Catanzaro, il giudice per le indagini preliminari accoglie la richiesta
della Procura generale e fa uscire il leader dell’Udeur dall’inchiesta
Why Not, il gip archivia
la posizione di Mastella
La rabbia dell’ex ministro: "Intervenga Napolitano". E annuncia querele
CATANZARO - L’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella esce del tutto dall’inchiesta Why Not. Infatti il gip di Catanzaro Tiziana Macrì, accogliendo in toto la richiesta della Procura generale, ha disposto l’archiviazione del procedimento in quanto, secondo quanto si è appreso, non vi erano neanche gli elementi per poter iscrivere Mastella nel registro degli indagati. E subito è giunta la reazione del leader dell’Udeur, che ha parlato di "danno irreparabile" contro la sua persona e ha chiesto l’intervento del capo dello Stato.
Mastella era indagato per abuso d’ufficio in relazione ai suoi presunti rapporti con l’imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e tra i personaggi eccellenti coinvolti nell’inchiesta. L’allora ministro della Giustizia era stato iscritto nel registro degli indagati dal pm Luigi De Magistris, ex titolare dell’indagine, che poi, tra le polemiche, gli era stata tolta.
Il fascicolo era stato successivamente avocato dalla Procura generale per l’incompatibilità di De Magistris dopo che Mastella, nella sua qualità di ministro della Giustizia, aveva chiesto il trasferimento del pm per presunte irregolarità nella conduzione delle sue inchieste. A convincere il magistrato a coinvolgere il leader dell’Udeur nell’inchiesta, era stata la testimoianza dell’ex consigliere regionale della Calabria Pino Tursi Prato, che aveva riferito dei presunti rapporti tra Mastella e Saladino.
Ma adesso, queste ipotesi si sono rivelate prive di fondamento. Da qui la furia di Mastella, che ha denunciato di aver subito "un vero e proprio attentato a libertà e prerogative costituzionalmente riconosciute; attentato rispetto al quale preliminarmente intendo investire il Capo dello Stato quale presidente del Csm". A suo giudizio, infatti, si tratta "di un fatto gravissimo, fuori da ogni principio di legalità". Poi l’annuncio di una querela: "Ho dato mandato ai miei legali di valutare tutte le possibili azioni giudiziarie e amministrative a tutela della mia persona, e per chiedere il risarcimento dei danni a chi ha lavorato, sul piano giudiziario, sul piano mediatico e su quello politico, per la mia eliminazione politica".
* la Repubblica, 1 aprile 2008