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Eu-democrazia ed Eu-ropa.....

Evangelo, Costituzione ... e tradimento strutturale della fiducia - sia religiosa sia laica!!! IL MESSAGGIO CRISTIANO E’ L’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’ E LA FINE DI OGNI MAGISTERO ECCLESIASTICO SEPARATO. BASTA: IL CATTOLICESIMO-ROMANO E’ SOLO UN PLATONISMO PER IL POPOLO - LA CONTINUAZIONE DEL FASCISMO!!! Una riflessione di Elio Rindone sul lavoro di Xabier Pikaza - a cura di pfls

UOMINI E DONNE - CRISTIANE E CRISTIANI MAGGIORENNI: UN CONCILIO VATICANO III ("vecchia" richiesta del cardinale Martini), SUBITO !!!
martedì 8 gennaio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’impegno per liberare il messaggio evangelico dalla gabbia in cui lo rinchiude l’autorità ecclesiastica credo che sia perciò, soprattutto per i credenti, una delle urgenze dell’attuale momento storico. Impegno doppiamente necessario: occorre, infatti, difendere la laicità dello stato e al contempo evitare che il vangelo appaia come un relitto del passato, adatto a un popolo di minorenni. Una radicale riforma della struttura ecclesiastica è ormai inderogabile, e non può certo (...)

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Ite, missa est !

venerdì 13 luglio 2007

Per decenni hanno chiesto a gran voce maggior democrazia nella Chiesa ma, alla prima liberalizzazione, eccoli storcere il naso acidini. Benedetto XVI permette la messa in latino a chi la vuole, affiancando questo particolare rito ai molteplici già in atto: se a uno non piace, non deve fare altro che continuare a seguire il rito maggioritario, senza neanche l’incomodo di doversi cercare una cappella e un prete ad hoc.

Né si tratta di un’alzata d’ingegno che Ratzinger poteva risparmiarsi per non farsi dare del restauratore. No, il papa cerca di far rientrare addirittura uno scisma. Ma secondo Alberto Melloni («Corriere della Sera» del 5 luglio 2007) ciò «spezza una consuetudine, se non una tradizione, che vuole il pontefice molto attento a non smentire, se non per questioni speciali e in modi speciali, le cose che i predecessori hanno deliberato».

Il papa avrebbe peccato di indelicatezza; eh, mica come Paolo VI, che attese mezzo millennio prima di «smentire» quel che s. Pio V aveva «deliberato». Purtroppo i tempi della modernità, causa la televisione, gli aerei e l’informatica, sono molto più brevi e, anzi, per alcuni, ben tre papi (dopo Paolo VI) sono anche troppi.

Ma lo sgarbo ai predecessori è solo una delle pecche. Ecco l’altra: «Senz’altro il permesso che papa Ratzinger darà premia la pigrizia di chi da quarant’anni si misura solo con l’apparenza esterna della riforma liturgica, rendendosi sordo al suo pulsante cuore teologico che è tutto legato all’originarietà generante dell’eucarestia rispetto alla vita e allo stesso governo delle comunità».

Purtroppo, ci sono degli insensibili stufi di a volte vere e proprie pagliacciate e intrattenimenti da villaggio turistico che si avrebbe un bel tendere l’orecchio al «pulsante cuore teologico» per prendere per liturgia.

Naturalmente, c’è dell’altro: nientemeno, il «colpo alla dottrina del Vaticano II sul vescovo e all’autorità del vescovo», che viene «ridotto a notaio de gustibus». Eh, bei tempi quelli in cui ciascun vescovo era tiranno nella sua diocesi, quando uno «di sinistra» praticamente costringeva parte del suo gregge a spostarsi nella diocesi di uno «di destra» e viceversa.

Ahimé, la «grande stagione del Concilio» (quella che ha ridotto il cattolicesimo alla sola dimensione della Caritas, per intenderci) pare proprio finita: i progressisti non comandano più, le loro espressioni politiche sono state sconfessate dal fallimento del referendum sulla legge 40 e dal Family Day, e anche la loro lettura del Vaticano II è stata rigettata (dal papa, più volte).

Forse non è lontano il tempo in cui trenta fedeli saranno costretti a mendicare il permesso, al vescovo-despota, di poter seguire una messa in italiano, e saranno cacciati in malo modo.

da www.rinocammilleri.it


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