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Di Cosmo de La Fuente

Ermafroditismo xxy, sarà questa la cura contro le ingiustizie del mondo?

La storia vissuta da un piemontese ermafrodita
lunedì 25 giugno 2007 di Emiliano Morrone
La storia vissuta da un piemontese ermafrodita
Scusi, sa dirmi dove abita Albertina Giraudo? -
Non so quante volte formulai questa domanda nell’arco di una mattinata. Qualcuno doveva pur conoscerla questa signora di cui si parlava tanto, la mia padrona di casa mi aveva garantito che nel suo paesino d’origine,arroccato sulla collina astigiana,viveva questa brava donna che aveva rivelato a tutti di essere bi-dotata. All’ennesimo ‘non so’ decisi di telefonare alla mia anziana padrona di (...)

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> Ermafroditismo xxy, sarà questa la cura contro le ingiustizie del mondo? - Caster Semenya, sarebbe tecnicamente un ermafrodito. Contro l’eventualità che l’olimpionica degli 800 metri di Berlino venga esclusa dalle competizioni il Sudafrica si mobilita.

sabato 12 settembre 2009

L’atleta Semenya sarebbe ermafrodita

Caster Semenya sarebbe tecnicamente un ermafrodito, dotato non di utero ed ovaie, ma di testicoli interni, responsabili del livello di testosterone tre volte superiore a quello normale in una donna. L’indiscrezione, riportata dal Daily Telegraph di Sydney, non è confermata (però nemmeno smentita) dalla Iaaf, che in una nota ufficiale ribadisce: la Federazione internazionale di atletica dirà un parere definitivo sulla vicenda solo in occasione del Consiglio esecutivo che si riunirà il 20 e 21 novembre, a Monaco.

Intanto però contro l’eventualità che l’olimpionica degli 800 metri di Berlino venga esclusa dalle competizioni il Sudafrica si mobilita. Il ministro dello sport arriva addirittura a parlare di «terza guerra mondiale». «Penso che scoppierebbe la terza guerra mondiale. Siamo pronti a rivolgerci ai più alti livelli per contestare una decisione del genere (l’esclusione, ndr)», ha affermato Makhenkesi Stofile nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che una misura simile sarebbe «totalmente ingiusta». Sulla stessa linea del governo si schiera anche l’African National Congress (Anc), il maggiore partito del Paese, che in un comunicato ha definito l’articolo del Sydney Daily Telegraph «insultante e umiliante».

«Il governo sudafricano ha ragione - sottolinea l’Anc - di prevedere di ricorre con ogni mezzo in sede legale per proteggere Caster contro ogni violazione dei suoi diritti. Noi esortiamo il governo e la federazione sudafricana di atletica a mettere fine a questi abusi e a questi abusi e violazioni insensate dei diritti della persona umana di Caster». Ma, anche se venisse confermato l’eccesso di ormone maschile, secondo i più l’oro mondiale negli 800 metri della diciottenne sudafricana non sarebbe in pericolo. Perchè il suo non rientra tra i casi di doping. La Semenya «è naturalmente fatta così - ha commentato Nick Davies, portavoce della Iaaf - Sarà difficile imporre una sanzione retroattiva ad un’atleta che a Berlino è stata iscritta dalla sua Federazione ed accettata da quella internazionale».

Probabile, invece, che le sia impedito di gareggiare ancora in campo femminile. Secondo quanto scrive il giornale, i test ginecologici, sul sangue e sui cromosomi ordinati dalla Iaaf dopo l’exploit della Semenya a Berlino avrebbero rivelato la presenza di organi sessuali maschili interni. La Federazione ha effettivamente ricevuto i risultati dal laboratorio tedesco incaricato delle ricerche. Prima di renderli noti avrebbe voluto considerarne con calma tutte le implicazioni. Non solo dal punto di vista etico, ma anche politico. Nel suo paese la mezzofondista è considerata un’eroina. Le più alte cariche sudafricane hanno fin da subito protestato contro gli esami, bollandoli come sessisti. E le ultime indiscrezioni hanno scatenato le ire anche del presidente della Federazione Leonard Chuene. Inoltre la Iaaf vorrebbe prima vedere la Semenya a quattr’occhi, per decidere una linea da seguire, «ma non saremo in condizione di affrontare l’argomento con l’atleta ancora per alcune settimane» ha aggiunto Davies alla Bbc. Questo perchè si vuole sottoporre la questione ad un team di esperti, in grado di dare una risposta chiara alla domanda se dal suo stato la Semenya tragga un vantaggio o meno. In caso di risposta positiva, per non metterne a rischio la carriera agonistica, bisognerebbe valutare se tale condizione sia trattabile e come. Il tutto naturalmente con il suo consenso.

* l’Unità, 12 settembre 2009


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