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ITALIA

INCENDI. EMERGENZA ECCEZIONALE. IL CENTRO SUD BRUCIA. Turisti a Peschici: ’’Incredibile ritardo nei soccorsi’’ - a cura di pfls

Emergenza a Peschici (Foggia), molti i feriti. Migliaia salvati via mare. Roghi anche nelle Marche, nel Lazio, in Campania, Sicilia, Sardegna. Situazione critica in Calabria. Bertolaso: ’’Piromani criminali’’. Esercito pronto ad intervenire
mercoledì 25 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, per fronteggiare l’emergenza incendi in corso, ha assicurato "la massima disponibilità e ha dato immediatamente disposizioni per l’impiego di uomini e mezzi delle Forze Armate per concorrere alle operazioni di spegnimento incendi e di soccorso alla popolazione". "Questa ulteriore disponibilità per fronteggiare il gravissimo stato di emergenza che ha interessato gran parte del centro-sud - spiega il ministero della Difesa - va ad integrare gli (...)

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venerdì 27 luglio 2007

Sul Gargano la nostra sconfitta

Quarant’anni di battaglie per il parco e contro lo scempio ambientale, tra miopie dei Comuni e minacce di speculatori edilizi grossolani e violenti

di SABINO ACQUAVIVA (La Stampa, 27/7/2007)

Mentre scorrevano sullo schermo televisivo le immagini di tanta rovina ricordavo un altro Gargano, alla cui difesa in pochissimi abbiamo dedicato tanta parte della nostra vita. La lotta cominciò, forse quaranta anni or sono, quando l’allora direttore della Gazzetta del Mezzogiorno inviò un giornalista a verificare alcune mie affermazioni, provocate dal fatto che lo scempio era già cominciato. Gli dissero, dopo due soli giorni: «Se non se ne va le spariamo in bocca».

Chi si trovò esplosivo sotto casa

A quei tempi la speculazione edilizia era più grossolana e più violenta. Cominciai la battaglia e la continuai con tre libri che dedicai alla Montagna del Sole e con l’aiuto di una cultura regionale che si stava risvegliando. Lo scontro durò anni, e arrivarono persino a collocare dell’esplosivo sotto la casa di una persona che coraggiosamente lottava per il Gargano. Ricordo ancora un convegno, mi sembra a Rodi Garganico, in cui un sindaco, dopo aver ascoltato il mio intervento, si alzò e disse: «Il parco non lo farete mai, dovreste passare su molti cadaveri!».

Invece il parco è nato, più piccolo di quello proposto, con un regolamento edilizio debole, che non assicura una vera difesa dell’architettura tradizionale, cioè di una architettura simile a quella che tutela l’immagine urbanistica di molte isole della Grecia. Erano anche escluse aree importanti, che però interessavano troppo alla speculazione edilizia. Alcune regole riguardanti la vegetazione permettevano la creazione di ampie zone boschive di conifere, quindi assolutamente inadatte al clima del Sud, dove dovrebbe essere semplicemente vietata la loro diffusione.

Nasceva anche un parco deformato dalle centinaia di permessi di edificazione emessi dai Comuni, selvaggiamente e in fretta, prima che una legge tutelasse (si fa per dire) il profilo urbanistico dei suoi centri urbani, la cui fisionomia è stata deformata da architetti ingegneri e geometri privi di cultura e di scrupoli. Salvo eccezioni, naturalmente. Nelle speranze, mie e di pochi altri, c’era anche il progetto di far rinascere l’antica foresta che copriva il Gargano prima dell’Unità d’Italia che, estendendo a tutta la Penisola l’infelice legislazione sarda, provocò i guasti che sappiamo.

Perduto un panorama selvaggio, affascinante

Però, inguaribile ottimista, ero comunque felice che fosse nato il parco, perché pensavo che la cultura dei parchi avrebbe salvato il Gargano. È accaduto il contrario: gli incendi, la paralisi di troppe amministrazioni locali, la speculazione edilizia, l’ignoranza anche culturale di molti, stanno distruggendo la Montagna del Sole. Sopravvivrà un altro Gargano, irriconoscibile. Ben poco è destinato a salvarsi di quel Gargano selvaggio, affascinante, che scoprii con il mio entusiasmo di allora.

Che fare dunque? Dovrà subito intervenire l’amministrazione regionale per salvare il salvabile, imponendo delle regole che consentano di non far distruggere dal fuoco, dalla speculazione e dall’ignoranza, un patrimonio che è di tutti gli italiani. Dovrà anche aiutare il Gargano a cancellare le conseguenze della più grande tragedia naturale della sua storia.


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