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Il sonno dell’Europa, della Chiesa cattolico-romana, e della ragione ....

AL DI LA’ DEL MONOTEISMO MONOPOLISTICO E CATTOLICO-ROMANO, LA RIVELAZIONE DI AMORE. PIETRO RICONOSCE GESU’ COME IL FIGLIO DEL DIO VIVO, IL DIO DI GIUSEPPE E DI MARIA, MA NON DEL DIO DEI MORTI E DI "MAMMONA", IL "DEUS CARITAS" DEL "PIETRO" DEL VATICANO!!! Due brevi note di Federico La Sala

martedì 4 settembre 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...]Pietro:
"Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivo"
GESU’:
"Beato sei tu, Simone figlio di Giona, poiché non è la carne né il sangue che ti hanno fatto questa rivelazione, ma il Padre mio che sta nei cieli" - AMORE (Agape, Charitas) [...]

Un incontro e un dialogo:
Come ti chiami?
Gesù.
Gesù?!
E di "Chi" sei figlio?
Sono figlio dell’Amore di Maria e di Giuseppe.
Ma chi ha deciso di chiamarti così?
Il mio papà, Giuseppe [Mt. (...)

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> AL DI LA’ DEL MONOTEISMO MONOPOLISTICO E IMPERIALISTICO, LA RIVELAZIONE DI AMORE. PIETRO RICONOSCE GESU’ COME IL FIGLIO DEL DIO VIVO - NON DEL DIO MORTO E NON DI "MAMMONA", IL "DEUS CARITAS" DEL "PIETRO" DEL VATICANO!!! Due brevi note di Federico La Sala . Un altro incontro e un altro dialogo sul "senso della vita".

giovedì 2 agosto 2007

LE PAROLE DEL PAPA

Nella prima catechesi dopo il periodo di riposo in Cadore, il Pontefice si è soffermato su san Basilio vescovo del IV secolo definito uno dei padri della dottrina sociale della Chiesa

«L’uomo aperto a Dio costruisce un mondo fraterno e solidale»

«Il cristiano sa che vivere significa amministrare dei beni ricevuti da Dio, per cui ognuno è responsabile di fronte agli altri»

L’Udienza Del Mercoledì (Avvenire, 02.08.2007)

Cari fratelli e sorelle!

Dopo queste tre settimane di pausa, riprendiamo i nostri consueti incontri del mercoledì. Quest’oggi vorrei semplicemente riallacciarmi all’ultima catechesi, che aveva come argomento la vita e gli scritti di san Basilio, vescovo nell’attuale Turchia, in Asia Minore, nel IV secolo. L’esistenza di questo grande santo e le sue opere sono ricche di spunti di riflessione e di insegnamenti validi anche per noi oggi.

Anzitutto il richiamo al mistero di Dio, che resta il riferimento più significativo e vitale per l’uomo. Il Padre è «il principio di tutto e la causa dell’essere di ciò che esiste, la radice dei viventi» (Hom. 15,2 de fide: PG 31,465c), e soprattutto è «il Padre del nostro Signore Gesù Cristo» (Anaphora sancti Basilii). Risalendo a Dio attraverso le creature, noi «prendiamo coscienza della sua bontà e della sua saggezza» (Basilio, Contra Eunomium 1,14: PG 29,544b). Il Figlio è l’«immagine della bontà del Padre e sigillo di forma a lui uguale» (cfr Anaphora sancti Basilii). Con la sua obbedienza e la sua passione il Verbo incarnato ha realizzato la missione di Redentore dell’uomo (cfr Basilio, In Psalmum 48,8: PG 29,452ab; cfr anche De Baptismo 1,2: SC 357,158).

Infine, egli parla ampiamente dello Spirito Santo, al quale ha dedicato un intero libro. Ci svela che lo Spirito anima la Chiesa, la riempie dei suoi doni, la rende santa. La luce splendida del mistero divino si riverbera sull’uomo, immagine di Dio, e ne innalza la dignità. Guardando a Cristo, si capisce appieno la dignità dell’uomo. Basilio esclama: «[Uomo], renditi conto della tua grandezza considerando il prezzo versato per te: guarda il prezzo del tuo riscatto, e comprendi la tua dignità!» (In Psalmum 48,8: PG 29, 452b). In particolare il cristiano, vivendo in conformità al Vangelo, riconosce che gli uomini sono tutti fratelli tra di l oro; che la vita è un’amministrazione dei beni ricevuti da Dio, per cui ognuno è responsabile di fronte agli altri, e chi è ricco deve essere come un «esecutore degli ordini di Dio benefattore» (Hom. 6 de avaritia: PG 32,1181-1196). Tutti dobbiamo aiutarci, e cooperare come le membra di un corpo (Ep. 203,3).

Ed egli, nelle sue omelie, ha usato anche parole coraggiose, forti su questo punto. Chi infatti, secondo il comandamento di Dio, vuole amare il prossimo come se stesso, «non deve possedere niente di più di quello che possiede il suo prossimo» (Hom. in divites: PG 31,281b).

