“Non posso promuovere in coscienza la nuova traduzione inglese del Messale romano”
di Fr. Antony Ruff osb
in “The Tablet online” del 7 febbraio 2011 (traduzione: Maria Teresa Pontara Pederiva) *
Vostre Eminenze, vostre Eccellenze,
è con il cuore pesante che recentemente ho assunto una decisione difficile riguardo alla Nuova traduzione inglese del Messale romano. Nello specifico ho deciso di annullare tutti i miei interventi di presentazione del nuovo Messale che erano programmati in giro per gli Stati Uniti. Dopo essermi consultato col mio direttore spirituale e dopo grande preghiera, sono giunto alla conclusione di non essere in grado di promuovere in coscienza la nuova traduzione. Sono sicuro che i vescovi chiedano un oratore che metta in luce gli aspetti positivi del Messale, ma ciò richiederebbe fare delle affermazioni in cui non credo.
Amo la Chiesa, amo la sacra liturgia, amo il canto in lingua latina e quello in lingua inglese, ed è stata per me una grande ricchezza l’essere coinvolto in tutto questo, come monaco e come prete. Come è stato per me un onore prestare il mio servizio fino a poco tempo fa come presidente della sezione per la musica della Commissione internazionale per la Liturgia in lingua inglese (ICEL) che ha predisposto tutti i canti per il nuovo Messale. Tuttavia il mio coinvolgimento in questo processo, come pure la mia riflessione sui motivi di scandalo della Santa Sede, mi hanno progressivamente aperto gli occhi sui problemi profondi all’interno delle strutture di potere della nostra chiesa.
Il Nuovo Messale è ormai imminente, ma anch’esso fa parte di uno schema più ampio di imposizioni calate dall’alto da parte di un’autorità centrale che non si ritiene responsabile di una chiesa più grande. Quando penso a come sia stato tenuto segreto tutto il lavoro di traduzione, a quanto sia stata quasi inesistente la consultazione di preti e laici, a come la Santa Sede abbia permesso ad un gruppo estremamente ristretto di persone di condurne in porto la stesura finale, a come sia insoddisfacente il testo licenziato, a come il testo sia stato imposto ancora una volta dall’alto alle conferenze episcopali nazionali in violazione della loro legittima autorità, e a quanti errori hanno caratterizzato questo processo, e di rimando penso agli insegnamenti di nostro Signore in termini di servizio, amore e unità ... mi viene da piangere.
Registro una certa disillusione nei confronti della chiesa cattolica tra i miei amici e conoscenti. Alcuni li vedo lasciarla con convinzione, altri si allontanano gradualmente, alcuni aderiscono ad altre confessioni, alcuni rimangono cattolici non senza difficoltà. Il mio proposito è quello di restare in questa chiesa e fare del mio meglio per servirla. Questa è la mia speranza, a patto di esprimere ciò che penso, sempre con carità e rispetto. Assicuro la mia disponibilità a partecipare a futuri progetti in ambito liturgico, ma solo in presenza di condizioni più favorevoli.
Mi dispiace per le difficoltà che sto arrecando ad altri con il mio ritiro, ma sono convinto che questa per me sia la cosa giusta da fare. Pregherò per voi e per tutti i responsabili della nostra chiesa
Pace in Cristo.
Fr. Antony Ruff osb
Monaco benedettino dell’abbazia di Saint John a Collegeville in Minnesota (Stati Uniti) e docente
di liturgia e canto gregoriano.
Ha fatto parte del Comitato che ha elaborato il documento del 2007
della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti “Cantate al Signore: la musica nella sacra liturgia”. E’
fondatore del National Catholic Youth Choir e responsabile del blog Pray Tell.
La lettera è stata pubblicata in data 7 febbraio su “America” online, la rivista dei Gesuiti Americani
e su The Tablet online, rivista cattolica inglese.
(Trad. di Maria Teresa Pontara Pederiva)
* http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201102/110208ruff.pdf