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Ma che Assisi!!! Ma quale ecumenismo!!! Forza "Deus caritas est"!!!

RATZINGER PROFETA ... DI SVENTURA E DI GUERRA!!! Il segretario del Papa, Padre Georg Gänswein, torna sul discorso di Ratisbona, conferma, e rilancia. Prepararsi alla mobilitazione contro l’Islam!!! - a cura di pfls

domenica 29 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] A Ratisbona nel settembre 2006 papa Ratzinger sollevò una tempesta internazionale perché aprì il suo discorso con una citazione di un imperatore medievale bizantino, secondo cui Maometto non aveva portato nulla di "buono e umano" perché esortava a diffondere la fede con la spada. Ratzinger pronunciò la citazione senza distanziarsi e ci vollero scuse vaticane a ripetizione e un’edizione aggiornata del discorso per ristabilire rapporti normali con il mondo islamico. In parecchi (...)

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> RATZINGER PROFETA ... DI SVENTURA E DI GUERRA!!! ---- Il concetto chiave viene citato più volte: «guerra». La Chiesa decide: muro intorno al Papa (di Marco Ansaldo)

domenica 28 marzo 2010

LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!

RIPARARE IL MONDO. LA CRISI EPOCALE DELLA CHIESA ’CATTOLICA’ E LA LEZIONE DI SIGMUND FREUD.


Circondato dai suoi principali collaboratori, il pontefice ha dettato la linea: basta imbarazzi, combattiamo

Rispondere ai dossier, colpo su colpo e la Chiesa decide: muro intorno al Papa

Schierati anche i due giornali cattolici con editoriali a difesa della Santa Sede

di Marco Ansaldo (la Repubblica, 28.03.2010)

CITTÀ DEL VATICANO - Il concetto chiave viene citato più volte: «guerra». Sta in questa parola, a volte pronunciata espressamente, persino da alcuni vescovi, ma soprattutto nel contrastare quel che significa, affrontando adesso l’attacco come una «sfida» e una «battaglia», il cambio di strategia del Vaticano sul caso pedofilia. Perché, come ha scritto ieri sul sito Internet della sua diocesi il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e primate inglese, «il Papa non è un osservatore ozioso: le sue azioni parlano quanto le sue parole». Così Benedetto XVI, dopo un consulto con i suoi principali collaboratori, tra cui il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, all’ombra della presenza discreta ma solida del suo segretario particolare, monsignor Georg Gaenswein, ha guardato con benevolenza un approccio mediaticamente più combattivo.

In Vaticano il primo momento di shock è ormai passato. I giorni dell’imbarazzo e della difficoltà a replicare alle accuse con sufficiente credibilità sembrano alle spalle. Il portavoce papale Federico Lombardi continua la sua linea tranquilla di rispondere ai dossier pubblicati dai giornali americani, tedeschi, italiani, attraverso comunicati di chiarimento e spiegazione. Ma adesso è il contorno a cambiare. E oltre alla forza d’urto dei due quotidiani vaticani, L’Osservatore Romano espressione della Santa Sede («contro gli abusi sui minori nessuno ha fatto quanto Benedetto XVI», si leggeva sul numero di ieri), e Avvenire il giornale dei vescovi («la posta in gioco rischia di non essere più soltanto la tutela delle vittime ma lo statuto stesso della Chiesa»), sono gli stessi cardinali a fare blocco attorno al pontefice. Le ultime prese di posizione svelano il nuovo approccio con evidenza.

Già aveva cominciato venerdì scorso padre Raniero Cantalamessa, il predicatore pontificio, parlando di «accanimento mediatico» contro il Vaticano e di una «guerra» dalla quale la Chiesa «uscirà più splendente che mai». È stata poi la volta di monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra, nel sostenere che gli attacchi al Papa dimostrano che «è in atto una guerra, una guerra tra la Chiesa e il mondo, tra Satana e Dio», dove gli strali contro il pontificato sarebbero rivelatori «dell’indice di odio che si respira».

Quindi è stato il fuoco di fila della classe politica amica a barricare la Santa Sede dietro una cortina spessa di difesa, con l’aiuto, giunto ieri, di focolarini e altri movimenti, come il Rinnovamento nello Spirito, che assicurano a Benedetto XVI «vicinanza e preghiera in questo momento in cui assistiamo al moltiplicarsi di attacchi alla sua persona». Senza la necessità di aspettare reazioni da parte del cardinale Bertone o del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, sono infine arrivati i contributi di due pezzi da novanta, il cardinale americano William Levada, attuale prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, e il cardinale Angelo Comastri, vicario per la Città del Vaticano. Il primo, sulla linea della recente Lettera pastorale inviata dal pontefice ai cattolici irlandesi, ha detto con molta nettezza che «nel trattare i casi di abusi di minori da parte del clero, cerchiamo di essere il più compassionevoli possibile, ma anche fermi e chiari quando necessario». Il secondo ha anche invitato i fedeli a «offrire tutte le preghiere personali e comunitarie, la recita del rosario e dell’ufficio divino per Benedetto XVI in questo difficile momento, affinché la grazia di Dio lo sostenga».

Una difesa a tutto campo, insomma, e una reazione alla «guerra». Con il doppio obiettivo sia di rintuzzare quelli che vengono considerati come veri e propri «attacchi al Papa e alla Chiesa», sia di smontare le accuse di copertura del fenomeno fatte a Joseph Ratzinger per gli anni in cui guidava l’Arcidiocesi di Monaco di Baviera e l’ex Sant’Uffizio, e alle alte gerarchie ecclesiastiche


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