In tempo di carestie e di calamità, con parole appassionate il santo vescovo esortava i fedeli a «non mostrarsi più crudeli delle bestie..., appropriandosi di ciò che è comune, e possedendo da soli ciò che è di tutti» (Hom. tempore famis: PG 31,325a). Il pensiero profondo di Basilio appare bene in questa frase suggestiva: «Tutti i bisognosi guardano le nostre mani, come noi stessi guardiamo quelle di Dio, quando siamo nel bisogno». Ben meritato è dunque l’elogio fatto da Gregorio di Nazianzo, che dopo la morte di Basilio disse: «Basilio ci persuase che noi, essendo uomini, non dobbiamo disprezzare gli uomini, né oltraggiare Cristo, capo comune di tutti, con la nostra disumanità verso gli uomini; piuttosto, nelle disgrazie degli altri, dobbiamo beneficare noi stessi, e fare prestito a Dio della nostra misericordia, perché abbiamo bisogno di misericordia» (Gregorio Nazianzeno, Oratio 43,63: PG 36,580b). Parole molto attuali. Vediamo come san Basilio è realmente uno dei Padre della Dottrina sociale della Chiesa.

Basilio, inoltre, ci ricorda che per tenere vivo in noi l’amore verso Dio e verso gli uomini è necessaria l’Eucaristia, cibo adeguato per i battezzati, capace di alimentare le nuove energie derivanti dal Battesimo (cfr De Baptismo 1,3: SC 357,192). È motivo di immensa gioia poter partecipare all’Eucaristia (Moralia 21,3: PG 31,741a), istituita «per custodire incessantemente il ricordo di colui che è morto e risorto per noi» (Moralia 80,22: PG 31,869b). L’Eucaristia, immenso dono di Dio, tutela in ciascuno di noi il ricordo del sigillo battesimale, e consente di vivere in pienezza e fedeltà la grazia del Battesimo. Per questo il santo vescovo raccomanda la comunione frequente, anche quotidiana: «Comunicare anche ogni giorno ricevendo il santo corpo e sangue di Cristo è cosa buona e utile; poiché egli stesso dice chiaramente: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna" (Gv 6,54). Chi dunque dubiterà che comunicare continuamente alla vita non sia vivere in pienezza?» (Ep. 93: PG 32,484b). L’Eucaristia, in una parola, ci è necessaria per accogliere in noi la vera vita, la vita eterna (cfr Moralia 21,1: PG 31,737c).

Infine, Basilio si interessò naturalmente anche di quella porzione eletta del popolo di Dio che sono i giovani, il futuro della società. A loro indirizzò un Discorso sul modo di trarre profitto dalla cultura pagana del tempo. Con molto equilibrio e apertura, egli riconosce che nella letteratura classica, greca e latina, si trovano esempi di virtù. Questi esempi di vita retta possono essere utili per il giovane cristiano alla ricerca della verità, del retto modo di vivere (cfr Ad Adolescentes 3). Pertanto bisogna prendere dai testi degli autori classici quanto è conveniente e conforme alla verità: così con atteggiamento critico e aperto - si tratta infatti di un vero e proprio "discernimento" - i giovani crescono nella libertà. Con la celebre immagine delle api, che colgono dai fiori solo ciò che serve per il miele, Basilio raccomanda: «Come le api sanno trarre dai fiori il miele, a differenza degli altri animali che si limitano al godimento del profumo e del colore dei fiori, così anche da questi scritti... si può ricavare qualche giovamento per lo spirito. Dobbiamo utilizzare quei libri seguendo in tutto l’esempio delle api. Esse non vanno indistintamente su tutti i fiori, e neppure cercano di portar via tutto da quelli sui quali si posano, ma ne traggono solo quanto serve alla lavorazione del miele, e tralasciano il resto. E noi, se siamo saggi, prenderemo da quegli scritti quanto si adatta a noi, ed è conforme alla verità, e lasceremo andare il resto» (Ad Adolescentes 4). Basilio, soprattutto, raccomanda ai giovani di crescere nelle virtù, nel retto modo di vivere: «Mentre gli altri beni... passano da questo a quello come nel gioco dei dadi, soltanto la virtù è un bene inalienabile, e rimane durante la vita e dopo la morte» (Ad Adolescentes 5).

Cari fratelli e sorelle, mi sembra si possa dire che questo Padre di un tempo lontano parla anche a noi e ci dice delle cose importanti. Anzitutto, questa partecipazione attenta, critica e creativa alla cultura di oggi. Poi, la responsabilità sociale: questo è un tempo nel quale, in un mondo globalizzato, anche i popoli geograficamente distanti sono il nostro prossimo realmente. Quindi, l’amicizia con Cristo, il Dio dal volto umano. E, infine, la conoscenza e la riconoscenza verso il Dio Creatore, Padre di noi tutti: solo aperti a questo Dio, Padre comune, possiamo costruire un mondo giusto e un mondo fraterno.


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