Inviare un messaggio

In risposta a:
DANTE E LA "MONARCHIA" DI AMORE. L’Arca dell’Alleanza, il Logos, e l’ordine di Melchisedech...

DANTE ALIGHIERI (1265-1321)!!! LA LINGUA D’AMORE: UNA NUOVA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO. CON MARX E FREUD. Una "ipotesi di rilettura della DIVINA COMMEDIA" di Federico La Sala (in un "quaderno" della Rivista "Il dialogo"), con prefazione di Riccardo Pozzo.

AL DI LÀ DELL’EDIPO E DEI VECCHI HEGEL HEIDEGGER HABERMAS E RATZINGER. Nel 200° anniversario della pubblicazione della "Fenomenologia dello Spirito" di Hegel (1807)
martedì 23 ottobre 2007 di Maria Paola Falchinelli
L’Arca dell’Alleanza del Logos e il codice di Melchisedech
La Fenomenologia dello Spirito... dei “Due Soli”. Ipotesi di rilettura della “Divina Commedia”.
di Federico La Sala
IL DIALOGO/Quaderni di teologia, Martedì, 24 luglio 2007

VIRGILIO A DANTE: "«[...]Dunque: che è? perché, perché restai?/perché tanta viltà nel core allette?/perché ardire e franchezza non hai?/poscia che tai tre donne benedette/curan di (...)

In risposta a:

> DANTE ALIGHIERI (1265-1321)!!! -- Alighiero di Bellincione, padre del Sommo Poeta, era un usuraio: la prova in due pergamene.

venerdì 3 febbraio 2017

Dante, “il padre Alighiero di Bellincione era un usuraio: la prova in due pergamene”

I documenti conservati nell’Archivio Diocesano di Lucca e pubblicati nella nuova edizione del ’Codice Diplomatico Dantesco’, attestano l’attività usuraia del padre del Sommo Poeta a un processo svoltosi a Firenze nel 1254

di F. Q. (Il Fatto Quotidiano, 1 febbraio 2017)

Seduto su una spiaggia incendiata, sotto una pioggia di fuoco: così Dante Alighieri avrebbe punito suo padre dopo la morte, almeno secondo quanto si legge nella Divina Commedia. Alighiero di Bellincione, padre del Sommo Poeta, “era infatti un piccolo e astuto usuraio, protagonista di continui maneggi di denaro”. Per questo sarebbe potuto finire nel terzo girone del settimo cerchio dell’Inferno dantesco, insieme a bestemmiatori e sodomiti. Chissà però se il figlio, quando scrisse il suo capolavoro, era a conoscenza dell’attività di Alighiero, testimoniata ora dai documenti pubblicati nella nuova edizione del ‘Codice Diplomatico Dantesco‘ (Salerno Editrice) curato da Teresa De Robertis, Giuliano Milani, Laura Regnicoli e Stefano Zamponi. Due pergamene conservate nell’Archivio Diocesano di Lucca che attestano la partecipazione del padre di Dante a un processo svoltosi a Firenze nel 1254 davanti al podestà, undici anni prima della nascita di suo figlio.

Anche quando si trovò a vestire i panni di procuratore giudiziale nel tribunale del podestà, Alighiero di Bellincione non esitò a rivelarsi, sotto mentite spoglie, uno speculatore finanziario, sfruttando le difficoltà economiche di un convento, il cui abate aveva fama di essere “dedito ai piaceri mondani e dissipatore di denaro”: è questa l’immagine del padre del Sommo Poeta che emerge dai nuovi documenti, che non solo confermano la sua attività usuraria, ma contribuiscono a precisarla, arricchendola di dettagli e sfumature. Il tribunale di Firenze, dove costantemente si affrontavano cause per debiti in udienze aperte al pubblico, rappresentava per gli usurai “un fertile bacino da cui attingere la clientela e con ogni probabilità era frequentato anche dal padre di Dante in cerca di affari”, ricostruisce Laura Regnicoli, docente dell’Università di Firenze.

“Niente vieta allora di pensare che Alighiero, presente nell’aula del podestà il 5 settembre 1254, abbia offerto il proprio aiuto all’abate Nicola, tanto carico di debiti quanto di proprietà con cui garantire i mutui - spiega la professoressa all’AdnKronos - Se questa ricostruzione è esatta, le pergamene lucchesi assumono il valore esemplare di un’attività svolta da Alighiero come usuraio, in forma più o meno continuativa. In cambio di opera e soldi il padre di Dante ottenne verosimilmente la proprietà dell’abbazia e forse, attuando una strategia finanziaria già di famiglia, la rivendette, convertendola in moneta sonante”.

Le carte d’archivio spiegano che la causa civile fu promossa da due fratelli di Semifonte, città che fu avversaria di Firenze, contro il monastero di San Salvatore di Fucecchio, allora sotto Lucca, e il padre di Dante intervenne come procuratore dell’abate Nicola. La prima pergamena, ritrovata da Alberto Malvolti (che ne pubblicò un riassunto del contenuto nel 1987 sulla rivista “Erba d’Arno”) contiene la verbalizzazione delle udienze tenutesi tra il 5 settembre e il 5 novembre 1254. L’altra è stata scoperta proprio da Laura Regnicoli e costituisce il presupposto giuridico dell’azione processuale di Alighiero, contenendo la procura a lui rilasciata dall’abate. Due nuove testimonianze contenute nel ‘Codice Diplomatico Dantesco’ che dimostrano l’attività usuraia del padre di Dante. Anche se il Sommo Poeta, nel suo viaggio con Virgilio attraverso l’Inferno, non racconta di averlo incontrato.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: