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> CALABRIA E NON SOLO. Operazione «Why Not» --- Giro di vite sull’inchiesta Why Not, indagini chiuse: avviso per Loiero, archiviazione per Prodi.

mercoledì 17 dicembre 2008

Why Not, indagini chiuse: avviso per Loiero, archiviazione per Prodi *

Giro di vite sull’inchiesta Why Not. La Procura di Catanzaro ha infatti concluso l’indagine sottratta al pm De Magistris nell’ottobre del 2007, notificando a 106 persone coinvolte il procedimento di chiusura. Secondo quanto trapela dagli stessi uffici dei magistrati catanzaresi, tra i destinatari dell’avviio non figurerebbe l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, per il quele la Procura sarebbe orientata a chiedere l’archivazione. Tra le persone coinvolte ci sarebbero invece nomi di rilievo della politica calabrese. Tra questi anche il presidente della regione Agazio Loiero (nella foto), l’ex presidente Giuseppe Chiaravalloti, il capogruppo del Pd alla regione Nicola Adamo, il consigliere regionale ed imprenditore Sergio Abramo, candidato del centrodestra alle presidenza della Regione nelle elezioni del 2005, il sindaco di Cosenza Salvatore Perugini, il deputato del Pdl Giovanni Dima (ex consigliere regionale di An in Calabria) e altri assessori, consiglieri, politici, funzionari regionali appartenenti a diversi partiti.

Per l’ex premier Romano Prodi, e anche per per l’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, coinvolto anch’egli nell’inchiesta Why Not - già a marzo del 2008 la Procura di Catanzaro aveva chiesto al gip l’archiviazione. Entrambi erano stati iscritti nel registro degli indagati da De Magistris, che ipotizzava nei loro confronti l’accusa di abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte frodi milionarie ai danni dell’Unione Europea. Per quanto riguarda Prodi, in particolare, i magistrati calabresi ritenevano l’ex presidente del Consiglio estraneo da quel «comitato d’affari» che avrebbe dovuto gestire i fondi europei. L’iscrizione nel registro degli indagati era stata decisa perché dal riscontro dei tabulati telefonici è risultato che alcune persone indagate, e considerate vicine a Prodi quando questi era presidente della Commissione Europea, utilizzavano un telefono che risultava in uso al premier.

Gran parte dell’inchiesta Why Not è fondata sulle intercettazioni telefoniche. In più occasioni il Tribunale della Libertà, intervenendo su questa prova specifica, aveva usato la mano pesante indicando la «fumosità » del quadro probatorio. L’indagine era stata successivamente avocata dal procuratore facente funzioni Dolcino Favi. Per il pg, sussisteva un evidente conflitto d’interessi per De Magistris, che aveva iscritto nel registro degli indagati il ministro Mastella, dopo che quest’ultimo aveva chiesto al Csm il suo trasferimento cautelare.

* l’Unità, 17 dicembre 2008


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