Inviare un messaggio

In risposta a:
Ma che Assisi!!! Ma quale ecumenismo!!! Forza "Deus caritas est"!!!

RATZINGER PROFETA ... DI SVENTURA E DI GUERRA!!! Il segretario del Papa, Padre Georg Gänswein, torna sul discorso di Ratisbona, conferma, e rilancia. Prepararsi alla mobilitazione contro l’Islam!!! - a cura di pfls

domenica 29 luglio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] A Ratisbona nel settembre 2006 papa Ratzinger sollevò una tempesta internazionale perché aprì il suo discorso con una citazione di un imperatore medievale bizantino, secondo cui Maometto non aveva portato nulla di "buono e umano" perché esortava a diffondere la fede con la spada. Ratzinger pronunciò la citazione senza distanziarsi e ci vollero scuse vaticane a ripetizione e un’edizione aggiornata del discorso per ristabilire rapporti normali con il mondo islamico. In parecchi (...)

In risposta a:

> RATZINGER PROFETA ... DI SVENTURA E DI GUERRA!!! ---- "GLI EROI PER LA PACE" O VITTIME DELLA GUERRA? RISPOSTA ALL’ "AVVENIRE": UN APPELLO DI ALCUNI PRETI DA TUTTA L’ITALIA.

giovedì 9 agosto 2012

Appello di alcuni preti da tutta Italia

Eroi per la pace o vittime della guerra?

      • 9 agosto 2012, Beato Franz Jagerstatter obiettore di coscienza al militare e alla guerra

Eroi per la pace o vittime della guerra?

Davanti ad ogni vita umana stroncata è doveroso un rispetto profondo. Ma proprio in nome di tutte le vittime delle guerre, chissà quanti lettori di Avvenire sono rimasti scossi per quell’intera pagina dedicata agli “eroi per la pace”, e a quella realtà così “convergente” di soldati e cristiani. (8 agosto 2012, pag.3).

Ecco, lo diciamo forte: è davvero insopportabile questa retorica sulla guerra sempre più incombente e asfissiante.

Da sempre l’esperienza cristiana ci ha impegnato nella cura della “missione” e ci scandalizziamo ogni volta che un cristiano infanga questo valore confondendolo con le guerre -chiamate appunto “missioni di pace”- ma in realtà “avventura senza ritorno”.
Da sempre abbiamo presentato ai cristiani gli eroi della fede e ci scandalizziamo se ora volete rappresentarli con le armi in mano e, per nascondere le responsabilità di tanto sangue versato in questa “inutile strage”, fate diventare “eroi per la pace” questi giovani strappati alla loro vita, vittime della guerra.

Ci colpisce non veder affiorare nemmeno uno degli interrogativi che gli italiani e i cristiani si pongono ormai da anni, assistendo alla fallimentare carneficina afgana: La nostra presenza militare in Afghanistan costa 2 milioni di euro al giorno, e quali sono i risultati? Se li avessimo investiti in aiuto alla popolazione con ospedali, scuole, acquedotti non avremmo forse tolto consenso ai talebani e ai signori della guerra? E delle vittime in ‘campo nemico’ chi se ne occupa? Abbiamo i numeri esatti dei morti e feriti italiani! E quante sono le vittime irachene o afghane? Forse dobbiamo rassegnarci a considerare le migliaia di esseri umani uccise in questa assurda guerra solo “effetti collaterali”?

Ci colpisce molto leggere che anche l’Ordinario militare si allinea a questa retorica della guerra dichiarando, per esempio che fare il militare è “una professione aperta al bene comune e allo sviluppo della famiglia umana” oppure sostenendo che “i cappellani militari sono parroci senza frontiere, impegnati in una pastorale specifica sul fronte della pace”. Ce ne vuole davvero a descrivere “l’aeroporto di Ciampino dove arrivano le salme dei nostri soldati uccisi” come “una scuola di fede”. E ancora “Essere cristiani ed essere militari non sono dimensioni divergenti”. Come cristiani e come sacerdoti restiamo stupiti per questo assai strano insegnamento magisteriale e, alla luce del Vangelo, siamo sconcertati.

