le due procure è stata svolta per due giorni dal procuratore generale di Salerno Lucio di Pietro. Il procuratore generale ha convocato il procuratore di Salerno Luigi Apicella e un delegato del procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli.

L’impasse giurisdizionale, che aveva bloccato entrambe le inchieste non consentiva alcuna scappatoia legale. La mediazione del procuratore generale di Pietro avrebbe convinto i vertici delle due procure in conflitto a trovare l’accordo. La procura di Salerno potrà quindi acquisire copia degli atti che interessano la propria indagine e quella di Catanzaro continuare gli accertamenti sulle inchieste Why Not e Poseidone.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, informa una nota del Quirinale, "ha vivamente apprezzato la comunicazione ricevuta dal procuratore generale della corte di Cassazione dell’intesa, tempestivamente promossa dallo stesso procuratore generale, raggiunta tra le procure di Catanzaro e di Salerno. La risoluzione, assunta dagli organi di vertice degli Uffici giudiziari nell’esercizio delle attribuzioni previste dalle disposizioni vigenti - prosegue la nota - costituisce un significativo passo verso il superamento della grave situazione di paralisi delle rispettive funzioni processuali creatasi a seguito dell’aspro contrasto tra le due procure".

Audizioni al Csm. Davanti alla prima Commissione di Palazzo dei Marescialli, presieduta dal laico dell’Udc Ugo Bergamo, sono iniziate le audizioni delle toghe catanzaresi e salernitane, sullo scontro nato tra le due procure. I primi a sfilare sono state le toghe catanzaresi titolari dell’inchiesta ’Why not’ e firmatari del sequestro del fascicolo, Salvatore Curcio, Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo; proprio quest’ultimo è il primo dei tre che la Commissione ha ascoltato. Poi i pm salernitani Gabriella Nuzzi, Dionigio Verasani, Antonio Centore, Patrizia Gambardella, Roberto Penna e Vincenzo Senatore; tutti i magistrati che hanno partecipato al sequestro e alle perquisizioni svolte alla Procura di Catanzaro e nelle abitazioni di pm calabresi.

* la Repubblica, 9 dicembre 2008


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