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Ma che Assisi!!! Ma quale ecumenismo!!! Forza "Deus caritas est"!!!

RATZINGER PROFETA ... DI SVENTURA E DI GUERRA!!! Il segretario del Papa, Padre Georg Gänswein, torna sul discorso di Ratisbona, conferma, e rilancia. Prepararsi alla mobilitazione contro l’Islam!!! - a cura di pfls

domenica 29 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] A Ratisbona nel settembre 2006 papa Ratzinger sollevò una tempesta internazionale perché aprì il suo discorso con una citazione di un imperatore medievale bizantino, secondo cui Maometto non aveva portato nulla di "buono e umano" perché esortava a diffondere la fede con la spada. Ratzinger pronunciò la citazione senza distanziarsi e ci vollero scuse vaticane a ripetizione e un’edizione aggiornata del discorso per ristabilire rapporti normali con il mondo islamico. In parecchi (...)

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> RATZINGER PROFETA ... DI SVENTURA E DI GUERRA!!! ----- Perché papa Ratzinger è così popolare (di Sergio Romano).

venerdì 26 ottobre 2007

Il carisma e le paure

Perché papa Ratzinger è così popolare

di Sergio Romano *

A coloro che appaiono sorpresi dall’aumento del turismo religioso a Roma dopo l’elezione al papato di un uomo molto meno esuberante e carismatico del suo predecessore, (come riferisce oggi il Corriere a pagina 23) suggerisco alcuni esempi tratti da vicende recenti. A Mosca, in occasione dei funerali di Boris Eltsin, Vladimir Putin, ex colonnello del Kgb, ha seppellito il suo predecessore con la solenne liturgia della tradizione ortodossa nella cattedrale di Cristo Salvatore. A Rangoon, già capitale di uno Stato governato da un’oligarchia militare, la protesta contro il regime è esplosa quando alcune migliaia di monaci buddhisti hanno cominciato a manifestare silenziosamente nelle vie della città.

A Washington, durante una grande assemblea di evangelici, alcuni potenziali candidati repubblicani alla presidenza (fra cui Rudolph Giuliani, divorziato e abortista) si sono avvicendati sul podio per dimostrare alla platea che non sarebbero stati insensibili alla domanda di «valori » gridata, secondo i sociologi americani, da 70 milioni di elettori «rinati» ( born again). A Istanbul e ad Ankara, prima della questione armena e della crisi curda, il problema maggiormente dibattuto era il velo che copre i capelli della moglie del nuovo presidente turco. E nel cuore dell’Europa laica, infine, alcuni milioni di musulmani hanno scrupolosamente osservato le prescrizioni dietetiche del Ramadan. Esiste un revival religioso che si manifesta in forme diverse ma investe molte società contemporanee.

L’integralismo musulmano è soltanto la sua manifestazione più estrema e radicale. Questo fenomeno è probabilmente il risultato di molte paure. La prima è economica e sociale. Per i giovani e per molti ceti, la globalizzazione e la crisi dello Stato assistenziale hanno reso il futuro assai più incerto e preoccupante di quanto non fosse negli anni in cui gli impieghi erano stabili, le cure sanitarie più o meno garantite e i trattamenti previdenziali sicuri. La seconda paura è «ambientalista». Il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai, gli tsunami, le alluvioni e i grandi incendi, sino a quelli degli scorsi giorni in California, hanno risvegliato il timore di un nuovo «anno Mille». La terza paura investe l’area delle certezze e delle consuetudini morali. Le antiche leggi che hanno governato per molti secoli i momenti fondamentali della vita- la nascita, la procreazione e la morte - hanno lasciato il posto a una più larga gamma di opzioni, dalla fecondazione artificiale all’eutanasia, dalle unioni di fatto ai matrimoni fra omosessuali.

Ciò che può sembrare progresso, rappresenta per molti un fattore di smarrimento e di confusione. Mentre gli uomini politici vivono alla giornata e cercano di accontentare tutti i loro elettori, le religioni danno risposte nette e offrono ai fedeli disorientati l’ancora della certezza. Benedetto XVI è molto diverso da Giovanni Paolo II. Mentre il Papa polacco era un apostolo moderno, un pastore continuamente alla ricerca di nuove greggi, il Papa tedesco è anzitutto un dottore della Chiesa, una cattedra di principi irrinunciabili e di solenni silenzi. Ma la fermezza con cui difende l’ortodossia e rivendica il primato del Cattolicesimo lo rende, ancora più del suo predecessore, l’uomo del momento. In un’intervista pubblicata dal Corriere il 20 ottobre ha ricordato le sue esitazioni e incertezze all’epoca del Concilio. Quel mea culpa («Io stesso ero, in quel contesto, quasi troppo timoroso rispetto a quanto avrei dovuto osare...»), tranquillizza i fedeli e li attira verso il Soglio di Pietro. E’ necessario che i laici, se vogliono difendere i loro valori, si preparino a farlo con altrettanto zelo e altrettanto rigore.

* Corriere della Sera, 26 ottobre 2007


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