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lunedì 14 gennaio 2008

Tutti i nemici di De Magistris

Svolta sul «caso Catanzaro». La procura di Salerno ha iscritto nel registro degli indagati gli accusatori del pm napoletano con accuse gravissime. «Abuso d’ufficio» per il sostituto pg Dolcino Favi e per l’ispettore di Mastella Mantelli. Calunnia e «corruzione in atti giudiziari» per il procuratore Lombardi, l’aggiunto Murone, il giudice Rinardo, il senatore di Fi Pittelli, l’ex della Compagnia delle opere Saladino e l’ex presidente della Calabria Chiaravalloti. Inchiesta anche sulle intercettazioni

di Sara Menafra (il manifesto, 13.01.2008)

C’è un abuso d’ufficio, dietro la scelta di togliere al pm Luigi de Magistris l’inchiesta su Romano Prodi e Clemente Mastella. E’ quel che pensano i pm della procura di Salerno, che da un anno indagano su quel che accade ai dirimpettai di Catanzaro e in particolare al sostituto procuratore a processo, in questi giorni, davanti al Csm. Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani hanno iscritto nel registro degli indagati il sostituto procuratore generale di Catanzaro Dolcino Favi, accusandolo di «abuso d’ufficio» per aver sottratto a De Magistris l’inchiesta su una truffa ai danni dell’Unione europea che aveva coinvolto anche i due pezzi da novanta del governo.

L’elemento è saltato fuori lo scorso 9 gennaio, quando i due pm salernitani sono stati convocati dalla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura che, parallelamente alla sezione disciplinare, ha messo sotto accusa de Magistris per «fatti non colposi». Venerdì pomeriggio, la loro deposizione è stata messa agli atti del processo disciplinare e da lunedì prossimo potrebbe diventare la base su cui proseguirà la discussione del caso Catanzaro.

Nelle 63 pagine di deposizione davanti alla prima commissione, Nuzzi e Verasani tratteggiano un quadro inquietante. Nell’ultimo anno a Salerno sono stati aperti 70 procedimenti, tutti centrati sul caso Catanzaro. E almeno quattro di questi disegnano un brutto ritratto di quel che negli ultimi tempi è avvenuto nella piccola procura nota per i veleni che la attraversano e le coraggiose indagini che, ogni tanto, finiscono sulle scrivanie.

Oltre all’ipotesi di reato contro il solo Dolcino Favi, i pm di Salerno pensano che le denunce nei confronti di de Magistris seguite alla bufera Why not possano essere il piano su cui poggiare una accusa di «calunnia» nei confronti del procuratore Mariano Lombardi, l’avvocato e senatore azzurro Giancarlo Pittelli, l’imprenditore ed ex capo della Compagnia delle opere calabrese Antonio Saladino (fulcro dell’indagine Why not) e dello stesso Dolcino Favi.

Pittelli, l’ex presidente della regione Calabria Giuseppe Chiaravalloti (indagato nell’inchiesta Poseidone, curata sempre da de Magistris), Saladino, Lombardi, il procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone e la presidente del tribunale del riesame Adalgisa Rinardo sono, poi, tutti indagati per «corruzione in atti giudiziari»; un’accusa che potrebbe scoperchiare i rapporti che da tempo incollano l’uno all’altro alcuni magistrati e politici locali, facendo in modo, per dirne una, che la dottoressa Rinardo, autrice di tre sentenze di annullamento nei confronti di de Magistris, abbia ottimi rapporti con Pittelli e più di un parente impiegato nelle aziende di Saladino. Chiaravalloti, poi, è accusato di «minaccia aggravata» nei confronti di de Magistris, con molta probabilità per le intercettazioni in cui già nel novembre 2005 sussurrava alla segretaria: «Lo dobbiamo ammazzare (de Magistris, ndr) gli facciamo le cause civili per il risarcimento danni e ne affidiamo la gestione alla camorra». C’è poi un’inchiesta sulle intercettazioni avviate dalla procura di Matera nei confronti di alcuni giornalisti e di un maresciallo dei carabinieri di Catanzaro che ipotizza una «indebita strumentalizzazione di atti di indagine», ipotizzando che quella inchiesta si sia sovrapposta all’indagine calabrese diventando, nei fatti, un’inchiesta sull’inchiesta (come hanno provato le intercettazioni ampiamente pubblicate dal quotidiano Libero). Infine, e questo per Mastella rischia di essere un brutto colpo, il vice capo degli ispettori di via Arenula Gianfranco Mantelli è accusato di «abuso d’ufficio» in relazione all’ispezione contro il pm avviata in seguito all’inchiesta Toghe lucane.

Le 63 pagine di deposizione dei due magistrati salernitani rischiano di diventare il primo colpo a favore del pm de Magistris. Nonostante i venti procedimenti penali aperti a suo carico, i magistrati hanno raccontato al Csm che non sono emersi elementi «penalmente rilevanti» e che non ci sarebbero neppure prove delle rivelazioni di notizie per cui il magistrato è finito alla disciplinare. Al contrario, Nuzzi e Verasani pensano che dietro alle denunce, alle interrogazioni parlamentari e alle fughe di notizie che hanno messo nei guai il pm ci sia un unico, lunghissimo, filo rosso. Anche per questo hanno ordinato una perizia telefonica sui contatti tra i vertici della procura di Catanzaro e il senatore Pittelli: l’elaborazione curata dal perito Gioacchino Genchi a nome di de Magistris aveva ipotizzato che dietro alle fughe di notizie che bruciarono una parte dell’inchiesta Poseidone (poi avocata dal procuratore Lombardi) ci fosse il legame tra lo stesso Lombardi e il senatore, visto che il figliastro di Lombardi è socio dello studio legale Pittelli. Acquisire i tabulati, però, spettava alla procura di Salerno: i risultati sono attesi a giorni.


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