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A Mikhail Gorbaciov e a Karol J. Wojtyla ... per la pace e il dialogo, quello vero!!!

"AVREMMO BISOGNO DI DIECI FRANCESCO DI ASSISI". LA RIVOLUZIONE EVANGELICA, LA RIVOLUZIONE RUSSA, E L’ "AVVENIRE" DELL’UNIONE SOVIETICA E DELLA CHIESA CATTOLICA. Le ultime riflessioni di Lenin raccolte da Viktor Bede - a cura di Federico La Sala.

«Io non sono in grado di affermare se i colloqui riferiti rappresentano una condanna della sua opera; ciononostante possono indurre anche noi a una riflessione».
venerdì 11 maggio 2012 di Maria Paola Falchinelli
[...] Alla presenza di un ex-prete ungherese, suo collega giornalista a Parigi e suo confidente, sicuro dell’imminenza della morte - come avevano affermato i medici - avrebbe dichiarato: «Ho sbagliato. Senza dubbio è stato necessario liberare masse di persone dalla repressione, ma i nostri metodi hanno avuto, come conseguenza, l’oppressione e il terrificante massacro di altri oppressi». Proseguiva, rivolto all’amico ungherese: «Tu sai che la mia malattia mi porterà presto alla morte e mi (...)

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> LA RIVOLUZIONE EVANGELICA, LA RIVOLUZIONE RUSSA, E --- LA "RIVOLUZIONE CUBANA" - Papa Francesco in Messico, a Cuba storico incontro con il patriarca Kirill

sabato 13 febbraio 2016

Papa Francesco in Messico, a Cuba storico incontro con il patriarca Kirill

parlato come fratelli, io felice E rivela un retroscena,"ne parlai a Raul Castro già a settembre"

di Fausto Gasparroni *

"Con Kirill è stata una conversazione di fratelli. Abbiamo parlato con tutta franchezza. Sono rimasto felice". Sentir raccontare lo storico colloquio col patriarca di Mosca e di tutte le Russie direttamente dalla voce del Papa: tale la gioia e l’entusiasmo di Francesco per l’avvenuto incontro, che il Pontefice ne ha voluto fare partecipi i giornalisti subito dopo, durante il volo che dall’Avana lo ha portato a Città del Messico.

"Voglio dirvi i miei sentimenti - ha esordito Bergoglio -. Prima di tutto i sentimenti di accoglienza e disponibilità del presidente Raul Castro". Il Papa ha rivelato anche un retroscena della preparazione dell’incontro con Kirill. "Io avevo parlato col presidente Castro di questo incontro l’altra volta (nella sua visita dello scorso settembre, ndr) ed era disposto a fare tutto - ha raccontato -. E lo abbiamo visto: ha preparato tutto per bene. Per questo vorrei ringraziarlo".

"Secondo, col patriarca Kirill, è stata una conversazione di fratelli - ha proseguito -. Punti chiari, che ci preoccupano tutti e due. Ne abbiamo parlato con tutta franchezza. Io mi sono sentito davanti a un fratello. E anche lui mi ha detto lo stesso". "Due vescovi - ha spiegato il Pontefice - che parlano delle situazioni delle loro chiese. Poi della situazione del mondo, delle guerre, guerre che adesso si rischia non essere più tanto ’a pezzi’, ma che coinvolgono il mondo". Poi "della situazione dell’ortodossia, del prossimo sinodo pan-ortodosso".

L’ABBRACCIO TRA FRANCESCO E KIRILL

"Ma io vi dico davvero - ha ribadito il Papa -, io sentivo una gioia interiore, una gioia del Signore. Lui parlava liberamente e anche io parlavo liberamente. Si sentiva la gioia, i traduttori erano bravi, tutti e due". Bergoglio ha confermato che "è stato un colloquio a sei occhi: il patriarca Kirill e io, sua eminenza il metropolita Hilarion e il cardinal Koch, e i due traduttori. Ma con tutta libertà: parlavamo noi due, gli altri facevano qualche battuta". Terzo punto. "Si è fatto un programma di possibili attività in comune - ha annunciato Francesco - perché l’unità si fa camminando. Una volta io ho detto che l’unità si fa nello studio, nella teologia, ma verrà il Signore e noi saremo ancora lì a costruire l’unità". "L’unità si fa camminando - ha ripetuto -, che almeno il Signore ci trovi che stiamo camminando". Dopo le due ore di colloquio, "noi abbiamo fatto questa dichiarazione che avete in mano", ha quindi aggiunto il Papa. "Ci saranno tante interpretazioni, tante", ha pronosticato, "se c’è qualche dubbio padre Lombardi potrà dire il significato della cosa". "Non è una dichiarazione politica - ha rimarcato Francesco -, non è una dichiarazione sociologica, è una dichiarazione pastorale. Anche quando si pala di secolarismo, di cose chiare, la manipolazione biogenetica, è pastorale, di due vescovi che si sono incontrati con preoccupazione pastorale. Io sono rimasto felice". E adesso, ha concluso con un sorriso pensando all’arrivo a Città del Messico, "mi aspettano 23 chilometri di ’papamobile’ aperta".

* ANSA, 13 febbraio 2016 (ripresa parziale).


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