Due agosto, Bologna non dimentica.
"Ci saranno risposte anche sui mandanti"
Il presidente dell’associazione dei parenti delle vittime, Paolo Bolognesi, parla dal palazzo comunale a 33 anni dalla strage alla stazione: "Abbiamo presentato un disegno di legge sul reato di depistaggio per porre fine al comportamento scorretto di funzionari dello Stato". Delrio: "Nel prossimo pacchetto sicurezza strumenti per accelerare i risarcimenti alle famiglie dei morti. La Repubblica abbraccia questa città". Il presidente Grasso: "Il Parlamento saprà fare luce sulle ombre del passato"
di SILVIA BIGNAMI *
Due agosto, Bologna non dimentica. "Ci saranno risposte anche sui mandanti". Verità sui mandanti e certezze sui risarcimenti ai famigliari delle vittime: queste continuano a essere le richieste dei parenti degli 85 morti della strage alla stazione di Bologna a trentatré anni da quel sabato mattina di distruzione e dolore. Richieste sulle quali prende un preciso impegno il delegato del governo, Graziano Delrio.
La commemorazione comincia come da programma attorno alle 8.20. Il primo momento che scandisce la mattinata di ricordo, emozione e denuncia, cui ogni anno migliaia di bolognesi non rinunciano, avviene nella residenza comunale: qui un momento privato dedicato dalle istituzioni ai parenti delle vittime, cui partecipano il sindaco Virginio Merola, il prefetto Angelo Tranfaglia, il governatore della Regione Vasco Errani e il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio. Il presidente della Camera Laura Boldrini parlerà invece da piazzale Medaglie d’Oro, antistante la stazione, attorno alle 10, poco prima del minuto di silenzio che ricorda il fragore e lo squarcio avvenuto trentatré anni fa alle 10.25.
Dalla sala del Consiglio comunale Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime, sottolinea come "con la memoria si può arrivare lontano. Arrivare ai mandanti è possibile. Abbiamo presentato un disegno di legge per il reato di depistaggio perché bisogna porre fine al comportamento indegno e scorretto di funzionari dello Stato che hanno ostacolato la verità sulle stragi" italiane.
Il ministro Graziano Delrio: "Il premier Enrico Letta avrebbe voluto essere presente oggi, ma vi era la concomitanza col Consiglio dei ministri. Il governo aderisce al disegno di legge sul reato di depistaggio, e tra poche settimane manderemo a compimento il decreto sul risarcimento per i famigliari delle vittime". Notizia che l’aula accoglie con un intenso applauso, cui plaude Bolognesi. . "La ragion di Stato è la verità che ci rende liberi", sottolinea il titolare degli Affari regionali, "Resta oscura la domanda sui mandanti, ma risponderemo anche a quella. La Repubblica abbraccia Bologna".
La condanna di Berlusconi occupa le dichiarazioni a margine della cerimonia. "Il governo andrà avanti dopo la sentenza della Cassazione? Spero di sì, non dipende da noi", precisa Graziano Delrio, mentre il segretario bolognese del Pd, Raffaele Donini, commenta: "Oggi sembra che la giustizia sia uguale per tutti".
Il messaggio del presidente Grasso. "Ricordare è indispensabile affinché si continui a lottare contro l’oblio e contro il terrorismo e affinché si prosegua nella ricerca instancabile della verità storica e processuale". E’ un passaggio del testo inviato dal presidente del Senato Pietro Grasso. "Molti errori sono stati compiuti, troppi depistaggi e ritardi nella ricostruzione dei fatti hanno rischiato di incrinare irreparabilmente il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Ma in questi 33 anni la forza e la determinazione di voi familiari ha fatto sì che la memoria di questa data continui a trasmettere a tutti noi un messaggio forte: non esiste ragione che possa essere anteposta al diritto alla vita e alla giustizia dei cittadini, non si può e non si deve smettere di chiedere verità e giustizia". "Sono certo - prosegue il messaggio di Grasso - che anche il Parlamento saprà dare il suo contributo, utilizzando ogni strumento possibile per fare luce sulle ombre del nostro passato e continuando a lavorare sul piano legislativo per rendere più efficiente il nostro sistema giudiziario".
* la Repubblica, 02 agosto 2013