La prossima settimana dovrebbe arrivare anche il via libera di Montecitorio
Turigliatto ha confermato il suo no: "E’ un programma liberista"
Dpef, sì del Senato con 159 voti
"Famiglie, casa e meno tasse"
Saldo netto ’massimo’ da 24 miliardi. Lotta all’evasione e riduzione del prelievo fiscale
Taglio dell’Ici, ridimensionamento del lavoro flessibile e interventi a favore delle famiglie *
ROMA - Il Senato ha approvato la risoluzione della maggioranza sul Dpef. I sì sono stati 159, i no 147, un solo astenuto. Oltre a quella della maggioranza, erano state presentate altre due risoluzioni, quella a firma Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc e Dc per le Autonomie, e quella della Lega, che non sono state messe ai voti perché decadute dopo l’approvazione di quella della maggioranza. L’Aula del Senato ha pertanto terminato l’esame del Dpef. "Sono molto soddisfatta, perché è una bella prova a distanza di un anno dall’inizio della legislatura", ha commentato il presidente dei senatori dell’Ulivo Anna Finocchiaro.
Il Documento, questa volta, non è stato esaminato in contemporanea con la Camera dei Deputati che quest’anno è rimasta indietro per terminare l’esame del decreto legge sulla destinazione dell’extragettito. Il via libera di Montecitorio, comunque, arriverà la prossima settimana con l’approvazione di una risoluzione della maggioranza che, nei contenuti, dovrebbe essere sostanzialmente simile a quella presentata a Palazzo Madama.
Saldo netto 2008 a 24 miliardi. Secondo la risoluzione approvata, è di 24 miliardi di euro il "limite massimo" del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2008. La maggioranza impegna inoltre il governo a fissare il saldo netto da finanziare per gli "anni successivi" al 2008 "in una misura inferiore a quella del primo anno, lungo un percorso di avvicinamento agli obiettivi programmatici di un saldo netto da finanziare a 21,5 miliardi per il 2009 e 18 miliardi per il 2010".
Per il disavanzo percorso graduale. Niente poi manovra correttiva e un percorso "più graduale" di quello prospettato dall’Unione Europea per ridurre il disavanzo. Ok al traguardo del pareggio di bilancio nel 2011 ma senza aumentare la pressione fiscale, sottolinea la maggioranza, che anzi dovrà essere abbattuta utilizzando le "eventuali maggiori entrate derivanti dall’evasione fiscale".
Impegno su riduzione costi politica. I senatori alzano inoltre il tiro sui costi della politica e impegnano il governo a mettere in campo misure tali da ricavare "risparmi a regime per almeno 2 miliardi di euro".
Interventi per ridurre lavoro flessibile. Nel documento vengono poi tracciate le linee dei principali interventi, a cominciare da welfare e fisco. Sottolineata la necessità di ridurre "le forme di lavoro flessibile che non possono costare meno di quello stabile, e le forme di contratto a termine. Tutte queste tipologie contrattuali non devono superare una soglia dell’occupazione complessiva dell’impresa".
Lotta all’evasione, aliquota al 20%. Per quanto riguarda il fisco la risoluzione impegna il governo a proseguire la lotta all’evasione, destinando le maggiori entrate "alla progressiva riduzione del prelievo tributario a carico delle famiglie", a completare con la prossima Finanziaria la riforma delle rendite prevedendo l’omogeneizzazione del prelievo con un’aliquota unica al 20%.
Taglio dell’Ici. La risoluzione impegna inoltre "a ridurre il carico fiscale sulla casa attraverso una revisione della normativa sull’Ici che aumenti il grado di autonomia degli enti locali, l’adozione di un sistema di tassazione separata per i redditi da locazione e il riconoscimento di detrazioni fiscali per i canoni di locazione".
Piano per la famiglia. Il documento della maggioranza include inoltre un "piano nazionale della famiglia orientato a sostenere economicamente le famiglie con figli anche in funzione di un incentivo alla partecipazione delle donne al lavoro e a rimuovere i fattori che frenano l’autonomia dei giovani". Previsto inoltre un preciso impegno a favore dell’applicazione del Protocollo di Kyoto.
Rossi vota sì, Turigliatto no. Dei due senatori "ribelli" della sinistra comunista, Fernando Rossi (ex Pdci) ha annunciato il suo voto a favore del Dpef: "Io oggi il Dpef lo voto anche se c’è un dissenso di fondo, ma colgo gli obiettivi del non aumento delle tasse e capisco anche, pur non condividendola, l’esigenza di tenere al 2,5% il rapporto tra Pil e disavanzo". Mentre Franco Turigliatto di Sinistra Critica ha rilevato che "si tratta di un programma liberista e persino da grande potenza militare che respingo e non voto".
"Smentite le profezie di crisi". Il presidente dei senatori dell’Ulivo Anna Finocchiaro ha stigmatizzato, a votazione conclusa, gli esponenti dell’opposizione che "gridano al lupo al lupo". "Il senatore Calderoli alla fine si ridurrà come quello che gridava ’al lupo, al lupo...’. E non verrà più preso sul serio, a causa di questo continuo giocare, in chiave provocatoria, anche su temi particolarmente importanti", ha osservato Finocchiaro. "Il voto favorevole del Senato sul Dpef smentisce ancora una volta le profezie di crisi avanzate nei giorni scorsi dalla Cdl - ha ribadito il coordinatore della Margherita Antonello Soro - Il governo Prodi, in un contesto politico e parlamentare segnato da difficoltà oggettive senza precedenti, mette a segno un altro risultato positivo".
* la Repubblica, 26 luglio 2007