Siamo certi che anche il Direttore di Avvenire, oltre che ovviamente il Vescovo Pelvi, ben conosca la sapienza ecclesiale, supportata dal Magistero della Santa Sede, che ci ha insegnato a discernere i diversi modi di affrontare i conflitti internazionali, a partire dalle testimonianze dei primi martiri cristiani, che rifiutavano il servizio militare e non bruciavano il grano d’incenso all’Imperatore considerato una divinità. Come non ricordare il martirio di S. Massimiliano (295 d.C.) condannato a morte “poiché, con animo irrispettoso, hai rifiutato il servizio militare” “quia in devoto animo militia recusasti”) E quante testimonianze di martiri dei nostri giorni abbiamo ancora da raccontare.

Proprio oggi, 9 agosto la Chiesa ricorda il Beato Franz Jagerstatter, obiettore di coscienza contro il servizio militare nel III Reich di Hitler (mentre la maggior parte dei cattolici combattevano) e per questo ghigliottinato il 9 agosto 1943. E’ stato Papa Benedetto XVI, nel 2007, a proclamarlo beato e martire nel suo opporsi al servizio militare e alla guerra!

Chiediamo di aprire un confronto serio e schietto sul tema della guerra, del servizio militare, oggi non più legato all’obbligo della leva, e della presenza dei Cappellani tra i militari, magari proprio con il Direttore di Avvenire e l’Ordinario militare. L’unica occasione di confronto risale al lontano 1997, in un convegno a Firenze promosso da Pax Christi, con un rappresentante dell’Ordinario Militare. Come era stato detto allora ribadiamo l’esigenza che “ si ritorni a discutere sul ruolo dei Cappellani Militari, non per togliere valore alla presenza e all’annuncio cristiano tra quanti, soprattutto giovani, stanno vivendo la vita militare, ma per essere più liberi, senza privilegi e senza stellette”.

A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II crediamo doveroso riaprire un riflessione seria sulla condanna della guerra e sulle strade che sono chiamati a percorrere gli operatori di pace.

Don Alfio Carciola, Catania

Don Andrea Bigalli, Firenze

Don Antonio Uderzo, Vicenza

Don Carmine Miccoli, Lanciano

Don Claudio Mainini, Milano

Don Diego Fognini, Morbegno

Don Fabio Corazzina, Brescia

Don Francesco De Lucia, Molfetta

Don Franco De Pieri, Mestre

Don Gabriele Scalmana, Brescia

Don Gianluca Grandi, Imola

P. Giovanni Notari, Catania

Don Mario Costalunga, Vicenza

Don Maurizio Mazzetto, Vicenza

Don Nandino Capovilla, Venezia

Don Paolo Quatrini, Fiano Romano

Don Pierluigi Di Piazza, Udine

Don Renato Sacco, Verbania

Don Dino Campiotti, Novara

Don Roberto Geroldi, Ortona

Don Albino Bizzotto, Padova

Don Giacomo Tolot, Pordenone

Don Salvatore Resca, Catania

Don Salvatore Leopizzi, Gallipoli

Don Tonio Dell’Olio, Assisi

Don Luigi Fontanot, Udine

Don Flavio Luciano, Cuneo

Don Gianni Gambin, Padova

Don Piergiorgio Rigolo, Pordenone

PER ADERIRE:

inviare una MAIL

con il proprio Nome, Cognome e Città a drenato@tin.it oppure a nandyno@libero.it

PER CONTATTI:

Don Nandino Capovilla, coordinatore nazionale Pax Christi Italia nandyno@libero.it 3473176588

Don Renato Sacco, Cesara - Vb drenato@tin.it 348- 3035658

Vedi anche il sito: http://www.paxchristi.it/


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: