Scuola
Rozzano, canti di Natale vietati a scuola. Anche il sindaco scarica il preside: “Riveda le sue decisioni”
Barbara Agogliati ha intavolato una trattativa con il dirigente scolastico per farlo tornare sui suoi passi: “La nostra città non ha problemi di integrazione. Da un problema che si voleva evitare lo si sta creando. Se la festa non si farà nell’istituto ci penserà il Comune”
di Alex Corlazzoli *
Mai si è parlato così tanto di Rozzano. La decisione del dirigente dell’Istituto “Garofani” di non fare feste di Natale a scuola con i canti religiosi ha scatenato l’opinione pubblica e la politica. A finire per primo sotto i riflettori è il sindaco, Barbara Agogliati, che in queste ore ha avviato una sorta di trattativa con il preside Marco Parma, per convincerlo a tornare sui suoi passi.
Sindaco, l’ha sentito il dirigente oggi? Cosa gli ha detto?
“Gli ho telefonato ieri, lunedì lo richiamerò. La scuola ha la sua autonomia nella definizione delle attività didattiche, ma mi sono permessa di far presente a Parma che tutte le famiglie di Rozzano, italiane e straniere, si aspettano in occasione del Natale un momento di condivisione come è sempre stato fatto. Spero di essere ascoltata”.
Secondo lei il preside cambierà idea?
“Ieri al telefono ha confermato la sua linea. Spero che ora possa capire, viste le reazioni delle famiglie, che la sensibilità del tessuto sociale è un po’ diversa da quella che lui immagina. Rozzano non è una città che ha problemi di discriminazione o integrazione. La scelta del dirigente sembra andare in senso contrario: da un problema che si voleva evitare lo si sta creando. Mi auguro possa rivedere le decisioni prese”.
Eppure Parma ha riferito al fattoquotidiano.it che si trattava della richiesta di poche mamme
“In realtà ho visto una petizione dove ci sono non solo due madri ma tutti i genitori di una classe che sottoscrivono la richiesta. In quel documento si chiede di motivare la decisione di non fare il concerto di Natale e di avere l’autorizzazione a svolgere una festa comune e non nelle singole classi come ha previsto la dirigenza”.
Il preside ha già motivato la sua scelta: ha detto che la scuola è laica
“Certo ma ciò non significa che non abbiamo una cultura e una sensibilità da rispettare. Come comune siamo aconfessionali ma ciò non significa che il concetto di integrazione è appiattimento o annullamento delle diversità. Senza il proprio bagaglio culturale e umano credo non ci possa essere una vera inclusione. Questo è stato capito in primis dalle famiglie straniere che si sono dette stupite della decisione del preside”
Lei le ha incontrate queste famiglie di migranti?
“La petizione è firmata anche da una famiglia musulmana. E poi nei Tg li abbiamo visti tutti gli stranieri che dicevano che non ci sarebbe stato alcun problema a festeggiare il Natale”.
La scelta del dirigente ha sollevato, da destra a sinistra, la levata di scudi della politica. Lei come la vede? “Il preside ha voluto prendere una decisione molto prudente ma è andato un po’ oltre. Credo che la situazione gli sia sfuggita di mano. Se ha deciso da solo credo sia un errore: a Rozzano è reggente, forse non ha compreso a pieno il tessuto sociale. Dal fare una cosa che poteva essere rispettosa della sensibilità altrui ha proposto qualcosa che è contrario ai moderni concetti dell’integrazione”.
Ha tempo per rimediare?
“Ha venticinque giorni per porre rimedio”.
Lei come sindaco cosa è pronta a fare per risolvere il problema?
“Proporrò un incontro chiedendogli ciò che vogliono le famiglie. Non voglio arrivare ad un muro contro muro. Vedremo se con la mediazione si ottiene un risultato che possa soddisfare tutti. Dopo i fatti di Parigi è difficile spiegare ai bambini che la scuola non vuole festeggiare il Natale perché altri potrebbero sentirsi offesi”.
E se questa festa non fosse fatta dalla scuola siete pronti ad organizzarla come Comune?
“L’amministrazione mette in campo molte iniziative rivolte ai bambini in questo periodo. Se non verrà fatta la festa di Natale a scuola proporremo un’occasione ad hoc ma sarebbe meglio se fosse organizzata dall’Istituto comprensivo perché senza la scuola facciamo fatica a coinvolgere tutti i ragazzi”.
*
di Alex Corlazzoli | 28 novembre 2015
Rozzano, il Natale cancellato a scuola: il preside lascia la primaria e va a rapporto
Il dirigente, che ha rimesso il mandato, dovrà presentarsi lunedì nell’ufficio scolastico regionale davanti all’assessore regionale Aprea per chiarire la scelta di evitare canti e tradizioni *
Travolto dalle polemiche, Marco Parma, il preside dell’Istituto comprensivo Garofani a Rozzano in provincia di Milano, che ha deciso di cancellare di fatto il Natale e rinviare il concerto d’inverno degli alunni dopo il 20 gennaio (senza Tu scendi dalle stelle e altre canzoncine tradizionali), è stato convocato per lunedì dall’ufficio regionale scolastico. Lo si apprende da fonti vicino alla Regione. All’incontro sarà presente anche l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e lavoro, Valentina Aprea. E contemporaneamente ha rimesso il mandato limitatamente alla scuola primaria. Milano, nella scuola delle polemiche: sì a Babbo Natale, ai canti tradizionali
Parma, 63 anni, in una lettera scritta all’ufficio regionale scolastico, e nella quale annuncia il suo passo indietro, spiegherebbe anche quello che è accaduto, ribadendo, che la decisioni di non autorizzare feste di carattere religioso a scuola sia stata presa per non creare situazioni di disagio tra i bambini, soprattutto in un momento delicato come quello che si sta attraversando, dopo gli attentati di Parigi.
Rozzano, il preside: "No al concerto di Natale e al crocifisso’’
L’Istituto comprensivo Garofani a Rozzano è frequentato da un migliaio di studenti, dalle materne alle medie. Il 20 per cento sono di origini straniere. Per questo il preside ha deciso di rinviare il solito Concerto di Natale dei bimbi delle elementari al 21 gennaio, trasformandolo in concerto di inverno, mentre quelli delle medie terranno l’evento natalizio il 17 dicembre in un teatro fuori scuola.
Rozzano, l’ira del genitore musulmano: "Anche noi festeggiamo il Natale’’
"Le beghe degli adulti non devono ricadere sui bimbi e a me interessa solo che a scuola ogni momento sia condivisibile per tutti e che nulla possa creare imbarazzo o disagio a qualcuno - aveva detto mentre infuriavano le polemiche - credo sia un passo avanti verso l’integrazione e non indietro rispettare la sensibilità di chi la pensa diversamente, ha altre culture o religioni - ribatte il preside - Questa è una scuola multietnica, sarebbe stato giusto se nelle feste di classe una parte dei bambini avessero cantato della canzoni dalle quali erano esclusi altri? e poi dopo quello che è successo a Parigi qualcuno lo avrebbe considerato una provocazione".