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In memoria di HINA SALEEM. Per il dialogo - quello vero - a tutti i livelli, tra le persone, le culture e le religioni...

«COSTRUIRE SPERANZA E CONVIVIALITA’». Appello per la Sesta giornata ecumenica (5 ottobre 2007 ultimo venerdì di Ramadan) del dialogo cristiano-islamico - a cura di pfls

venerdì 5 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Sentiamo molto pressante la necessità di rilanciare in Italia i temi del dialogo interreligioso, in particolare quello con l’Islam, che vediamo sempre più minacciato e ricacciato indietro, come dimostrano, fra l’altro, anche le vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti studiosi e amici del dialogo come i prof. Stefano Allievi, Renzo Guolo e Paolo Branca.
In questi anni si sono moltiplicate le giornate istituzionali di "dialogo": in realtà i mezzi di comunicazione di massa non (...)

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> «COSTRUIRE SPERANZA E CONVIVIALITA’». Appello per la Sesta giornata ecumenica (12 ottobre 2007 ultimo venerdì di Ramadan) del dialogo cristiano-islamico - a cura di pfls

domenica 1 luglio 2007

Processo per la morte di Hina, manifestazione in tribunale

Il presidio è stato orrganizzato dall’Associazione delle donne marocchine. Adesioni trasversali. La presidente dell’Acmid Souad Sbai: «Nessuna strumentalizzazione politica»

di Cinzia Gubbini (il manifesto, 28.06.2007)

Si apre stamattina a Brescia l’udienza preliminare per l’omicidio di Hina Saleem, la ventiduenne pachistana uccisa e sepolta nel giardino dell’abitazione dei suoi genitori e per il quale sono imputati suo padre, suo zio e due cognati. Hina, che conviveva da qualche tempo con il suo fidanzato italiano, fu uccisa perché si ribellava al codice comportamentale che la sua famiglia voleva imporle.

Il caso di Hina è stato il più eclatante tra le molte storie di violenze a carico delle donne straniere che vivono in Italia, e ha infuocato il dibattito politico. Stamattina davanti al tribunale, a mostrare solidarietà e a protestare contro la violenza sulle donne, ci saranno anche molte altre donne, italiane e straniere, che arriveranno da diverse città d’Italia.

Ad organizzare il presidio - l’appuntamento è alle 8,30 in via Moretto 78 - è stata l’Associazione delle donne marocchine, presieduta da Souad Sbai, che ha anche chiesto di potersi costituire parte civile al processo in corso. Stessa cosa ha annunciato il ministero delle Pari opportunità.

Inutile negare che la associazione guidata da Sbai non raccoglie molte simpatie a sinistra: l’associazione svolge un lavoro giudicato meritorio con le donne straniere, ma contemporaneamente si schiera a favore di questioni di tutt’altro tenore, come la Carta dei Valori, o addirittura il recente Family Day. Tra le maggiori «sponsor» dell’Acmid la deputata di Alleanza nazionale Daniela Santanchè, che ha partecipato all’organizzazione del presidio. Proprio per questo è interessante osservare come l’iniziativa dell’Associazione donne marocchine sull’omicidio di Hina Saleem ha raccolto adesioni trasversali. Un esempio, una volta tanto, della politica che si fa sui contenuti, aldilà delle appartenenze. Alla decisione di costituirsi come parte civile sono arrivate le adesioni - tra l’altro - dell’Associazione usciamo dal silenzio, e il sostegno dell’Unione delle donne italiane (Udi).

Stamattina, davanti al tribunale, ci sarà anche una delegazione del centro interculturale Trama di Terre di Imola. Spiega la sua presidente, Tiziana Dal Pra: «Lavorando anche nell’accoglienza abitativa tocchiamo con mano quanto sia serio il problema della violenza sulle donne straniere, ma anche il problema della loro solitudine, della mancanza di punti di riferimento. La questione della violenza riguarda certamente e in larga parte le donne italiane, ma non c’è dubbio che le donne straniere vivono una doppia discriminazione - dice Dal Pra - per questo abbiamo trovato debole la mobilitazione del movimento femminile italiano di fronte all’atroce morte di Hina. E abbiamo deciso di esserci. Inutile dire che una come me non ha nulla a che spartire con Daniela Santanchè o con chi va al Family Day ma questo non ci può impedire di esserci. Io sono stufa di partecipare ai dibattiti. Penso sia arrivato il momento di trovare forme di mobilitazione per un femminismo interculturale. Non saremo strumentalizzate se avremo le idee chiare, e le abbiamo: la violenza sulle donne non ha né colore né religione. Ma ha un sesso: quello maschile».

Sulla stessa linea la direttrice del centro interculturale di Torino Alma Mater, Anna Ciciaco: «Non ci saremo più che altro perché non ne sapevamo nulla. Ma abbiamo parlato molto del caso di Hina, la violenza sulle donne è in aumento in modo preoccupante e tutte le forme di mobilitazione che ci aiutino ad uscire dal silenzio sono importanti e vanno sostenute». Non ha ricevuto comunicazioni sul presidio neanche la deputata del Prc Mercedes Frias, donna di origine straniera e impegnata da anni sul fronte delle questioni femminili: «Tenere l’attenzione alta è fondamentale. Anche se, dalla mia visuale nel "palazzo", non posso non osservare come sul caso di Hina ci sia stata una reazione che purtroppo non spetta ai tanti altri casi di violenza. Trovo mortale la volontà di focalizzare il problema sulla cultura: non ci sono culture che dicono di ammazzare le donne, ma in tutte le culture è presente l’idea del dominio e del controllo sul corpo della donna». Per quanto riguarda il presidio di stamane, spiega Souad Sbai: «La nostra non è una battaglia religiosa. E non vogliamo essere strumentalizzate politicamente, perché tra le nostre fila ci sono donne di tutti gli orientamenti politici».


Hina: aggredita esponente di Acmid

Dounia Ettaib spinta e minacciata vicino a viale Jenner *

(ANSA) - MILANO, 29 GIU - Dounia Ettaib, vice presidente lombarda dell’Acmid ha denunciato un’aggressione a Milano nei pressi della moschea di viale Jenner. La circostanza e’ in corso di accertamento da parte delle forze dell’ordine. L’associazione delle donne marocchine in Italia, proprio ieri, aveva chiesto senza ottenerlo di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio di Hina Saleem, la ragazza pakistana uccisa dai famigliari. Due connazionali avrebbero spinto la donna minacciandola pesantemente.

* ANSA Notizia del 29 giugno 2007 - 21:15



-  Hina: marocchina Ettaib scortata
-  ’Ho paura ma portero’ avanti il mio impegno’
*

(ANSA) - MILANO, 1 LUG - Dounia Ettaib, la marocchina aggredita da due connazionali, verra’ scortata. ’Ho paura - dice - ma portero’ avanti il mio impegno’. Tra le donne che avevano partecipato alla manifestazione davanti al palazzo di giustizia di Brescia per la vicenda di Hina, la ragazza pakistana uccisa nel bresciano dal padre e da altri parenti, c’era anche Dounia, vice presidente lombarda dell’Associazione donne marocchine in Italia. Proprio il suo attivismo sarebbe stato all’origine delle minacce.

* ANSA » 2007-07-01 14:00


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