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> CALABRIA E NON SOLO. Operazione «Why Not»: 19 persone indagate. --- - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: «Presterò vigile attenzione perché sia assicurato il pieno, doveroso sviluppo delle indagini in corso».

lunedì 22 ottobre 2007


-  Napolitano invita ad abbassare i toni
-  De Magistris, Quirinale «preoccupato»
-  «Presterò vigile attenzione perché sia assicurato il pieno, doveroso sviluppo delle indagini in corso»

ROMA - «È indispensabile evitare dichiarazioni e commenti che determinano sconcerto nell’ opinione pubblica». È quanto afferma in una nota il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver manifestato viva preoccupazione per le polemiche sul caso De Magistris. «Hanno in questi giorni destato in me, quale capo dello Stato e quale presidente del Consiglio superiore della magistratura - afferma Napolitano - viva preoccupazione le polemiche seguite a indagini svolte e a determinazioni assunte da organi giudiziari e dai titolari dell’azione disciplinare nei confronti di magistrati. Considero essenziali, come sempre, la riservatezza e il rispetto delle regole fissate da leggi e codici deontologici. Confido - ha detto il presidente - nel senso di responsabilità di tutti».

VIGILE ATTENZIONE - «Le questioni sollevate debbono trovare soluzione sulla base di una attenta verifica dei fatti, attraverso gli strumenti - di tipo penale, disciplinare e ordinamentale - previsti dalla normativa. Per parte mia, assicuro che, nel rispetto dei confini e delle prerogative assegnatemi dalla Costituzione, presterò vigile attenzione perché sia assicurato il pieno, doveroso sviluppo delle indagini in corso, e in tale contesto siano puntualmente rispettati i diritti dei soggetti coinvolti, così che la magistratura possa esercitare le sue funzioni in assoluta autonomia e indipendenza. Esprimo convinta fiducia nella capacità del Csm di assolvere il compito che gli è affidato con la massima ponderazione e obiettività».

LO SFOGO DEL PM - Era stato lo stesso pm De Magistris, in un’intervista rilasciata al giornalista del Corriere della Sera Carlo Vulpio sabato scorso, ad auspicare un’intervento diretto del capo dello Stato. L’intervista era uscita il giorno successivo a quello in cui Dolcino Favi, avvocato generale dello Stato che da gennaio 2007 fa il procuratore generale reggente a Catanzaro, aveva avocato a sé, togliendola appunto a De Magistris, l’inchiesta Why not, quella in cui sono indagati il presidente del Consiglio, Romano Prodi (abuso d’ufficio), il ministro della Giustizia Clemente Mastella (abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti, truffa all’Unione europea e allo Stato italiano) e una schiera di politici, affaristi, militari, magistrati, massoni.

* Corriere della Sera, 22 ottobre 2007


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